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Adozioni internazionali: ecco le linee guida

Pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale di oggi le "regole di comportamento" per gli enti autorizzati. Richieste più efficienza e trasparenza, ma il problema costi è rimandato a luglio

di Benedetta Verrini

Sono state pubblicate oggi, nella Gazzetta Ufficiale n.13 di giovedì 17 gennaio, le linee guida per gli enti autorizzati alle adozioni internazionali. Erano state ufficializzate appena prima della pausa natalizia, quando la Commissione per le Adozioni Internazionali aveva convocato i 57 enti autorizzati per la presentazione dell’ultima versione riveduta e corretta di una bozza che aveva circolato per qualche settimana, in visione, alle segreterie delle associazioni.

Si tratta di un compendioso documento in cui lo staff della presidente Cavallo ha cercato di sintetizzare e razionalizzare tutti gli strumenti operativi necessari per rendere trasparenti ed efficienti le procedure di adozione. Trasparenti, perché molte schede saranno a disposizione delle coppie per scegliere l’ente autorizzato che riterranno più adatto alle loro necessità di formazione; più efficienti, perché attraverso le schede costi e le schede di operatività all’estero, la Commissione potrà valutare la gestione “virtuosa” di ogni singolo ente.

Sono stati apportati ulteriori correttivi rispetto alla versione presentata dalla presidente Melita Cavallo durante un convegno a Catania, in novembre, ma l?impostazione complessiva resta. Il problema costi è stato rimandato al prossimo luglio, termine entro il quale tutti gli enti dovranno consegnare apposite schede contabili, con il dettaglio dei costi in Italia, all?estero e sull?assistenza logistica delle coppie all?estero. In questo modo, la Commissione potrà valutare le voci di spesa più importanti e intervenire per rendere uniformi i costi. Il documento ribadisce che eventuali contributi volontari, versati a titolo di finanziamento per progetti o donazioni non rientrano tra gli oneri del percorso adottivo.

La Commissione si è poi espressa sui decreti di idoneità che contengono indicazioni sul minore da adottare: queste ultime possono essere espresse soltanto nell?interesse di tutti i minori abbandonati, nel caso cioè in cui siano finalizzate ad evidenziare competenze genitoriali più elevate rispetto alla media (ad esempio disponibilità ad accogliere un bambino con handicap oppure due o più fratelli). Particolarmente importante, questa posizione, che in futuro potrà dare un orientamento più neutro ai decreti d’idoneità, anche in questi giorni messi sotto accusa da un ente come AiBi, per le indicazioni “razziste” che vi sarebbero contenute.

Aumenta il controllo sul lavoro degli enti: ogni anno (al 31 gennaio) essi dovranno presentare relazioni sulle adozioni realizzate, sui progetti di cooperazione e sullo stato finanziario.

Consultate il documento completo nel file allegato nella colonna qui a fianco.

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