Famiglia

Questa molecola batterà la malaria

La malaria infetta 500 milioni di persone l’anno. Chi ha l’emoglobina C si ammala solo in 7 casi su 100. David Modiano è tra gli scienziati che sta studiando un vaccino

di Francesco Agresti

Dove ancora non è arrivata la scienza provvede la natura. Secondo stime ufficiali, la malaria ogni anno colpisce nel mondo mezzo miliardo di persone e provoca da uno a due milioni di decessi. Il 90 per cento dei soggetti colpiti vive nell?Africa subsahariana, la maggior parte sono bambini con meno di 10 anni. Nel continente africano ogni giorno ne muoiono circa 3mila. Nelle zone rurali del Burkina Faso, dove vive il 90 per cento della popolazione, la quasi totalità dei bambini è infettata dal Plasmodium falciparum, una delle quattro forme di malaria, l?unica letale. E negli ultimi dieci anni la resistenza del parassita alla clorochina è passata dal 5 al 70 per cento. Da diversi anni, il ministero della Sanità del Burkina Faso, per tentare di arginare la diffusione della malattia, ha avviato programmi di ricerca in collaborazione con équipe di ricercatori di università straniere (tra cui quelle italiane), istituendo il Centro di ricerca e formazione sulla malaria. I risultati, per fortuna, non mancano. Recentemente, infatti, la rivista scientifica Nature ha pubblicato i risultati di una ricerca coordinata dal professor David Modiano, della sezione di Parassitologia del dipartimento di Scienze della sanità pubblica dell?università La Sapienza, grazie alla quale è stata scoperta la resistenza alla malaria di una modificazione genetica dell?emoglobina. Il progetto che ha portato a questa scoperta fa parte di un programma di ricerca sulla genetica della suscettibilità alla malaria che il gruppo Malaria dell?università La Sapienza, diretto dal professor Mario Coluzzi, malariologo di fama mondiale, sta seguendo nel paese africano. Dal 1983, in Burkina Faso esiste un progetto finanziato dalla direzione generale della cooperazione del ministero degli Esteri italiano, che fornisce un supporto tecnico al Centro di ricerca sulla malaria del ministero della Sanità. L?Istituto superiore di sanità, ricercatori della Sapienza e dell?università di Camerino sono stati i consulenti tecnici della cooperazione italiana. «La nostra scoperta, però, per il momento non ha implicazioni pratiche», tiene a precisare Modiano. Vita: Fatte le dovute precisazioni, ci spiega cosa avete scoperto? David Modiano: Abbiamo scoperto che una mutazione nel gene codificante l?emoglobina protegge dalla malaria. L?emoglobina è una molecola contenuta nei globuli rossi che trasporta ossigeno. Ne esistono diversi tipi: quello più comune è denominato AA; ci sono poi forme che derivano da mutazioni genetiche: le più note sono la S, la C, presente solo nell?Africa subsahariana e la E. Le nostre ricerche sono iniziate nel ?93: abbiamo fatto studi confrontando la suscettibilità alla malaria di diversi gruppi etnici del Burkina Faso che vivono in condizioni di esposizione analoga alla malaria. Questo primo lavoro ha prodotto un?importante scoperta, pubblicata nel 1996 su Pnas, rivista dell?Accademia nazionale delle scienze statunitense. Questo lavoro ci ha permesso di scoprire che esiste una diversa suscettibilità alla malaria tra etnie che hanno un background genetico diverso. Abbiamo poi confrontato diverse categorie di popolazione che appartengono alla stessa etnia, e abbiamo scoperto la capacità di protezione dell?emoglobina C. Vita: Come siete arrivati a questa scoperta? Modiano: Attraverso il confronto della frequenza della mutazione genetica tra la popolazione sana, composta prevalentemente da bambini, con una di malati di malaria all?interno del gruppo etnico dei Mossi. Il risultato è inequivocabile: nella popolazione sana la frequenza di emoglobina C è molto più elevata. In particolare, nei portatori del genotipo AC (ereditato in un?unica copia: o dal padre o dalla madre) il rischio di contrarre la malaria è ridotto del 29 per cento, per i portatori del genotipo CC il rischio diminuisce addirittura del 93 per cento. Vita:Questa modificazione genetica può essere indotta? Modiano: Allo stato attuale no. Ancora non sappiamo attraverso quali meccanismi la presenza di questa modificazione conferisce resistenza alla malaria. Solo quando saranno descritti questi processi molecolari sarà possibile riprodurli con un farmaco o un vaccino. Vita: Avete programmi di ricerca che hanno questa finalità? Modiano: No. Lo studio dei meccanismi molecolari è un lavoro diverso da quello che regolarmente svolgiamo. Il nostro prossimo obiettivo è quello di arrivare a capire se l?emoglobina C conferisce una protezione non solo sul piano clinico ma anche nei confronti del parassita. Vita: La zanzara, in questo caso. Modiano: Nelle zone endemiche quasi l?intera popolazione è infettata, cioè ha parassiti malarici nel sangue, ma non è detto che tutti contraggano la malattia: solo una parte di queste persone, in maggioranza bambini, contrae la malaria. Lavoreremo per scoprire se la modificazione genetica dell?emoglobina protegge anche dai parassiti malarici. Inoltre stiamo avviando un programma di ricerca, che probabilmente avrà un valore applicativo più immediato, sulla valutazione del ruolo delle coinfezioni batteriche nella malaria grave. Abbiamo notato che nei pazienti che hanno contratto la malaria la presenza contemporanea di altre infezioni batteriche svolge un ruolo determinante; stiamo cercando di capire quanto è importante questo fenomeno. Se le ricerche confermassero il ruolo delle infezioni nella contrazione della malaria potremmo valutare l?efficacia sulla mortalità della malaria grave di una terapia associata composta da antimalarici e antibiotici.


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