Economia

Cooperative: appello di Bertinotti

Rifondazione comunista si candida a rappresentare le istanze delle cooperative nel difficile confronto con il governo

di Giampaolo Cerri

Bertinotti si candida a rappresentare il mondo della cooperazione italiana. Rifondazione comunista ha infatti lanciato un appello alla mobilitazione delle coop e dei loro soci. Eccolo: «La legge voluta dal governo Berlusconi sta stravolgendo il diritto societario, particolarmente all?art.5 dove si tratta delle società cooperative. La trasformazione coatta delle cooperative da parte del Governo in società per azioni attraverso lo strumento della legge-delega si configura come un attacco politico. Non c?è nessuna motivazione fondata, se non quella di un intento politico del governo di decidere arbitrariamente quali imprese sono cooperative e quali no. L?art. 45 della Costituzione recita chiaramente che la cooperazione, proprio per la sua funzione sociale e non lucrativa ha uno status giuridico diverso dalle altre imprese private; le cooperative hanno un regime particolare in ragione del fatto che i Costituenti prima e la legge Basevi poi, hanno stabilito che le cooperative sono diverse dalle imprese a scopo di lucro in quanto espressione dell?economia sociale. Negli ultimi anni ha pesato l?involuzione aziendalista subita da una parte del movimento cooperativo: i soci, espropriati del loro potere decisionale, hanno visto ?il profitto? al primo posto rispetto alle finalità solidaristiche e mutualistiche proprie del movimento. E certo ha pesato il fatto che il centrosinistra presentò al Senato la cosiddetta Bozza Mirone, costituendo un precedente che ha aperto le porte alla destra, nonostante il congresso Legacoop si fosse in precedenza espresso contro quell?ipotesi. Questa legge è fortemente in contrasto coi deliberati congressuali dell?Alleanza Cooperativa Internazionale, che dichiarano esplicitamente che le cooperative si basano sul principio di ?una testa un voto? e non su altro. Senza contare che la trasformazione delle cooperative in società per azioni significherebbe appropriarsi indebitamente dei patrimoni che si sono trasmessi di generazione in generazione. Quanto creato da generazioni di cooperatori andrebbe dissolto per pagare gli interessi del capitale speculativo; il provvedimento governativo parla chiaramente della distribuzione delle riserve e ?dell?assicurare ai soci finanziatori una adeguata tutela?. Da una parte si dichiara di perseguire scopi mutualistici, e dall?altra si parla delle adeguate garanzie per i conferitori di capitale di rischio, cioè speculativo: alle cooperative viene consentito di trasformarsi in società per azioni, o di riservare un posto speciale, garantito in vari modi, a chi conferisce capitali di rischio. In altre parole, ci sarebbero due tipi di soci, quelli di serie A che conferiscono capitali e che sono più garantiti degli altri, e quelli di serie B che, da soci normali, conferiscono lavoro, e quindi, come sappiamo dall?attuale legislazione sul lavoro, non sono garantiti. Di fronte a un momento di difficoltà i soci lavoratori dovrebbero comunque garantire i soci capitalisti, e non avere voce in capitolo più di tanto, neanche se sono tra i fondatori della cooperativa stessa. Si vuole introdurre una discriminazione che privilegia il capitale contro il lavoro, fattore quest?ultimo fondante della cooperazione Al movimento cooperativo italiano sta per essere fatto un danno enorme, di portata storica. E? un pezzo di storia del movimento operaio che rischia di essere cancellato insieme ai gruppi dirigenti che spesso lo hanno portato a gestirsi come una impresa capitalistica, senza che fosse rispettato il valore sociale, mutualistico e solidaristico della cooperazione in quanto autoorganizzazione economica e sociale dei lavoratori. Info: cooperazione_prc@yahoo.it»


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