Non profit

Le pulizie la scusa per cacciarmi?

Consigli ad un'educatrice costretta a mansioni improprie

di Antonietta Nembri

Sono un’educatrice d’infanzia inquadrata come impiegata di quarto livello in una cooperativa sociale. Da un po’ di tempo il mio direttore mi richiede la pulizia dell’ufficio. Come devo comportarmi? Se mi rifiuto cosa rischio? Ho un contratto a tempo determinato della durata di sei mesi, con un periodo di prova di 30 giorni lavorativi. Maria S. (email) Risponde Giulio D’Imperio Ho letto con attenzione la domanda che mi è stata posta e la prima cosa che ho ritenuto opportuno fare è stata quella di controllare la classificazione del personale prevista dall’ultimo contratto collettivo nazionale per le cooperative sociali la cui scadenza era prevista per il 31/12/01. Se l’inquadramento al momento dell’assunzione è stato quello descritto, effettivamente non le spetta pulire i locali dell’ufficio. Tale mansione, infatti, può essere affidata soltanto a chi viene inquadrato al primo livello del contratto in questione. Vorrei precisare che i livelli previsti dal contratto in questione sono posti in ordine crescente dalla mansione più bassa alla più elevata. Detto questo però, vorrei fornirle un consiglio pratico. Se la pulizia dell’ufficio viene richiesta non solo a lei, ma a tutti quanti, chiuda un occhio e pulisca in santa pace l’ufficio, evitando, amichevolmente, inutili polemiche che potrebbero alla fine deteriorare i rapporti di carattere umano con i superiori. Se invece questa richiesta è frutto di un preciso disegno che, per esempio, può essere quello di invogliarla ad andare via, le consiglio di inviare al presidente della cooperativa ed eventualmente anche al responsabile del personale, una lettera in cui dichiara di rifiutarsi di svolgere tali mansioni in quanto non previste per quella che è la sua qualifica a seguito dell’assunzione avvenuta. Così facendo, nessuno potrà imporle di pulire il suo ufficio, anzi.


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