Non profit

Argentina: un altro credito è possibile

La Campagna di Sdebitarsi e Microfinanza

di Redazione

La Campagna si è rivolta al Governo ed al Parlamento per raccogliere informazioni utili a chiarire alcuni aspetti: il profilo debitorio dell’Argentina verso il nostro Paese, includendo crediti di aiuto, crediti all’esportazione e crediti privati (nelle mani di istituti di credito privati italiani o controllate); in merito ai crediti di aiuto, i termini con i quali la linea di finanziamento recentemente annunciata sarà applicata, sia sotto il profilo delle condizioni finanziare sia sotto l’aspetto delle finalità e degli strumenti; in merito a crediti all’esportazione, la crescita degli indennizzi da erogare a seguito delle recente crisi; le misure che saranno prese per tutelare i creditori privati italiani, in particolare i piccoli investitori. Sdebitarsi sollecita Governo e Parlamento a chiarire l’orientamento dell’Italia di fronte al problema più ampio del trattamento del debito estero dell’Argentina, ovvero la posizione del nostro Paese in merito alla possibilità di un default esteso e delle eventualità di una ristrutturazione del debito estero argentino (sovrano e privato). Nel quadro di questa iniziativa Sdebitarsi lancia la proposta di dare vita ad una Task Force costituita da parlamentari e associazioni ed ong per il monitoraggio delle politiche del Governo sul tema del debito, a partire dall?emergenza Argentina. La soluzione stabile ed efficace delle crisi sociali, economiche prodotte dal peso del debito estero continua ad essere un tema attuale ed imprescindibile per la definizione di serie politiche a favore dello sviluppo dei paesi più poveri. Sdebitarsi ritiene di fondamentale importanza sollecitare l?attenzione e l?iniziativa in relazione agli appuntamenti internazionali che avranno luogo nelle prossime settimane: il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre; la conferenza delle Nazioni Unite ?Finance for Development? a Monterrey in Messico, preceduta dal forum delle ONG. Liberare l?Argentina dal fardello del debito estero Un altro credito è possibile L?Argentina vive oggi una delle sue crisi più gravi e la comunità internazionale deve riconoscere le sue responsabilità e riprendere l?iniziativa. La soluzione è, prima di tutto, nelle mani del suo Popolo e delle sue Istituzioni, ma la via d?uscita da una situazione economica gravissima è ostacolata dal grave fardello del debito estero che l?Argentina è costretta a ripagare. Il debito estero è un cappio stretto intorno all?Argentina: è oggi stimato in 155 miliardi di dollari, ovvero tre volte le risorse disponibili per la spesa pubblica. Alla fine degli anni ?90, l?educazione assorbiva il 3,5% delle risorse del Paese, la sanità il 4,9%, mentre la restituzione del debito estero assorbiva il 9,1%. Il 37% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Nei 18 mesi compresi tra lo scorso ottobre 2001 e il marzo 2003, l?Argentina dovrebbe ripagare 75.3 miliardi di dollari: questo corrisponde al 27% della ricchezza prodotta in un anno e al 322% della ricchezza raccolta attraverso le esportazioni. Il governo argentino, per far fronte al ripagamento del debito ed alle condizioni del Fondo Monetario Internazionale, ha intrapreso una politica restrittiva fatta di riduzione della spesa pubblica, di aumento delle tasse e di controllo del sistema bancario che ha colpito severamente la popolazione. Una ricetta che è stata già applicata nel caso dei paesi più poveri ed altamente indebitati e che ha generato conseguenze devastanti sulla vita di milioni di persone e che ha lasciato irrisolto il problema del debito. E? necessario che i paesi e le istituzioni creditrici favoriscano la sospensione del ripagamento e la rinegoziazione del debito dell?Argentina, in modo che entrambi i processi possano avvenire in modo trasparente e non condizionato dagli interessi dei creditori più forti. La rinegoziazione del debito deve prendere in considerazione l?aspetto delle responsabilità e della legittimità del debito contratto nel periodo della dittatura passato, fra il 1976 e il 1983, da 7,8 miliardi a 46 miliardi di dollari- e gli effetti della svalutazione del peso, che annuncia una nuova crescita del costo dell?indebitamento. Il gruppo dei G8, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale devono sostenere la rinegoziazione del debito; l?Italia, per il suo ruolo nella comunità internazionale e per il solido legame con l?Argentina deve e può avere un ruolo decisivo in questo processo. Ma c’è bisogno anche di nuova iniziativa ugualmente importante. Di fronte al peggioramento continuo delle condizioni di vita e alla fine dell’erogazione di ogni credito da parte del sistema bancario, che già aveva ampiamente trascurato il milione e oltre di piccole e micro imprese del paese, organizzazioni italiane e argentine possono attivarsi per mostrare che “un altro credito è possibile”. Intendiamo sviluppare la proposta di costituire un Fondo di credito di emergenza, che poi possa diventare un fondo permanente di sostegno finanziario alla piccola e micro impresa e alle comunità locali. L’obiettivo centrale è sostenere lo sviluppo di istituzioni argentine di microcredito e microfinanza che mettano in pratica un altro modo di fare banca: un intervento per il credito al consumo, ai bisogni essenziali e per la ripresa delle attività produttive. Il primo passo è aprire un’agenzia a Buenos Aires con una prima dotazione di fondi sottoscritti da ong, organismi della finanza etica e anche soggetti della finanza ufficiale che decidano di accettare questa sfida. Per aderie all?appello spedire un email a proargentina@unimondo.org; >b>Adesioni: Paolo Acciari, Vittorio Agnoletto Lila, Arci, Attac Italia, Emanuele Betti, Marco Bindi – Associazione Botteghe del Mondo, Valeria Boldrini, Gianfranco Bologna WWF, Alessandra Cangemi, Alberto Castagnola, Chiama l’Africa, Giuseppe Crippa Movimondo, Nicoletta Dentico – Medici Senza Frontiere, Dario Di Gennaro, Andrea Di Turi, Patrizia Farronato, Forum Permanente del Terzo Settore, Mario Gay Cocis, Maurizio Gubiotti Legambiente, Max Hirzel, Antonio Landolfi – Aifo, Alberto Martano, Francesco Martone – Senatore Gruppo Verdi, Roberto Meregalli – Stop Millennium Round, Enrico e Chiara Morganti – Famiglie Insieme, Antonio Raimondi Vis, Giorgio Roversi, Ivana Sandoni – Fiom Bologna, Fabio Secchi, Sabina Siniscalchi Manitese, Marcello Storgato, Emanuele Squillantini, Patrizio E Tresoldi, Antonio Tricarico Campagna Per la Riforma della Banca Mondiale, Giacomo Verde, Antonio Versari Com.E.S. associazioni aderenti al Cocis: ACRA, AFRICA ’70, AICOS, APS, ARCS, CESTAS, CESVI, CIC, CIES, CISS, COSPE, CRIC, DISVI, GRT, GUS, GVC, ICEI, MAIS, N:EA, NEXUS-CGIL, ORLANDO, RC Ricerca e Cooperazione,RE.TE, SCI, SVILUPPO 2000, TERRA NUOVA. associazioni aderenti al Forum Permanente del Terzo Settore: ACLI, ADICONSUM, AGCI, AGESCI, AiBi, AICS, ANCST, ANOLF, ANPAS, ANSI, ANT, ANTEA, ARCI, ARCIRAGAZZI, Associazione per la Pace, Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti, AUPTEL, AUSER, AVIS, CILAP,CIPSI, CISP, Cittadinanza Attiva-MFD, CNCA, CNV, COCIS, Comitato per il Telefono Azzurro, Comunità Emmanuel, Comunità di Capodarco, Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Conferenza dei Presidenti delle Associazioni e delle Federazioni di Volontariato, Consorzio Etimos, CSI, CTG, CTM, CTS, EMMAUS ITALIA, ENDAS, EVAN, Federazione Compagnia delle Opere non profit, Federsolidarietà-Confcooperative, FICT, FIMIV, FIPEC, FITEL, FITUS, FIVOL, Volontari nel mondo – FOCSIV, Fondazione Cesar, Fondazione Exodus, ICS, InterSOS, Legambiente, LILA, MANI TESE, MCL, MODAVI, MOVI, Movimento di Difesa del Cittadino, MOVIMONDO, PGS, SCS-CNOS, UISP, UNPLI, U.S. ACLI, VIS, WWF.


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