Cultura

L’Africa? Un fantasma nei media tradizionali. Eppure gli adolescenti chiedono di saperne di più

Amref ha pubblicato "L'Africa MEDIAta", un rapporto che analizza l'Africa nella rappresentazione dei media e nell'immaginario dei giovani. I risultati? Nell’anno dell’emergenza sanitaria del Covid19 l’Africa raccontata dall’informazione dei media tradizionali sembra in una costante transizione tra resoconti emergenziali, reportage su sequestri e conflitti, cronache di arrivi e di flussi migratori verso l’Europa. Nei programmi c’è un riferimento all’Africa ogni 58 ore di informazione. Eppure gli adolescenti chiedono più racconti della vita quotidiana nei diversi Stati africani, in particolare relativi ai loro coetanei

di Redazione

In occasione della Giornata Mondiale dell'Africa – martedì 25 maggio – Amref Health Africa-Italia ha presentato la seconda edizione de “L'Africa MEDIAta”, un rapporto a cura dell'Osservatorio di Pavia. Il documento analizza l'Africa nella rappresentazione dei media e nell'immaginario dei giovani, in un arco temporale che va dalla fine del 2019 ai primi mesi del 2021.

I risultati? Con la pandemia l’interesse per il continente è ulteriormente diminuito. L'Africa è progressivamente scomparsa dall'informazione tradizionale. Il Rapporto 2021 registra una drastica diminuzione dell’attenzione complessiva per l’Africa nel 2020 – sulla stampa, nei notiziari e nei programmi di informazione.

L’analisi di sei quotidiani nazionali – nel periodo 1° luglio 2019/28 febbraio 2021 – rileva che la media mensile di notizie in prima pagina, dedicate all’Africa, per testata, è pari a 10. Una media inferiore del 55% rispetto alla rilevazione 2019, che prendeva in esame in primi sei mesi dello stesso anno. Sul versante “Africa qui” – le notizie relative all’Africa e ai suoi protagonisti nel contesto italiano – spicca una drastica diminuzione del tema immigrazione nel corso del 2020, sopraffatto dai temi sanitari. Per “Africa là” il tema Guerra e terrorismo è al primo posto col 34,4%, mentre il COVID all’1,7%.

Nei notiziari del prime time – nello stesso periodo – vi è l’1,6% di notizie a tema Africa. I due picchi di attenzione sono tra dicembre e gennaio 2019, con la crisi libica e a febbraio 2021, con l’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, del carabiniere e dell’autista che viaggiavano con lui. Temi prevalenti riguardanti i Paesi africani sono: guerra/terrorismo (32,9%); politica (28,7%); migrazione (12%). Chiudono sport (2,1%) e cultura (1,3%).

Nei programmi di informazione e di infotainment – analizzati 91 programmi di sette reti generaliste, nel periodo 1° gennaio/31 dicembre 2020 – sono state 3217 le citazioni all’Africa e agli africani. Di queste solo 1/3 (1.049) erano riferimenti specifici a quella che il report definisce “Africa là”; quindi un riferimento ogni 58 ore di programmazione. La pandemia di COVID-19 ha raccolto il 13% dei riferimenti all’Africa.

Ma cosa succede su Facebook? Il rapporto prende in considerazione 18 pagine dei media e 21 di organizzazioni umanitarie per un totale di 8.419 post e sebbene i media dispongano di un numero di followers superiore alle organizzazioni umanitarie, queste ultime sono capaci di stimolare più interazioni rispetto ai media.

La novità del 2020, almeno nell’informazione, è sull’“Africa qui” in merito ai temi del razzismo e dei diritti delle minoranze etniche, a seguito dall’uccisione di George Floyd e dei movimenti di protesta che ne sono conseguiti, Black Lives Matter. Questi temi, riferiti ad afrodiscendenti e migranti presenti in Italia, erano del tutto marginali e legati a specifici eventi, nelle rilevazioni precedenti.


Per comprendere quale sia l’Africa trasmessa da prodotti televisivi di finzione per minori (scuola primaria e secondaria) si è condotta un’esplorazione su 30 diversi titoli, che avessero una qualche pertinenza africana (personaggi, ambiente, produzione, tema). Il Re Leone, La Compagnia dei Celestini, Lupin, Una Strega Imbranata, sono solo alcuni dei prodotti analizzati. Il dato rilevante è che la diversificazione multietnica dei cast – che ha una grande importanza nel “normalizzare” la diversità – sembra affermarsi progressivamente nelle produzioni recenti. Tale approdo presente nei prodotti di intrattenimento – fiction e lungometraggi – sfida alcuni degli stereotipi ancora presenti nell’informazione.

Media, scuole, società civile e organizzazioni umanitarie hanno la responsabilità di instillare nei giovani curiosità nei confronti dell’Africa, per non lasciare che le parole più associate ad essa siano esclusivamente povertà, scarsità, guerra e terrorismo”, dice Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa-Italia. “Lo possiamo fare attraverso la conoscenza e lo studio di un Continente immenso. Rispondendo a quelle richieste, arrivateci dai ragazzi nei focus group, di un’Africa, di cui sanno molto degli aspetti negativi, e poco delle cose normali, come scuola, tempo libero, tecnologia. Lo possiamo fare semplicemente guardandoci intorno e vedendo le nostre classi, in cui studenti di provenienze ed origini diverse crescono insieme, sereni. Lo possiamo fare attraverso i media e la produzione di contenuti, che da quella ricchezza attingano”.

Per comprendere in che modo i ragazzi tra i 10 e i 13 anni recepiscono e “risignificano” l’Africa proposta dai media, tra marzo e aprile 2021 sono stati condotti 8 focus group che hanno coinvolto 182 studenti in 5 istituti scolastici (primarie e secondarie di primo grado) nelle città di Roma, Milano e Pavia, coinvolgendo 182 studenti. I giovani si mostrano molto abili a scorgere dinamiche di razzismo e discriminazione all’interno dei prodotti che guardano. Lamentano mancanze sul versante della normalità e della quotidianità “vorrei sapere come vanno a scuola i ragazzi della mia età in alcuni Paesi africani” afferma uno di loro. Una curiosità forte è anche quella per l’Africa “qui”, ovvero il racconto di come vivono gli africani in Italia e le testimonianze dirette di persone che hanno fatto esperienze di migrazione. Da questo contributo speciale, dedicato ai minori, offerto dal report, nasce l’ispirazione per il progetto video realizzato da Walter Veltroni per Amref, il cui trailer è stato presentato in anteprima all’evento del 25 maggio a Roma. Il titolo del corto è “Conosciamoci”, un alternarsi emozionante, curioso e divertente, di risposte di bambini e ragazzi italiani e kenioti sull’idea che hanno, rispettivamente, di Africa e d’Europa. Sempre in occasione della giornata Mondiale dell’Africa, Amref ha lanciato la terza puntata del podcast “Io sono una voce”, dedicato alle sfide quotidiane, ai progetti, ai grandi obiettivi delle donne africane.

Il report “L’Africa MEDIAta” offre una sezione dedicata ai confini e alla migrazione. Un contributo che nasce dal progetto Snapshots From the Borders, che ha supportato la ricerca. Tale progetto – che vede il Comune di Lampedusa capofila, Amref partner ed è finanziato dall’Unione Europea – offre dati interessanti, tra cui “Confini e frontiere” nei titoli della stampa italiana dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2020 e “I contesti geografici dei confini e delle frontiere (Lampedusa, Lesbo, Grecia, Balcani) nelle notizie dei telegiornali del prime time”.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.