Quartucciu, a scuola d’estate per imparare giocando

Due campus estivi affidati alla Fondazione “Domus de Luna” di Cagliari, in collaborazione con la cooperativa sociale “Exmè & Affini”, permettono a 160 bambini tra i 5 e i 10 anni di svolgere laboratori e attività a luglio e agosto, sviluppando competenze fuori dagli schemi strettamente scolastici

di Luigi Alfonso

La scuola italiana affonda, lentamente, sommersa da mille problemi. Esistevano da tempo, la pandemia ha inferto forse il colpo di grazia. Ma mentre c’è chi si sofferma soltanto a pensare all’eventuale obbligo della mascherina per il prossimo anno scolastico, a macchia di leopardo emerge la volontà di coraggiosi e lungimiranti dirigenti che non si arrendono e combattono per i loro ragazzi. Uno di questi esempi arriva da Quartucciu, paese alle porte di Cagliari, dove ha sede l’Istituto comprensivo “Ermanno Cortis”. I due plessi di via Ales e via Guspini ospitano due campus estivi al quale stanno partecipando 160 bambini: uno è riservato alla fascia dai 3 ai 5 anni, l’altro alla fascia 6-10 anni. Le attività sono state affidate alla Fondazione “Domus de Luna” di Cagliari e alla cooperativa sociale “Exmè & Affini”.

«Questa iniziativa – spiega il dirigente scolastico Fabio Cocco – ha un duplice obiettivo: da un lato fornire un servizio alle famiglie durante il periodo estivo; dall’altro, si consente ai bambini di svolgere attività ludiche e formative, sviluppando competenze fuori dagli schemi strettamente scolastici. Non solo gioco e divertimento, quindi, ma anche apprendimento attraverso numerosi laboratori gestiti da personale con adeguate competenze. Gli insegnanti? No, dopo un altro anno così impegnativo, è meglio che ricarichino le batterie e si preparino al rientro dopo le vacanze».

La collaborazione con Domus de Luna non nasce oggi: durante lo scorso anno scolastico, infatti, in questa scuola è stato condotto un altro progetto che Vita ha raccontato. «Stiamo portando avanti insieme alcuni percorsi progettuali finalizzati al recupero educativo», conferma il professor Cocco. «La Fondazione, che si era aggiudicata un bando dell’impresa sociale “Con i Bambini”, ci aveva proposto di entrare come partner e noi non ce lo siamo fatti ripetere. Abbiamo riorganizzato gli spazi esterni della scuola e svolto una serie di attività in orario curriculare: musica, robotica, sport. Credo che questa sia l’unica strada percorribile, in particolare in questo preciso periodo storico. Esistono solo due modi di fare scuola: o ci limitiamo a un ruolo di carattere strettamente contenutistico, di diffusione del sapere, oppure la scuola deve diventare un’agenzia che non si occupa soltanto di istruzione, bensì di costruzione educativa in un contesto in cui continuano a mancare tendenzialmente riferimenti educativi positivi, forti e organizzati. Un tempo esistevano dimensioni di aggregazioni, costruite anche sulle relazioni di vicinato e controllo sociale che permettevano a bambini e ragazzi di giocare per strada senza creare condizioni di disturbo ed eccessivo pericolo; oggi la realtà è completamente diversa, i ragazzi si trovano in condizioni di fragilità anche relazionale, dunque la scuola deve fornire risposte adeguate. Da qui nasce l’idea di lavorare a questo progetto, orientandolo con le nostre esigenze didattiche, educative e organizzative, per rispondere anche alle carenze che molti enti locali mostrano nel periodo luglio-agosto. Noi mettiamo a disposizione delle famiglie un luogo dove i loro figli non pensano soltanto a giocare. Ovviamente, il gioco non manca, ma gli operatori garantiscono una didattica che non sia soltanto di tipo frontale».

Il connubio con Domus de Luna ed Exmè si sta rivelando vincente. «E mi auguro che questa collaborazione possa proseguire», sottolinea convinto Fabio Cocco. «Si tratta, ovviamente, di individuare le risorse economiche necessarie. In questo caso abbiamo sfruttato dei fondi della Fondazione di Sardegna per l’offerta formativa. Ma questo percorso conferma che il rapporto costruttivo tra la scuola e le realtà del Terzo settore può produrre grandi risultati. In verità, il progetto estivo si colloca nella prima fase di un programma più ampio, nell’ambito di un Patto educativo di comunità che coinvolge l’associazionismo educativo e sportivo del territorio. Non abbiamo potuto rivolgere questa iniziativa a tutti i nostri 698 alunni, per una questione di fondi e di spazi, perciò abbiamo dato priorità alla fascia d’età che maggiormente va seguita dai genitori. E lo facciamo con finalità che vanno oltre i contenuti del Piano ministeriale “Scuola Estate”».

«Credo sia necessario e urgente rivisitare la didattica come concepita fino ad ora», è il parere di Giorgio Pintor, presidente di Exmè & Affini. «La dispersione scolastica è a livelli altissimi, complice un metodo di insegnamento che non sempre è vicino alle nuove generazioni di ragazzi. Dal connubio fra scuola ed enti del Terzo settore nasce la possibilità di accrescere le competenze dei ragazzi, avere scuole aperte, spazi fruibili per gran parte della giornata, spazi di aggregazione a misura dei giovani. A Quartucciu, grazie al dirigente, ad insegnanti davvero illuminati e alla vicinanza dell’Amministrazione comunale, le prospettive sono davvero rosee».

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