Cultura
Il sociale sui social: classifiche e buoni influencer
Uno sguardo al numero di luglio e agosto del magazine in distribuzione dal fine settimana e acquistabile online da subito. La selezione di 35 influencer con una forte vocazione sociale da seguire sulle maggiori reti sociali e la classifica delle performance su Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e Youtube delle maggiori organizzazioni del Terzo settore
Trentacinque influencer da seguire: li ha scelti la redazione di VITA, che ha dedicato il numero di luglio/agosto del magazine (la prossima uscita è prevista per inizio settembre), in edicola o acquistabile qui, a “Il sociale sui social”.
Sara De Carli, Sabina Pignataro, Emiliano Moccia, Veronica Rossi, Nicola Varcasia e Luca Cereda hanno infatti scandagliato il social network alla ricerca dei profili più interessanti, più sensibili a certi temi, più informati, più comunicativi. Non necessariamente quelli più seguiti anche se, certo, un loro pubblico ce l’hanno. E così, dall’ambiente ai diritti, dalla disabilità all’innovazione sociale, dall’education alla sostenibilità, passando anche da chi si occupa dei giovani, VITA individua il primo nucleo di quelli che, sul portale Vita.it, raggiungeranno a breve quota 100 (on line la settimana prossima, ndr).
Qualche nome? C’è Sirio Persichetti, il bambino colpito da tetraparesi che, su Twitter e Instagram, col profilo gestito dalla madre Valentina Perniciaro, sta cambiando la percezione della disabilità. O Iacopo Melio che, su Facebook, è diventato un punto fermo per chi si occupa di diritti e persone con disabilità. E ci sono i pedagogisti Alberto Pellai e Daniela Lucangeli i quali, sempre sul social di Mark Zuckerberg, sono riferimento per centinaia di migliaia di giovani, genitori e colleghi. A volte giovanissimi, come la tiktoker Muriel De Gennaro, che si impegna per la body positivity, o la instagrammer Adriana Bazgan, che incoraggia più giovani a convivere con patologie e disturbi che spesso comportano uno stigma sociale. E così, su Linkedin, Elena Stoppioni parla, con grande freschezza, di sostenibilità e Camilla Colucci, con la competenza della startupper, economia circolare, così come Leila Belhaidj racconta le migrazioni a oltre 50mila follower di Istagram, la stessa rete sociale in cui l’agricoltore-innovatore Giuseppe Savino è diventato un attore del cambiamento dalla sua Puglia.
Sul numero non mancano ovviamente le voci di chi, nel non profit, già gestisce la presenza digitale di enti ed associazioni, raccontando le strategie, i cambiamenti, i posizionamenti nuovi: le ha raccolte Anna Spena, scoprendo come si stia sui social, non solo per raccogliere fondi, ma soprattutto per comunicare a pubblici diversi, dai cittadini ai decisori politici, dai sociai giornalisti o per attrarre talenti professionali nella propria realtà. A corredo, la classifica sulle prime 100 realtà del Terzo settore per gettito di 5×1000, in rapporto alla loro presenza sui diversi social network: Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e Youtube.
Un mondo non profit cui si rivolge il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, tra i primi a riflettere sulla presenza online delle organizzazioni sociali, scongiurando a muoversi compatto sui social ma soprattutto “comunicando significati e non solo emozioni”.
Così come un social media strategist di lungo corso del calibro di Pietro Raffa consiglia le associazioni di non indulgere nella tentazione della visibilità correndo dietro a testimonial che, anche sui canali sociali, sono “buoni per ogni causa”: “la coerenza con il posizionamento dell’associazione è fondamentale”.
Non potevano mancare, ovviamente, anche le best practices del non profit, che non è certo all’anno zero. Come i video della cooperativa Il Sicomoro di Matera, boom su Tik Tok, l’app per il consenso alla donazioni organica, lanciata da Aido, il digital fundraising di Action Aid, l’applicazione di Moas, che consente di sostenere i migranti e firmare appelli per loro, il podcast di Sos Villaggi dei bambini, un vero viaggio nell’accoglienza, il canale multimedia del Centro Sportivo Italiano, declinato sui vari social, le dirette Facebook di Aisla, Cbm, AiBi, Fondazione Arché.
La terza parte del bookzine, alcune voci autorevoli parlano di algoritmo etico (Paolo Benanti), relazione digitale (Maria Laura Conte), fake news (David Puente), linguaggi (Pier Cesare Rivoltella), sicurezza (Luca Busi).
Un baedeker per le associazioni, per i volontari, per gli operatori sociali. Gente abituata a quotidiani bagni di realtà e per la quale il mondo virtuale – quello della Rete e dei social network – è stato, almeno nel passato, sentito non propriamente amico. Poi anche associazioni, gruppi, cooperative, proprio perché abituati a lavorare nel reale, hanno capito che la sfida del virtuale andava accettata.
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