Salute

Maugeri, i giovani disabili per i pazienti oncologici

La nascita della biblioteca per chi va a fare chemioterapia ha innescato, fra le associazioni di Pavia, una piccola gara a sostenere l'iniziativa. Così i giovani dei centri disabili hanno dipinto una Picasso da esporre in sala d'attesa. Da un libro un quadro, in una storia che sarebbe piaciuta a Sergio Endrigo

di Giampaolo Cerri

Da cosa nasce cosa, da libro nasce quadro, dai pazienti desiderosi di condividere il proprio percorso di cura, sostenendosi a vicenda, nascono molte iniziative.

È così all’IRCCS Maugeri di Pavia, dove l’Ambulatorio di Oncologia. Lo chiamano "il MAC", perché l'acronimo si scioglie in "macroattività ambulatoriale complessa", secondo quanto previsto dal nomenclatore sanitario lombardo. È il luogo dove molte persone accedono, più volte al mese, per fare terapie lunghe e spesso pesanti, come le chemio, i pazienti si stanno organizzando.

Lo fanno col pieno sostegno dei clinici, in quel caso Laura Debora Locati, anche professoressa all’Università di Pavia, e Antonio Bernardo, oncologo “storico” della struttura e del personale infermieristico, squadra di professionisti accoglienti e attenti, con quel quid di umanità in più richiesto a chi tratta malattie così dure.

È successo che, alla fine dell’anno scorso, una paziente dell’Ambulatorio, dinnanzi alle ore trascorse attaccata alla flebo chemioterapica, si era detta che quell’attesa sarebbe stata miglior se ci fossero stati dei buoni libri da leggere. E, pensando che quella idea semplice e buona potesse essere condivisa e portare beneficio a tanti, ne aveva parlato con alcuni amici di associazioni di volontariato pavesi.

Ne era nato un tam tam solidale, come spesso succede, che aveva innescato donazioni di libri, con la Maugeri che aveva subito provveduto ad arredare lo spazio. Il risultato, una vera piccola-biblioteca nella disponibilità di tutti, pazienti e caregiver, aveva visto la luce (la storia la trovate qui).

Ma appunto da cosa nasce cosa e dal libro – sembra quasi l’indimenticata canzone di Sergio Endrigo – è nato un quadro: a realizzarlo i giovani ospiti dei centri diurni disabili Le Betulle, Il Naviglio e Il Torchietto, entrati in contatto con le associazioni che sostengono il Mac.

“L'immagine scelta”, spiega una nota della Maugeri, “è un quadro di Picasso rivisitato con tecniche miste con tempere e rilievo in carta crespa, in cornice in legno restaurata”.

"Ci siamo avvicinati a questo progetto grazie a Lina Fortunato e Manuela Scarpa, le due ideatrici della libreria nel Mac Oncologico – ha dichiarato Marina Milazzo, arte-terapista e educatrice della Cooperativa Solidarietà e Servizi – e abbiamo voluto esprimere attraverso un’immagine evocativa il richiamo alla lettura e alla solidarietà”.

Giovani disabili che pensano ai pazienti oncologici: in questa Italia sbrindellata, di tanto in tanto, qualche microscopica certezza di bene.

Per la cronaca, alla consegna dell’opera ha partecipato anche Anna Zucconi, assessore ai Servizi sociali del Comune di Pavia, che ha pronunciato parole non di circostanza: “Per questo progetto sono state coinvolte 19 persone dei Centri diurni disabili del Comune di Pavia, con l'intento di rappresentare alla collettività quello che i ragazzi sono in grado di fare. Il dono a un luogo di cura come la Maugeri è molto importante, è un segnale, un messaggio di grande valore, di impegno e solidarietà".

E sì, per fare un quadro, ci vuole un libro, avrebbe cantato Endrigo, se ci fosse stato ancora.

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