Sostenibilità

Change Game: il videogioco italiano per combattere il cambiamento climatico

Progettato e sviluppato in Italia, il videogame porta il giocatore a confrontarsi con la complessità del cambiamento climatico affrontando il modo in cui ecosistemi sociali e naturali interagiscono

di Marco Dotti

Complessità è davvero la parola-chiave del nostro tempo. Una parola che, hanno recentemente ricordato Mauro Ceruti e Francesco Bellusci, dobbiamo imparare ad abitare. Ma che cosa significa abitare la complessità?

Quando le parti di un tutto non sono separabili e, quando c'è un tessuto interdipendente, interattivo e interretroattivo fra quelle parti e quel tutto possiamo parlare di complessità. Di conseguenza, abitare la complessità significa imparare a leggere i nessi, intuendo le coimplicazioni. Far parte di un tutto: come parte, senza pretesa di essere tutto.

Non stupisce, allora, che per approcciarsi alla complessità, che trova oggi il suo terreno di coltura e sviluppo soprattutto nelle sfide ambientali, si sia pensato a un videogioco. Italiano, etico, ad alto impatto educativo.

Abitare la complessità

Se il gioco è sempre una adattamento a un mondo possibile, Change Game punta a disegnare scenari esperienziali dentro i quali ognuno può rendersi conto delle conseguenze delle proprie scelte. Basato su scenari in cui i dati sono rigorosamente calibrati sulle ultime risultanze scientifiche, i giocatori di Change Game si trovano proiettati in uno dei tanti mondi possibili che prendono forma dalle nostre scelte.


Ogni azione ha infatti delle conseguenze in termini di rischio e di opportunità sia se guardiamo il singolo, sia se guardiamo il tutto: il sistema-mondo dominato dall'emergenza climatica.

Game Thinking

Sviluppato in Italia, basato su tecniche di gamification positiva, Change Game è uno strumento innovativo che si rivolge agli studenti dai 12 anni in poi. Punta a suscitare dibattiti e riflessioni, sia individuali che di gruppo.

A realizzarlo è stata una società specializzata Melazeta, digital house modenese che ha lavorato su un progetto coordinato e supervisionato dalla Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici).

A sua volta la fondazione ha interagito con EIT Climate-KIC, con i musei della scienza e con altre organizzazioni educative, rendendolo disponibile gratuitamente sugli store Google Play e Apple App Store, ma anche su Game to Human, la piattaforma creata da Associazione Italiana Interactive Digital Entertainment (IIDEA).

l focus degli obiettivi è basato su azioni virtuose di adattamento da perseguire per ridurre i livelli di CO2 entro un certo limite di tempo, per non incorrere in catastrofi naturali: se l’obiettivo “green” viene raggiunto o se la temperatura del pianeta aumenta di +4°C, infatti, la partita termina mostrando in tempo reale le migliori città risultanti dalle scelte di gioco.

Dato importante: per le fasi di progettazione e prototipazione del gioco sono stati seguiti i principi del Game Thinking, un metodo per creare un coinvolgimento duraturo dei giocatori. Giocatori che sono spinti a maturare una profonda conoscenza della complessità, passando successivamente all'atto secondo la logica from content to actions elaborata dalla neuroscienziata e game designer Amy Jo Kim. Giocando si impara, ma è imparando che si diventa attivisti climatici.

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