Formazione

Assisi: rabbino Sirat, le nostre reponsabilità per Terra Santa

Il rabbino capo di Parigi chiede ai leader delle comunita' religiose ad assumersi ''responsabilita''', a prendere ''posizioni forti'' sul conflitto in corso in Terra Santa

di Redazione

Credenti di tutte le fedi in prima linea per la fine della spirale di violenza in Medio Oriente. E’ il rabbino capo di Parigi, Samuel Renee’ Sirat, a spingere i leader delle comunita’ religiose presenti oggi ad Assisi, primi fra tutti quelli delle tre grandi religioni monoteistiche abramitiche, ad assumersi ”responsabilita”’, a prendere ”posizioni forti” sul conflitto in corso in Terra Santa. Gli uomini di religione, e’ il monito lanciato stamane mentre viaggiava sul treno che lo portava ad Assisi, a volte peccano di ”eccessiva modestia” mentre e’ necessario ”fare una dichiarazione che possa essere presa realmente in considerazione e creduta da tutti”. ”E’ emozionante vedere gli uomini di religione, al piu’ alto livello -ha detto- che impegnano del tempo per venire ad Assisi per gridare la loro speranza di pace. Non e’ solo una testimonianza forte per il presente, ma e’ portatrice di speranza per l’avvenire dal momento che gli uomini del mondo sapranno che i leaders religiosi parlano di pace e non di guerra, non di terrorismo”. Quanto agli effetti, ”gli uomini di religione non possono prendere il posto dei politici, ma sono preoccupato per la piega che stanno prendendo le cose a Nazareth”. Secondo il gran rabbino di Parigi sulla moschea contestata (la costruzione della quale e’ stata ora bloccata da Sharon) ”se un comitato di saggi delle diverse religioni trovasse una soluzione per la questione della moschea, credo che le autorita’ politiche benedirebbero tale soluzione”. Ma e’ urgente soprattutto muoversi per la fine degli attentati dei gruppi estremisti palestinesi e le rappresaglie israeliane. ”Abbiamo responsabilita’ da assumere -sottolinea Sirat- delle posizioni forti da prendere per dire che non tolleriamo che il nome di Dio venga usato per la violenza, la guerra, la distruzione e l’assassinio. Dobbiamo fare una dichiarazione di pace che possa essere presa realmente in considerazione e creduta da tutti, a partire dalla Terra Santa, perche’ la violenza e’ contagiosa, ma anche la pace lo e’. E quando ci sara’ la pace a Gerusalemme, ci sara’ la pace in tutto il mondo”.


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