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Legge antipedofili, la Camera al lavoro
Sono otto le proposte di legge all'esame della commissione Giustizia della Camera, che questa mattina ne ha avviato l'iter
di Redazione
Pene piu’ severe per punire la pedofilia e repressione del fenomeno attuato via Internet. Si muovono lungo questa linea le otto proposte di legge all’esame della commissione Giustizia della Camera, che questa mattina ne ha avviato l’iter. ”Tutti i testi -spiega la relatrice Marcella Lucidi- sono mossi da un’intenzione positiva: migliorare le condizioni di tutela dei minori vittime di violenze e intensificare le misure di repressione per gli autori delle violenze stesse”. Obiettivi che richiederanno tuttavia un lungo e approfondito lavoro di sintesi, soprattutto rispetto ai punti che appaiono piu’ controversi. A cominciare dalla cosiddetta castrazione chimica per punire i pedofili, proposta da Alessandra Mussolini, che prevede ”’cure’ ormonali per inibire la libido mediante trattamento farmacologico antiandrogeno totale”. Una procedura possibile con particolari accorgimenti in Germania dal 1969, in Svezia dal 1993, in Danimarca dal 1973, mentre in Francia dal 1998 il codice penale permette una pena complementare di carattere socio-giudiziario, nell’ambito della quale puo’ essere compresa una ‘ingiunzione di cure’, a scelta del medico coordinatore del trattamento, di natura farmacologica e/o psicoterapeutica. Carla Mazzuca, della Margherita, propone invece che i condannati per abusi sessuali sui minori possano essere volontariamente sottoposti a trattamento psicoterapeutico, neuropsichiatrico o farmacologico e che questo possa consentire la sospensione condizionale della pena o l’applicazione di misure alternative alla detenzione. Il trattamento sanitario obbligatorio con ricovero per almeno un anno in casa di cura o di custodia e’ previsto dalla proposta di Giovanni Marras e Luigi Vitali, di Forza Italia, per coloro che siano stati condannati per pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico minorile, turismo sessuale e molestie a sfondo sessuale. Per costoro inoltre sono previsti ”l’interdizione informatica e il divieto di disporre di una linea telefonica”. Misure che si ricollegano alle proposte presentate da Alessandra Mussolini da un lato e Alessio Butti dall’altro (entrambi di An) che puntano a colpire la pornografia minorile attuata via Internet, mentre il Ccd-Cdu, con il testo che ha come primo firmatario il ministro Rocco Buttiglione, introduce il reato di pedofilia telematica. Tornando alle pene, potrebbe porre ”problemi di incompatibilita’ con l’ordinamento”, spiega la relatrice Lucidi, la proposta dei cristiano-democratici, laddove prevede ”una pena di 24 anni, come per l’omicidio” per chi sfrutta o induce alla prostituzione un minore. Punta infine ad allargare il campo di applicazione dei reati di prostituzione e pornografia minorile Tommaso Foti, di An; mentre la proposta presentata dal ministro per le Pari opportunita’ Stefania Prestigiacomo amplia la fattispecie del reato di corruzione di minorenne, considerando tale il mostrare a minori di 14 anni materiale pornografico con lo scopo di indurli a compiere atti sessuali.
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