Volontariato

Cosa vuol dire essere comunità oggi? Torna il torneo filosofico degli studenti

Anche a distanza non si ferma il più importante appuntamento filosofico per la scuola italiana. Il 12 e 13 marzo si terranno le finali del torneo di disputa filosofica "Age contra" che ha coinvolto 6.300 studenti. Il tema delle Romanae Disputationes 2021 è “Affetti e legami. Forme della comunità”. Interveranno Massimo Cacciari, Stefano Boeri e Costantino Esposito

di Virginia Varriale

I prossimi 12 e 13 marzo, per la prima volta in diretta streaming, oltre mille studenti e docenti delle scuole superiori italiane si riuniscono per dibattere sul tema: “Affetti e legami. Forme della comunità”. È questo il titolo della VIII edizione del Concorso nazionale di filosofia per scuole superiori, Romanae Disputationes: anche a distanza non si ferma il più importante appuntamento filosofico per la scuola italiana.

Cosa vuol dire essere comunità oggi? L’uomo è per natura altruista o egoista? Come ripensare gli spazi e le forme della convivenza e dei legami? Sono queste alcune delle domande che hanno guidato il lavoro di migliaia di studenti in questi mesi e che saranno al centro dei lavori della due giorni. Dopo la lezione inaugurale di settembre, tenuta dal prof. Francesco Botturi dell’Università Cattolica di Milano, tra i 6.300 studenti partecipanti si sono formati oltre 160 team che hanno elaborato un contenuto filosofico originale in forma scritta o video e si sono preparati al torneo di disputa filosofica Age contra. Le semifinali di Age contra apriranno la giornata del 12 marzo, poi il pomeriggio di venerdì proseguirà con le lezioni e i dialoghi con Massimo Cacciari sul tema “Pensare la comunità. Affetti e legami” e a seguire con Stefano Boeri che rifletterà su “Progettare gli spazi della comunità”. Il sabato si svolgeranno le finali del torneo Age contra, ci saranno le conclusioni del prof. Costantino Esposito (Università di Bari) e le attesissime premiazioni.

Questa la testimonianza della professoressa Virginia Varriale.


Raccontare quanto sia stata impegnativa e sentita la nostra partecipazione al Concorso Nazionale di Filosofia di Romanae Disputationes 2021 è il modo più autentico per esprimere l’entusiasmo che ha animato i nostri studenti e le nostre studentesse, in questo difficile momento storico, confrontandosi, dialogando e scrivendo le proprie riflessioni su “Affetti e legami”: tema tanto cogente quanto complesso, di fronte ad un mondo che per certi versi sembra perdere di senso. La pandemia che stiamo ancora vivendo da più di un anno ha scosso e ribaltato quei ponti di ancoraggio a cui noi esseri umani ci aggrappiamo nella nostra quotidianità… la famiglia, la scuola, le amicizie, le relazioni con gli altri, sperimentando nella distanza cosa dia veramente valore alle nostre vite.

Quando ho proposto ai miei studenti di partecipare al Concorso, temevo in cuor mio che non avrebbero accettato a causa delle difficoltà della DaD, per l’impossibilità d’incontrarsi, di studiare insieme e condividere da vicino questa preziosa esperienza intellettuale ed umana. Ma non è stato così! Mi hanno meravigliato, come solo i giovani sanno fare con il loro desiderio di fare e mettersi in discussione. “Prof., proviamoci!”, “Sì, prof., è bellissimo!”, “Prof., andremo a Bologna?”, “Prof., ma come si scrive un saggio?”, “Prof., ci dobbiamo allenare per gli Age Contra!”, “Prof., ma io ho vergogna di parlare di fronte a tutti!”, “Prof. …, prof. …, prof. …”. Ho gioito dentro e ho avuto l’impressione che avevano bisogno, quanto me, di una sfida, di una prova che li facesse sentire in tensione, provocando una scia di emozioni belle e varie, che li avrebbe accompagnati per tutto il percorso.

E così è iniziata la nostra indagine sulla natura dell’uomo, sul suo essere egoista e/o altruista, sulla sua capacità di creare e distruggere legami, sulla sua necessità di costruire comunità per imparare a convivere con gli altri in modo giusto. Ci siamo anche interrogati su come il valore della giustizia possa trasformarsi fino ad annullarsi, se si passa da uno Stato liberale ad uno Stato totalitario. Ci siamo chiesti se l’istinto, quel conatus sese conservandi di spinoziana memoria, sia la sola molla che spinga l’uomo ad agire, a fare scelte, o se quell’istinto debba essere educato dalla ragione la quale, se portata all’eccesso, rischia di degenerare, mortificando le affezioni, minando la sfera emozionale e, ragionando insieme, abbiamo compreso che l’uomo non è solo βιος e λογος, ma volontà e libertà e che le sue azioni e le sue parole sono la chiara manifestazione del suo esserci nel mondo. Abbiamo seguito con interesse e curiosità le videolezioni dei professori universitari per Romanae Disputationes, arricchendo le nostre conoscenze, acquisendo uno sguardo più pieno di consapevolezza su quelle domande con cui l’essere umano da sempre si confronta.

I ragazzi hanno imparato a lavorare “distanti ma insieme”, hanno saputo trasformare gli incontri da remoto, ciascuno nella propria stanza, in occasioni speciali per fare filosofia, sentendosi stranamente più vicini, stranamente meno soli, stranamente parti di una comunità, formata da persone che cercano, indagano, dubitano, domandano, scrivono, correggono, rivedono le proprie posizioni e nel frattempo crescono e maturano idee… Quest’anno non andremo a Bologna, non entreremo nell’Aula Magna dell’Università e non potremo stupirci di vedere quanti studenti e quanti professori siano accomunati dall’amore per la filosofia, dalla gioia di stare insieme, scambiarsi sorrisi, fare amicizia con chi vive lontano da te ma studia quello che studi tu, e ascolta la tua stessa musica, o sente dentro quell’ebbrezza prima della disputa e si accorge che anche la squadra avversaria ha la stessa ansia di fronte ad una platea pronta a battere le mani e ad incentivare. Quest’anno saremo distanti gli uni dagli altri, attraverso i nostri pc seguiremo lezioni magistrali, assisteremo alle dispute, ascolteremo speranzosi i nomi dei team vincitori, consapevoli che questo tempo non è andato perduto, ma ci ha insegnato che senza la compagnia degli altri la nostra vita perde di sapore, che le emozioni ci “umanizzano” e che proprio dall’incontro con gli altri si genera il nostro vissuto, e ci siamo poi accorti che la filosofia ha avuto “cura” di noi.

Nelle foto, passate edizioni delle Romanae Disputationes

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