Famiglia
Violenza sui bambini: entra in vigore il protocollo Onu
E' entrato in vigore il protocollo che rinforza la Convenzione Onu sui diritti del bambino
Il protocollo sul traffico dei bambini, e sul loro sfruttamento ai fini della prostituzione e della pornografia è finalmente entrato in vigore. Lo ha annunciato l’Unicef, giudicandolo un passo avanti nella lotta contro lo sfruttamento e la violenza nei confronti dei bambini.
Il protocollo entrato in vigore venerdì scorso è uno dei due adottati dall’assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 maggio del 2000. Il suo scopo è quello di rafforzare la Convenzione sui diritti del bambino e criminalizzare le violazioni dei diritti dei minori, come il traffico e la vendita, il commercio degli organi, l’adozione illegale, la prostituzione e la pornografia. Il protocollo sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale, dell’informazione e delle campagne per combattere “il traffico multi miliardario legato al commercio del sesso”, oltre alla necessità della coooperazione internazionale per combattere la povertà e il sottosviluppo, che vengono indicate come due delle cause dello sfruttamento infantile.
Secondo l’UNICEF, circa un milione di bambini ogni anno, soprattutto bambine, sono vittima di violenza e sfruttamento. Si tratta spesso rifugiati, orfani, bambini abbandonati, bambini che lavorano come servi domestici o quelli coinvolti in conflitti armati.
Carol Bellamy, direttore esecutivo dell’Unicef, ha descritto il protocollo appena adottato come una testimonianza della volontà della comunità internazionale di sradicare il commercio che si basa sullo sfruttamento infantile, ma anche sottolineato l’urgenza dell’applicazione delle normative da parte dei singoli Stati. Il protocollo finora è stato firmato da 89 Paesi e ratificato da 16.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.