Famiglia

Ai confini col Pakistan. India, sos mine

Oltre a spezzare vite umane, più di 100 in poche settimane, gli ordigni piazzati al confine pakistano riducono in povertà migliaia di agricoltori. Costretti alla fuga

di Redazione

La decisione del governo indiano di disseminare mine antiuomo lungo i suoi tremila chilometri di confine col Pakistan ha già fatto delle vittime. Ma non sono pakistane. A perdere la vita a causa della nuova politica di Delhi che viola il Trattato di Ottawa del 1997 sull?utilizzo degli ordigni antiuomo, per il momento sono gli indiani. Nella seconda settimana di gennaio sono 29 i soldati morti a causa dell?esplosione di un camion che trasportava mine a Muhawa, un villaggio del Punjab vicino al confine pakistano. E prima di loro, una decina di contadini e soldati travolti, a fine dicembre, dallo scoppio di un altro convoglio carico di ordigni nel Rajasthan. Il bilancio dei morti, purtroppo, non è l?unico metro per misurare i disastrosi effetti della decisione indiana. Secondo il quotidiano inglese Guardian, a pagare per la politica di Delhi sono soprattutto le fasce più basse della popolazione. A cominciare dai contadini di Muhawa, le cui terre sono state sequestrate dal governo per diventare campi minati. Risultato: coi bufali e le mucche che non avevano più erba da brucare, anche i contadini sono stati costretti a lasciare il villaggio. Senza alcun preavviso e senza alcun risarcimento da parte del governo. «La metà dei 4mila abitanti del villaggio, inclusi donne e bambini, se ne sono andati», ha spiegato al Guardian Kabal Singh, contadino di Mukawa. Come molti altri, Kabal si è accorto di quello che stava succedendo solo quando nel villaggio è arrivato un primo gruppo di soldati. Che, scaricate casse sigillate, hanno iniziato a piantare mine nei loro campi. Fra i più fertili dell?India. Il destino di chi è costretto ad abbandonare i villaggi? Vagabondaggio in cerca di cibo e di nuovi campi. Succede lungo tutto il confine fra i due Paesi in guerra per il Kashmir, trasformato nella barriera protetta più lunga del mondo: dall?Oceano indiano all?Himalaya. Il numero degli ordigni disposti lungo il confine? Nessuno lo sa. L?unica cosa certa è che India e Pakistan, insieme a Stati Uniti, Russia e Cina, nel 1997 si sono rifiutati di firmare il trattato di Ottawa. E che entrambi i Paesi possiedono un grande arsenale. Secondo la campagna internazionale per la messa al bando delle mine atiuomo, quelle in possesso di Delhi sarebbero 5 milioni mentre Islamabad ne avrebbe più di 6 milioni. Per i contadini del Punjab, e delle altre regioni lungo il confine, questo vuol dire una cosa sola: povertà, pericolo di vita, fuga. Ovvero lasciarsi tutto alle spalle. «Quella luce là in fondo segna il posto di frontiera col Pakistan», spiegano a Mukawa, «nei campi qui sotto ci sono solo alcune mine. Da qui al confine, invece, è pieno».


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