Volontariato

Assisi: sintesi del discorso del Papa

No ad ogni violenza e prima di tutto a quella che si ammanta del nome di religione

di Redazione

No ad ogni violenza e prima di tutto a quella che si ammanta del nome di religione, per cercare qualla pace della quale l’umanita’ ha bisogno soprattutto ora e che puo’ essere realizzata solo attraverso il perdono e la giustizia. Dopo i testimoni di pace, Giovanni Paolo II, da Assisi, ha cosi’ rilanciato le parole d’ordine che ne stano caratterizzando le sue affermazioni successive all’11 settembre. Di fronte ai ”conflitti che tengono in apprensione il mondo”, Giovanni Paolo II ha ribadito i ”due ‘pilastri’ sui quali poggia la pace: l’impegno per la giustizia e la disponibilita’ al perdono. Giustizia, in primo luogo, perche’ non ci pur essere pace vera se non nel rispetto della dignita’ delle persone e dei popoli, dei diritti e dei doveri di ciascuno e nellequa distribuzione di benefici ed oneri tra individui e collettivita’. Non si puo’ dimenticare che situazioni di oppressione e di emarginazione sono spesso all’ origine delle manifestazioni di violenza e di terrorismo. E poi anche perdono, perche’ la giustizia umana e’ esposta alla fragilita’ e ai limiti degli egoismi individuali e di gruppo. Solo il perdono risana le ferite dei cuori e ristabilisce in profondita’ i rapporti umani turbati”. ”Occorre umilta’ e coraggio per incamminarsi in questo itinerario”, ma ”le religioni debbono sentirsi al servizio della pace”. ” Lo hanno riconosciuto – ha ricordato – i partecipanti all’Assemblea interreligiosa tenutasi in Vaticano nell’ottobre 1999, affermando che le tradizioni religiose posseggono le risorse necessarie per superare le frammentazioni e per favorire la reciproca amicizia e il rispetto tra i popoli. In quella occasione fu pure riconosciuto che tragici conflitti sono spesso derivati dall’ingiusta associazione della religione con interessi nazionalistici, politici, economici o di altro genere. Ancora una volta noi, insieme qui riuniti, affermiamo che chi utilizza la religione per fomentare la violenza ne contraddice l’ispirazione piu’ autentica e profonda. E’ doveroso, pertanto, – ha detto ancora una volta Giovanni Paolo II – che le persone e le comunita’ religiose manifestino il piu’ netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosita’, facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l’uomo. L’offesa dell’uomo e’, in definitiva, offesa di Dio. Non vi e’ finalita’ religiosa che possa giustificare la pratica della violenza dell’uomo”. Giovanni Paolo II, come spesso gli accade in occasioni straordinarie, appare rivitalizzato dalla Giornata. Durante il suo discorsoo ha anche improvvisato, giocando sul vento che soffia sulla citta’, paragonato, al ”soffio dello Spirito santo”. Con il discorso del Papa si e’ conclusa la prima parte della Giornata, che si e’ prolungato oltre un’ora sull’orario previsto, tanto che il Papa ha tagliato alcune parole del testo preparato. Ora gli esponenti religiosi si recheranno a pregare separatamente, come ha sottolineato lo stesso Papa, all’interno del sacro convento di san Francesco, del quale Giovanni Paolo II, ha rammentato l’amore per la pace e per la ”meraviglia ogni giorno rinnovata”, con la quale ”constatiamo la varieta’ con cui la vita umana si manifesta, a partire dalla polarita’ femminile e maschile, fino a una molteplicita’ di doni caratteristici, propri delle diverse culture e tradizioni, che formano un multiforme e poliedrico cosmo linguistico, culturale ed artistico. E’ una molteplicit` chiamata ad integrarsi nel confronto e nel dialogo per l’arricchimento e la gioia di tutti”.

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