Welfare

Sestini: Il servizio sociale volontario? Così com’è non funzionerà.

Intervenendo alla presentazione del censimento dei servizi sociali collegati con la Chiesa , il sottosegretario al welfare Sestini parla di obiezione di coscienza, reddito minimo d’inserimento e rifor

di Barbara Fabiani

?Lo dico con dispiacere ma sul servizio sociale civile non credo si potrà fare troppo affidamento con la legislazione vigente. Gli incentivi presenti sono troppo pochi e non vedo all?orizzonte la possibilità di allargare le possibilità?, la senatrice Grazia Sestini si rammarica ma secondo lei la normativa sul servizio civile volontario non è molto attraente per i giovani.

Di questo ed altro ha oggi parlato il sottosegratario al welfare in occasione della presentazione del censimento dei servizi socialiassistenziali collegati alla Chiesa, un intervento ricco di riferimenti sull?assetto dello stato sociale del paese.
Riguardo alla sperimentazione del Reddito minimo di inserimento Sestini ha sottolineato la necessità di vincolare questo strumento ad un progetto di reinserimento lavorativo per scongiurare una deriva assistenzialista del contributo economico. ?E? uno strumento che non voglio abbandonare?, ha ribadito la senatrice, ?Lo manterremo con tutti i criteri e i parametri già stabiliti anche perché se dovessimo estenderlo a livello nazionale comporterebbe una spesa insostenibile per il bilancio del paese , dai 4mila ai 6 mila miliardi?. La sperimentazione proseguirà dalla prima fase su 35 comuni ad una seconda che coinvolgerà 269 amministrazioni ?Presto emetteremo un bando per incaricare un?agenzia esterna del monitoraggio e della verifica su questa seconda sperimentazione?.
E la commissione povertà ? ?Ho tutta l?intenzione di ricostituirla anche se non posso dire ancora i tempi e non ho deciso seguirà gli stessi incarichi e modalità di quella che si è dimessa?, ha detto al senatrice soffermandosi sul fatto che la commissione diretta dalla sociologa Chiara Saraceno ha presentato le dimissioni per sua libera scelta.

Non sono mancate considerazioni sui ritardi di applicazione della riforma dell?assistenza.
Secondo il sottosegretario Sestini si tratta in parte della conseguenza della nuova costituzione, riferendosi alla modifica del titolo V. Ad esempio, alcune incongruenze con la nuova situazione sono emerse dal decreto sulla trasformazione delle Ipab, su cui oggi dovrebbero intervenire le Regioni e non lo Stato centrale. Analoghe difficoltà con la definizione dei Piani di Zona. ?Credo però che il governo possa emanare almeno dei solleciti per richiamare le Regioni ad una più solerte applicazione della riforma?, ha detto Sestini, aggiungendo che molto probabilmente il Ministero chiederà una delega per affrontare la complessa questione della revisione della disabilità prevista all?art 24 delle legge 328/00.

Inoltre, il sottosegretario ha annunciato di aver recentemente dato incarico ad un esperto esterno al Ministero di definire la bozza di regolamento delle nuove professioni sociali.

Esprimendo stima e soddisfazione per gli interventi nel sociale della Chiesa, il sottosegretario Sestini ha detto che per l’emergenza rappresentata dall’assistenza agli anziani il welfare italiano ha bisogno anche di ?strutture di sollievo?, anche con la partecipazione del privato sociale.
Si tratterebbe di una sorta di case famiglia dove gli anziani o i portatori di handicap non autosufficienti potrebbero essere ospitati per periodi brevi in modo da sollevare temporaneamente le famiglie dall?impegno dell?assistenza, un impegno che ? come ha ricordato Sestini- è notevole sia da un punto di vista psicologico che economico. ?Occorrono nuovi servizi flessibili e interconnessioni tra servizi diversi?, ha detto.

Infine un commento sulle Fondazioni bancarie. Dichiarandosi non particolarmente entusiasta dell?art.11, Grazia Sestini ha fatto sapere di volere avviare al più presto un monitoraggio sulla destinazione dei fondi per il volontariato ed una verifica sulle aree effettive di investimento sia in termini geografici che di argomenti.

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