Formazione

Greccio, l’ammirabile segno

Greccio, 1.500 abitanti circa in provincia di Rieti ma ad un filo di terra da Assisi. Il piccolo comune guidato dal sindaco Emiliano Fabi è nella piccola valle reatina che custodisce il primo presepe al mondo, quello che san Francesco realizzò nel Natale del 1223, in una notte in cui Greccio divenne "la nuova Betlemme". Quest'anno a Greccio si celebrano gli 800 anni da quella prima rappresentazione della Natività. Nel dialogo con il sindaco Fabi cerchiamo di conoscere la vita del piccolo comune oltre il presepe

di Gabriella Debora Giorgione

Un patrimonio inesauribile di luoghi e storie e sogni e segni: questa è l'Italia dei piccoli comuni. Oggi arriviamo in una piccola valle nella quale si respira l'intensità della spiritualità feconda e leggera di Francesco. Un luogo allegro, ma nel quale l'esigenza di profondità richiama il silenzio.

«San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento è penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità», si legge nella Lettera apostolica Admirabile signum firmata da papa Bergoglio a Greccio, sull’altare della grotta che custodisce la memoria del primo presepe che san Francesco realizzò nel Natale 1223. Una scelta significativa: infatti, prosegue il testo papale, «il luogo stesso dove si realizzò il primo presepe esprime e suscita questi sentimenti. Greccio diventa un rifugio per l’anima che si nasconde sulla roccia per lasciarsi avvolgere nel silenzio».
Il primo a raccontare l’episodio del Presepio di Greccio è fra Tommaso da Celano che scrisse la prima biografia di San Francesco. È la notte di Natale del 1223. Gli araldi di Giovanni Velita hanno convocato la gente che è accorsa in massa. Giungono anche molti frati convocati da altri luoghi. Arriva Francesco d'Assisi, trova tutto preparato e se ne rallegra. La notte è rischiarata dalle fiaccole dei molti convenuti; Francesco parla loro e racconta della piccola città di Betlemme e del mistero dell’Incarnazione. È tale e tanta la forza evocativa delle parole di San Francesco che uno degli astanti ha una visione. Vede nella mangiatoia prendere vita un bimbo vero in carne e ossa. Il miracolo è compiuto. Greccio quella notte è la nuova Betlemme. Il Poverello di Assisi diede inizio alla Sacra Rappresentazione del Presepe che viene costruito ogni Natale in tutte le case del Mondo per ricordare la nascita di Gesù. È qui, a Greccio, che incontriamo il sindaco Emiliano Fabi, con il quale vogliamo conoscere Greccio al di là del presepe.

Sindaco Fabi, Greccio ha 1.500 abitanti circa: come siamo messi a spopolamento?
Greccio ha subìto un importante spopolamento nei decenni precedenti a questo periodo, dopodiché c'è stata una sostanziale stasi della fuga probabilmente legata sia al fatto che ci troviamo su una direttrice abbastanza importante, quella tra Rieti e Terni, e questo garantisce la vicinanza ai capoluoghi principali, sia sicuramente uno stile di vita migliore rispetto a quello delle città. I servizi sono più o meno garantiti, abbiamo le scuole dall'infanzia fino alla secondaria di primo grado e ovviamente c'è anche il plusvalore di vivere nel luogo del primo presepe al mondo.

Quanti bambini 0-14 anni ci sono a Greccio?
Circa 120 bambini. L'asilo nido dovrebbe essere costruito all'interno di un appalto iniziato anni fa, ma che purtroppo al momento non è ancora partito. La fascia delle scuole superiori, circa una quarantina di ragazzi, va a Rieti con il trasporto scolastico pubblico che però non è né agevole né molto comodo anche per gli altri cittadini, anziani soprattutto. La regione dovrebbe interamente rivedere il piano di trasporto locale.

Ho visto che il comune è suddiviso in frazioni…
Sì, Greccio è composto da quattro frazioni. La frazione che è sede comunale è Limiti di Greccio, si trova a valle ed è quella più popolata, circa 800 abitanti; poi c’è la frazione di Spinacceto sempre a valle, seconda più popolata con circa 400 unità; quindi Sellecchia, la più piccolina, e poi c'è il nostro capoluogo, il nostro piccolo gioiello, a 700 metri di altitudine, che è il centro storico e che però è veramente poco popolato. Lì si trova la vecchia sede comunale ed è abitato dagli “storici” cittadini di Greccio. Adesso stiamo registrando, negli ultimi anni, un piccolo incremento di acquisti di immobili, soprattutto da parte di persone che arrivano da fuori.

Ci fa un quadro sociale di Greccio?
Mi occupo di sociale da tempo, anche nel mio ruolo di consigliere d'amministrazione del Consorzio sociale Rieti 1, che è una struttura sovracomunale costituita da 25 comuni del reatino che gestisce le politiche sociali per tutti, compreso il comune capoluogo. A Greccio abbiamo una struttura che reputiamo un po' un fiore all'occhiello che è un centro socio-assistenziale per persone adulte con disabilità. A breve contiamo di finire i lavori, sempre nella stessa struttura, per ospitare un “dopo di noi”. Nell'ambito del Pnrr siamo anche destinatari di ulteriori risorse per attivare esperimenti di co-housing sul nostro territorio. Sulle ludopatie per fortuna non abbiamo registrato una particolare criticità, abbiamo percettori di reddito di cittadinanza per i quali sono stati attivati i percorsi di lavoro.

L’incremento di richiesta di abitazioni e le nuove residenze hanno fatto aumentare anche l’economia di Greccio?
Sicuramente il piccolo commercio rappresenta una voce importante dell’economia di Greccio che per qualche anno ha subìto un decremento. Oggi abbiamo segnali di ripresa anche grazie ai flussi turistici: sono nati diversi bed and breakfast, abbiamo una grande struttura ricettiva che si è riattivata circa un anno fa, abbiamo quattro ristoranti, diversi bar, tutto ovviamente legato al turismo. Ma è una ripresa molto molto lenta.

Come mai?
C’è un problema culturale. C’è il timore nella comunità di una possibile "perdita di identità" nel momento in cui essa divenga “patrimonio comune”. Su questo secondo me c’è una grossa sfida culturale da affrontare. Il presepe è un patrimonio che noi abbiamo il dovere di custodire, ma la "custodia" non deve mai essere scambiata con “la proprietà”, la cui difesa comporta chiusura.

Lei è alla sua prima esperienza, come mai ha deciso di fare il sindaco?
Sono nato a Rieti, ma mi trovo a Greccio perché ho una farmacia qui, era la farmacia di mio padre. Dieci anni fa volevo impegnarmi, volevo fare qualcosa per Greccio, mi sono messo in gioco e sono entrato in consiglio comunale. Poi alla elezione successiva con alcuni amici abbiamo deciso di provare questa sfida. In questi quattro anni abbiamo attivato molti progetti, abbiamo incontrato due volte il Papa, sono stati davvero anni belli nonostante il Covid.

Si ricandida oppure si è pentito?
Se si dovesse ragionare sul lavoro svolto, io penso che cinque anni non siano sufficienti per avere la misura del lavoro fatto perché non sarebbe possibile neanche vedere completati tutti i lavori cantierati. Vedremo, decideremo insieme agli amici con cui ho cominciato e con quelli che nel frattempo si sono uniti a noi.

Ora vi aspetta l’impegno degli 800 anni del primo presepe al mondo…
Abbiamo creato il Comitato per l'ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe che si è insediato sul finire del 2021, stiamo cercando di recuperare un pochino il tempo perduto. Una sfida importante anche perché a noi è stato dato un compito che finora non era stato dato mai a nessun comitato, ossia quello di tentare di realizzare infrastrutture legate alla fruibilità dei luoghi.

E cosa farete?
Nella nostra visione c’è un sistema integrato: vediamo Greccio ma, più in generale, vediamo tutta la valle santa reatina. Faremo degli interventi su Greccio, ma anche su Rieti e su alcuni altri tratti del Cammino di Francesco. In particolare, il primo intervento sarà l'abbattimento completo delle barriere architettoniche del Santuario di Greccio, un lavoro di quasi un milione di euro che ci consentirà, attraverso la realizzazione di due ascensori, di rendere fruibile la grotta del presepe anche a persone con disabilità. Faremo un intervento simile, anche se più piccolo, al Museo internazionale dei presepi e interverremo sul “Sentiero della Cappelletta”, che è il primo eremo di san Francesco, per fare in modo che sia maggiormente visitabile. Infine, prevediamo interventi sper quasi 600mila euro sulla fruibilità del Cammino di Francesco che collega tutti e quattro i santuari francescani della valle reatina e stiamo acquistando delle Joëlette che possano far percorrere il cammino di Francesco anche a persone con disabilità.

Qual è il messaggio più forte del presepe di Francesco?
Francesco torna dalle Crociate a Greccio, che gli ricorda molto Betlemme. Il messaggio di Francesco è un messaggio di pace. Quale messaggio più forte potrebbe venire in questo momento storico se non quello di pace? Non esiste un messaggio più potente del presepe e se tutti sapessero quello che porta con sé il presepe di Francesco rifletterebbero sul senso e sulla necessità della Pace.


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