Economia
Come difendersi dagli euro aumenti
Con la nuova moneta i consumatori sono chiamati a essere vigilanti
Sono legittimi gli aumenti legati all?introduzione dell?euro, nel settore privato e nelle tariffe pubbliche?
Daniela C. (email)
Risponde Christian Carosi
Non esistendo una disciplina legislativa che imponga limiti agli aumenti nel commercio privato, la scelta dei negozianti di ritoccare i prezzi è libera, in virtù di un principio fissato dall?articolo 41 della Costituzione. L?unico caso in cui non si possono compiere manovre speculative è quando ciò possa tradursi in un aumento generalizzato, tale da integrare un pericolo per la situazione economica generale (art. 501 bis Codice penale): si pensi a chi detiene il monopolio di un prodotto in una certa zona. In tutti gli altri casi, l?acquirente si dovrà premunire di selezionare tra i commercianti quelli che non approfittano della situazione. È bene ricordare che la libertà di iniziativa economica non corrisponde alla libertà di procurarsi un ingiusto profitto, inducendo taluno in errore, con artifizi e raggiri: in questo caso si parla di vera e propria truffa (art. 640 c.p.).
Le difficoltà che molte persone hanno nell?uso dell?euro,potrebbero incentivare atteggiamenti poco corretti, se non addirittura penalmente rilevanti: si pensi all?ipotesi di chi incassa somme superiori al dovuto, approfittando dei calcoli errati lire/euro. Un commerciante ha l?obbligo di eseguire il proprio lavoro in buona fede (art. 1375 Codice civile).
Per le tariffe pubbliche esiste una delibera del Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica del 15 novembre 2001 che invita le amministrazioni pubbliche a evitare aumenti tariffari in concomitanza con le operazioni di conversione. Peccato che poi gli aumenti siano riconosciuti validi, laddove una norma esistente nell?ordinamento nazionale preveda un aumento da effettuarsi con l?inizio dell?anno (ossia quasi sempre!).
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