Welfare
Le grandi sigle europee della solidarietà/2. Medici senza frontiere.
Gli E.R. dei poveri. Da 31 anni denuncia le guerre umanitarie. Con 13mila volontari in 80 Paesi, hanno vinto un nobel per la pace
Allarme in Congo: erutta il vulcano di Nyiragongo». Bruxelles, 18 gennaio, tarda serata: la notizia arriva nel quartier generale di Medici senza frontiere international direttamente dal suo personale di Goma. Per i telegiornali, è troppo tardi. Per l?emergency pool dell?associazione premio Nobel per la Pace nel 1999, no: prima che faccia buio, prepara una lista delle emergenze da affrontare. La macchina umanitaria si mette in moto. Sabato all?alba, un team di esperti in eruzioni decolla dal Belgio per il Congo Orientale. Due ore più tardi, nella sede italiana dell?associazione, arriva la richiesta di un chirurgo da inviare in Africa. E a mezzogiorno del 19 gennaio, mentre una squadra di medici di stanza a Kigali raggiunge la città ruandese di Gyseyi carica di medicine e kit sanitari per la popolazione che fugge dalla lava, nelle 18 sezioni dell?organizzazione si fanno le prime stime sui volontari di cui ci sarà bisogno a Goma nelle prossime settimane: 15 espatriati e 50 collaboratori africani. Il tutto in meno di 24 ore dall?inizio dell?emergenza.
Da hippy a esperti
Rischi di scegliere il medico sbagliato su 3mila volontari che partono ogni anno o di mandarlo nel posto sbagliato con missioni in 80 Paesi del mondo? No, l?ufficio Risorse umane di Bruxelles ha un elenco coi profili di tutti i medici e gli infermieri reclutati dalle sezioni nazionali. Paura di ritrovarsi senza farmaci? Nemmeno, Msf ha quattro centri di distribuzione che garantiscono rifornimenti in tutto il mondo entro 24 ore. Mancanza di fondi? Con un budget annuale di 84,5 milioni di euro, il sostegno finanziario è assicurato. Sono un modello di efficienza e di efficacia da insegnare nelle facoltà di economia, i Medici senza frontiere. E pensare che negli anni 70, quando muovevano i primi passi in Francia, li chiamavano gli hippy del volontariato. No ai soldi dei governi. No alla guerra umanitaria. No al rispetto dei confini. No ai medici che devono suturare le ferite e cucirsi la bocca. Su questi principi, i 13 medici e giornalisti che il 20 dicembre del 1971 fondano l?associazione a Parigi, non transigono. I primi, fra cui l?attuale ministro della Salute francese, Bernard Kouchner, hanno constatato sulla loro pelle i limiti dell?azione umanitaria che può curare ma non denunciare, in Biafra dove, dal 1968 al 1970, vestono l?uniforme della Croce Rossa e assistono impotenti alla morte di un milione di persone. I giornalisti, invece, sono quelli di Tonus, rivista medica che dalle sue pagine informa e lancia appelli sul genocidio in corso in Biafra.
Volontari imprenditori
A 31 anni di distanza, quei ?no? valgono ancora. Sono scritti nella carta dei principi che forma il dna di Medici senza frontiere international: 18 sezioni nazionali dall?Australia alla Svizzera, di cui cinque operative, governate da un Consiglio internazionale che ha sede a Bruxelles in cui siedono i presidenti di tutte le sezioni. La meticolosità con cui li mettono in pratica? Certificata nel bilancio 2000: degli 84,5 milioni di euro raccolti, il 91% (76,9 milioni di euro) arriva da donazioni private e il restante 9% (7,3 milioni di euro) da fondi istituzionali come l?Unione europea. Nel 2000, il budget è stato speso per missioni umanitarie in Madagascar, Etiopia, Eritrea, Angola, Palestina e Kenya. Con l?etica degli inizi, ma una capacità d?impatto impensabile negli anni 70. Merito del premio Nobel per la Pace vinto nel 1999 ma, soprattutto, di un?associazione che negli anni 80 ha intrapreso la strada dell?impresa sociale: nel 1984, in Belgio, fonda l?Aedes, l?Agenzia europea per lo sviluppo della salute specializzata nel monitoraggio dei progetti di sviluppo; nell?86, a Parigi, Epicentre, centro studi epidemiologico; poco dopo, Msf Logistique, équipe che a Bordeaux si occupa di acquistare, stoccare e monitorare il materiale destinato alle sue missioni nel mondo. Comprese sale operatorie montabili grandi quanto un tavolo e kit per ostetriche che spedisce in tutto il mondo. Dal Libano, meta delle prime missioni di Msf negli anni 70, all?Iraq dove, nel 1991, l?associazione invia 75 aerei con 2.500 tonnellate di aiuti per chi fugge dal Paese.
Il prezzo della verità
In oltre trent?anni di attività, ai medici senza frontiere non è andato sempre tutto liscio: nel 1979, Kouchner lascia l?associazione, che rifiuta di politicizzarsi, per fondare Medici del mondo; nel 1981, in Afghanistan, l?esercito sovietico bombarda alcuni ospedali in cui operano i volontari; nel 1996, un gruppo di medici viene rapito in Cecenia; nel 2000, un?équipe di medici viene attaccata in Somalia. E poi ci sono gli scontri col potere politico: nel 1981, in Turchia, dove un medico e un?infermiera vengono chiusi in carcere per otto mesi, e nella Somalia del 1985, quando l?associazione è espulsa dal Paese per aver denunciato dirottamenti dell?aiuto umanitario e deportazioni forzate della popolazione. Ma l?associazione non molla. Anzi, continua a crescere formando una media di mille nuovi volontari l?anno che vanno ad aggiungersi ai 3mila espatriati in missione nel mondo e ai circa 10mila uomini reclutati da Msf direttamente nei Paesi in via di sviluppo. La loro missione?
Quella di sempre, sintetizzata dallo slogan della prima campagna pubblicitaria regalata all?associazione nel 1976 da un creativo che aveva letto di loro su Paris Match: «Medici senza frontiere: nella loro sala d?attesa, due miliardi di persone». Solo che la lista dei pazienti continua ad allungarsi.
Bilancio privato
84,5. Nel 2000, Medici senza frontiere international ha raccolto 84,5 milioni di dollari. Di questi, il 91% è stato donato all?associazione da donatori privati. In Francia, dove la non profit è nata, sono stati donati 25,7 milioni di euro, il 39% delle risorse private.
7,3. Degli 84,5 milioni di euro raccolti nel 2000, 7,3 milioni, ovvero il 9%, sono stati stanziati da organismi istituzionali. Tra cui spicca l?Unione europea: il suo denaro rappresenta il 51% dei fondi istituzionali ricevuti da Medici senza frontiere.
78,6. Sono i milioni di euro spesi dall?associazione nel 2000. La loro destinazione: 78,6 milioni di euro, ossia l?89% del totale, è stato usato per le missioni sociali realizzate in 80 Paesi di tutto il mondo.
5,1. Che percentuale del budget Medici senza frontiere dedica alla raccolta fondi? Nel 2000, 5,1 milioni di euro, ovvero il 6% del totale. Di un punto percentuale più basso l?ammontare destinato alle spese di struttura: 3,7 milioni di euro, il 5 per cento.
Quali principi
Oltre che al giuramento di Ippocrate, i medici senza frontiere devono attenersi a questa carta dei principi (sul sito www.msf.it).
Mission: i msf prestano opera di soccorso alle popolazioni povere, alle vittime delle catastrofi e delle guerre senza discriminazione.
Neutralità: i msf operano nello spirito di neutralità e rivendicano la totale libertà nell?esercizio della loro funzione.
Indipendenza: i msf mantengono totale indipendenza da ogni potere politico, economico, religioso.
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