Mafia Capitale

Danese: «Vi racconto la mia svolta capitale»

di Vittorio Sammarco

Dialogo con l'assessore alle Politiche sociali alla vigilia del maxiprocesso: «ho costituito La Cabina di regia per l’accoglienza (in cui al momento sono presenti 96 associazioni un rete di Fondazioni imprese e commercianti) perché vogliamo coniugare l’accoglienza in tutte le sue forme, dai senza fissa dimora agli immigrati, a tutti coloro che hanno bisogno. Per me che vengo dal mondo del volontariato è importante che le cose vengano fatte e decise insieme»

“Non mi sento commissariata, appena arrivata mi sono messa notte e giorno a lavorare, facilitata anche dal fatto che ero abituata nel mondo da cui vengo, a lunghe fatiche … Venire da certi mondi può aiutare perché sei al servizio dei cittadini”.

Lo dice con fermezza Francesca Danese, alla guida dei Cesv del Lazio prima che venisse chiamata dal sindaco Marino a prendere in mano il difficile Assessorato alla Politiche sociali, non direttamente toccato eppure travolto nell’immagine pubblica dalle questioni di Mafia Capitale. Poi il rapporto Gabrielli e “l’accompagnamento” del sindaco deciso dal governo a fine estate. Lavora anche 18 ore al giorno, e – purtroppo – sotto scorta, da quando ha ricevuto alcune minacce giudicate serie dalla Procura.

Ma no, non si sente “affatto commissariata perché su alcuni temi dei quali mi occupo ogni giorno, avevo già una relazione operativa con il prefetto, fermo restando che non ha un compito di tutela ma di coordinamento. Per me proprio non è cambiato niente. Anzi devo ringraziarlo perché sulla questione ‘transitanti’ c’è stata una grande attenzione declinata non solo in termini di sicurezza pubblica, ma di sicurezza sociale. Non ho paura di verifiche e controlli.”

Sì ma il clima che si respira in città è davvero pesante. Come se ne esce?

Questa è una giunta di persone competenti che si sta impegnando fortemente, con una grande coesione e uno scambio reciproco che aiuta per gli impegni importanti che ci attendono, come il Giubileo. Stiamo cercando di mettere mano alla macchina amministrativa perché la questione sta anche in questo: laddove la tecnica si sostituisce alla politica, i danni prodotti rischiano di diventare grandi. Tecnica e politica devono andar insieme. E grazie alle nuove regole per i bandi decise dall’assessore Sabella si è fatto un gran passo in avanti. Qui ho trovato persone fortemente motivate, anche se è uno degli assessorati bersaglio, persone preparate che hanno voglia di lavorare e che bisogna mettere in grado di agire per dare un segnale di cambiamento. Mi è stato possibile fare una rotazione solo pochi giorni fa!

E ciò a fronte di una drammatica riduzione delle risorse…

La cosa che mi fa più arrabbiare è che quando ci sono stati i mascalzoni c’erano più risorse, e in un momento come questo che avrei più bisogno di risorse, per esempio per chiudere definitivamente i campi Rom, o per fare anche azioni innovative che sto comunque facendo (penso ai passi avanti sull’Abitare, sulla Cabina di Regia per l’accoglienza …) non ci sono. Esempio: da aprile a oggi abbiamo gestito ben 28.860 transitanti, oltre a tutto il resto dell’ordinario!

Proprio oggi nella sua relazione Cantone afferma che c’è stata una continuità sostanziale tra le giunte Alemanno e Marino …

Il sindaco appena arrivato ha chiamato la guardia di finanza e ha consegnato i documenti. E’ stato la persona che ha alzato il tappo e si è reso conto che qualcosa non andava, e gliene va dato merito. Dopodiché, i processi di cambiamento richiedono dei tempi non brevi. Cantone in realtà non dice che c’è stata una continuità, dice che in alcuni settori le cose che sono state fatte, non sono in antitesi con le leggi, si possono fare, sì, ma sarebbe stato meglio non farle. E’ questo il tema: i cosiddetti prolungamenti tecnici. Quando si trovano degli affidamenti diretti, prima di potere fare delle gare ci vuole del tempo. Prima di lasciare persone senza assistenza domiciliare o abbandonare un parco, si fanno dei prolungamenti tecnici, laddove c’è stata comunque una gara a monte. Io ho trovato tanti affidamenti diretti. Ma purtroppo capitiamo in un periodo di scarse risorse … Quei dati sono vecchi, fermi ad un periodo precedente a quando siamo arrivati io e arrivato l’assessore Sabella, quando il sindaco ha sentito la necessità di rafforzare la squadra. Posso dire che appena sono arrivata ho fatto 45 gare. Ho fatto la prima gara europea sulla casa, mai vista una cosa del genere a Roma! Stiamo dando una sferzata incredibile, si tratta di far capire alla città i cambiamenti che stiamo producendo. E che richiedono tempo!

Ma può bastare per invertire la rotta?

Bisogna anche lavorare sulla modifica culturale della città. E’ importante. Quando trovo 875 case occupate da persone che non ne hanno diritto e che hanno fatto anche compravendita del bene comune, e in parallelo ho una lista di persone che aspettano con diritto di entrare nelle case popolari, rilevo che c’è qualcosa che non va. Appena sono arrivata ho fatto uscire la graduatoria sugli aventi diritto(che dovrebbe uscire ogni 6 mesi e non usciva da due anni). Ora farò la seconda fra un po’.

Forse questo cose non si sanno perché c’è una stampa che non ci ama moltissimo… E questo provoca un clima che dobbiamo cambiare, è una battaglia che dobbiamo vincere insieme. Perché va detto anche che c’è una gemmazione di cose interessanti. Per questo ho costituito La Cabina di regia per l’accoglienza (in cui al momento sono presenti 96 associazioni un rete di Fondazioni imprese e commercianti) perché vogliamo coniugare l’accoglienza in tutte le sue forme, dai senza fissa dimora agli immigrati, a tutti coloro che hanno bisogno. Per me che vengo dal mondo del volontariato è importante che le cose vengano fatte e decise insieme. La cabina è il volano per produrre coesione sociale. Vorrei arrivar al prossimo bilancio, e per questo sto lavorando con docenti universitari, per contare anche ciò che non si conta, cioè tutto l’impegno di questi cittadini e queste associazioni. Un lavoro di coesione sociale e che senta l’orgoglio di stare a Roma e che se si mettono insieme riescono anche ad essere pungolo per la pubblica amministrazione.

Stiamo facendo un lavoro importante sui due assessorati che ho Casa e Politiche sociali, vogliamo che venga declinato un livello di Welfare che tenga insieme questi due temi per fare una seria politica di lotta alla povertà. Con una nuova azione con gli altri colleghi di giunta con i quali ci vediamo tutti i giorni. Avrete tutti delle sorprese importanti … Ma ho una preoccupazione grande…

Quale?

Mi preoccupano le cooperative di tipo B. Non dobbiamo buttare via “l’acqua sporca con il bambino”. Dobbiamo salvaguardare quella cooperazione sana che c’è, anche a Roma, e sono tutti quelli che hanno avuto le porte chiuse e non potevano più entrare. Ora la mia porta è aperta, e anche quando mi contestano (i luoghi del mio assessorato sono costantemente “occupati”…) sono aperta al confronto e al dialogo. Voglio far capire che il momento è difficile. Ma non vorrei che venga buttata via un’esperienza importante per questo Paese che ha consentito di dare lavoro ai portatori di handicap, ai detenuti, alle persone con Hiv; a tutti quelli che avrebbero fatto fatica. Un lavoro che sto facendo è andare a guardare proprio quanto è applicata la 68/99 (la legge sull’inserimento lavorativo di fasce svantaggiate, ndr). Penso, confrontandomi anche con l’assessore Sabella, che a volte il massimo ribasso d’asta non fa bene. Mi preoccupa anche che a volte può gareggiare solo chi ha un bilancio alto, che significa escludere a monte tutte quelle realtà, di cui Roma è piena, che sono piccole ma che conoscono bene il territorio e che lavorano con trasparenza e non sono mai rientrate dentro Mafia Capitale.

Come si può ovviare?

Bisogna trovare un modo, anche Cantone fa riferimento a questo. Ma come si fa? Bisogna trovare un modo a partire da queste premesse. E su questo – sia detto per inciso – anche la riforma del Terzo settore ora al Senato dovrebbe fare un passaggio in più con una riflessione più profonda. Perché – e su questo sono in piena sintonia con Cantone – bisogna tornare alle origini dei valori della cooperazione

Nota amara: le riflessioni del Cardinal Vallini, che dice che questa è una città in anemia spirituale e in degrado etico, c’è bisogno di una linfa vitale. Da ove può venire?

Credo che Roma abbia bisogno di uno scatto. Accanto a quest’ azione amministrativa di cambiamento e di rinascita che stiamo portando avanti ci deve essere una partecipazione della città e delle persone. La città va coinvolta. Ci sono delle eccellenze preziose: scorre davanti ai miei occhi l’immagine dell’housing sociale a Ponte di Nona, dove ci sono anziani che anziché stare nelle case di riposo vivono insieme e fanno anche attività ricreative e culturali. Mi hanno detto: “assessore, cosa possiamo fare perché la qualità della nostra vita sia conosciuta dagli altri?”. Credo che sia indispensabile informare i cittadini tutti i giorni sul cambiamento che stiamo producendo C’è bisogno di sentirsi parte di una città in tutti i suoi angoli. Anche con un po’ di rispetto in più per i Beni comuni. Per esempio sulla casa, pretendo che ci sia anche maggior attenzione all’acqua e al risparmio energetico, perché finora chi viveva da anni nei residence, avendo tutto gratis, dava per scontato che il comune fosse un limone da spremere. Bisogna rendersi conto che Roma è ciascuno di noi.

Ora c’è la sfida del Giubileo, come ci si difende dal rischio di “ricadute?

C’è vigilanza e controllo tutti i giorni. Ci sono regole nuove per le gare. Non è che se ci hanno concesso le deroghe significa poter fare ciò che si vuole … Spero che i cittadini si rendano conto che stiamo facendo un lavoro in corsa, aspettando il trasferimento delle risorse. E poi con questa modifica anche della macchina amministrativa, che abbiamo trovato farraginosa e stiamo cercando di snellire il più possibile. Stiamo lavorando anche perché la Cabina di regia dell’Accoglienza sia fortemente impegnata su questo fronte, con il Csv il Terzo settore e cittadini che si sono già offerti per ospitare le famiglie; abbiamo promosso l’iniziativa “adotta un pellegrino” (che so essere piaciuta molto al Papa); ci sarà un coinvolgimento dei centri anziani, delle periferie … Ecco, è un lavoro importante che sto cercando di fare, in sintonia con quello che dicevo prima. Si va poi finalmente verso l’accreditamento delle strutture, e questo è un argine verso Mafia Capitale, perché per essere accreditato bisogna avere alcuni requisiti.

Una nota personale, infine: mai venuta voglia di mollare con questa situazione d’insicurezza?

No, perché amo tanto la mia città. Certe giornate amare (filo di commozione, ndr.) vengono poi elaborate e digerite da tutta questa gemmazione i nuovo. Penso a molti giovani che telefonano e chiedono di impegnarsi per la propria città. Penso al lavoro fatto con le associazioni per le residenze, penso agli assessori dei municipi, uomini e donne che si stanno impegnando con fatica, penso alla partecipazione ai miei colleghi di giunta anche su temi complicati.

E poi c’è una novità che mi dà ancora più forza per insistere: stiamo candidando Roma a Città europea del volontariato per l’anno 2016. Se lo merita, Roma, e tutte le persone per bene, cittadine e cittadini, associazioni, laiche cattoliche, cooperative che non vedono l’ora di chiudere il capitolo Mafia Capitale. E li ringrazio, come ringrazio tutti quelli che mi stanno vicini e stanno sopportando con me non poche fatiche…

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.