Welfare

Diritti umani: in India la Enron li violava dal 1992

Lo prova un rapporto di Human Rights Watch

di Gabriella Meroni

Tra il 1992 e il 1998 l’impianto elettrico della Enron corp. costruito a Dabhol (India) ha comportato gravi violazioni dei diritti umani. Cio’ dimostra che le agenzie statunitensi devono esaminare piu’ attentamente i progetti che finanziano, prima di concedere il prestito. Secondo un rapporto di Human Rights Watch (HRW) del 1999, le societa’ indiane consociate alla Enron hanno pagato le forze di polizia per sopprimere l’opposizione dei cittadini all’impianto elettrico. La Enron e’ stata complice della violazione di tali diritti per diversi anni. L’opposizione alla costruzione dell’impianto era iniziata nel 1992 per i sospetti di corruzione e per l’eccessiva velocita’ con cui venivano condotti i negoziati riguardanti i termini e le condizioni dell’investimento della Enron. Gli agricoltori locali sostenevano di essere stati ingiustamente privati delle loro terre e contestavano il fatto che la poca acqua disponibile era stata deviata interamente per l’impianto. Alcuni attivisti hanno anche sollevato preoccupazioni sui potenziali danni ambientali. Il governo statunitense e’ responsabile delle conseguenze sui diritti umani per la lobby che ha esercitato a nome di tre compagnie americane. La Banca Mondiale aveva ripetutamente rifiutato di finanziare il progetto perche’ “economicamente non conveniente”, ma il governo degli USA concesse alla Enron 300 milioni di dollari in garanzie di prestito per il suo investimento a Dabhol. La Export-Import Bank richiede una valutazione delle implicazioni sui diritti umani per concedere suoi prestiti. Ma la valutazione del Dipartimento di Stato diceva che non vi era alcun motivo per rifiutare di concedere il prestito. Secondo Human Rights Watch i contribuenti americani hanno finanziato la complicita’ della Enron nella violazione di diritti umani, percio’ chiede al Congresso che venga istituito un ufficio di valutazione presso la Export-Import Bank. Nel 2001 il Congresso aveva introdotto un provvedimento per evitare le “disattenzioni” della Export-Import Bank. Ma l’amministrazione Bush, a capo della banca stessa, e molti rappresentanti delle multinazionali si sono opposti al provvedimento che e’ stato definitivamente affossato nello scorso Novembre. Il rapporto di HRW del 1999 documenta come gli appaltatori dell’impianto a Dabhol attaccavano ripetutamente i cittadini che esprimevano la propria opposizione. La polizia spesso si rifiutava di investigare le denunce, e in diversi casi, arrestava le vittime con accuse inventate. La Dabhol Power Corporation (una consociata della Enron) rimborsava le spese alle forze di polizia per la sicurezza che esse garantivano alla compagnia: tutto secondo quanto prevedeva la legge. Nel 1997 la polizia fece in’incursione in un villaggio di pescatori che si opponevano all’impianto, e arrestarono arbitrariamente dozzine di abitanti. Tra questi vi era la moglie di uno dei principali contestatori del progetto Enron. La donna fu spogliata in bagno a porte e finestre chiuse, e poi portata in strada per essere percossa con bastoni. Rimase incinta per 3 mesi. Sempre nel 1997 la polizia arresto’ 180 cittadini che manifestavano pacificamente davanti ai cancelli dell’impianto. Nel 1998 gran parte delle proteste erano cessate. La Enron e il governo locale ignoravano le denuncie dei cittadini. Adesso che la Enron e’ fallita, l’impianto e’ in vendita per altri appaltatori. (Fonte: Human Rights Watch, traduzione di Fabio Quattrocchi-Econotizie)


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