Cultura
Porto Alegre: molti i rappresentanti delle Chiese cristiane
Folta è la rappresentanza delle organizzazioni ecumeniche ed ecclesiali di tutto il mondo
Al Social Forum di Porto Alegre “Un altro mondo è possibile” sono molti i rappresentanti delle chiese cristiane. Folta è la presenza delle chiese brasiliane – rifrisce l’agenzia Sir -, oltre alle organizzazioni ecumeniche e delle personalità cristiane provenienti dal mondo intero. La Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale brasiliana è tra gli organizzatori dell’evento. Francisco Whitaker, il segretario esecutivo, è stato intervistato dall’ agenzia di stampa Eni. “Lo scorso anno – ha detto – la Conferenza dei vescovi cattolici del Brasile non si era implicata troppo direttamente nel primo Forum mentre quest’ anno organizzerà una delle conferenze centrali sul tema della ‘ fame nel mondo’ ” durante la quale prenderanno la parola due vescovi della Conferenza episcopale. “Con i cattolici – aggiunge Whitaker – anche diverse organizzazioni protestanti ed ecumeniche parteciperanno al Forum”. Il Consiglio delle Chiese d’America latina (Clai) ha annunciato l’ invio di una delegazione e tra le organizzazioni aderenti al Forum figurano l’ Istituto ecumenico Oscar Romero (Uruguay) e la Commissione ecumenica nazionale di lotta contro il razzismo (Brasile). Hanno infine confermato la loro presenza a Porto Alegre personalità del mondo cristiano come re brasiliano Frei Betto; il prete operaio argentino Miguel Ramondetti, fondatore negli anni ‘ 70 del Movimento dei preti per il terzo mondo e il professore dell’ università di Lovanio, in Belgio, Francois Houtard. Secondo Whitaker, questa vasta partecipazione sta indicare che il Forum ha radunato “reti sociali e popolari di tutto il pianeta per trovare delle alternative all’ attuale modello di mondializzazione neo-liberale dominante”. “Non soltanto un altro mondo è possibile – ha detto Whitaker – ma è urgente e necessario costruirlo”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.