Famiglia

Felici big bang ai margini delle favelas

Cesare De Florio ha fondato Axé, un’associazione che in Brasile, a Salvador de Bahia, cerca di dare un futuro ai bambini di strada.

di Benedetta Verrini

Cesare De Florio La Rocca è un omone alto dagli occhi azzurri e gentili. Fiorentino di nascita, si schermisce dicendo che ormai l?italiano non se lo ricorda più tanto bene perché è in Brasile da troppo tempo. Ed era in Brasile qualche settimana fa quando gli è arrivata la telefonata con cui gli si annunciava che aveva vinto il premio Unicef Italia ?Dalla parte dei bambini?, premio dedicato a chi si distingue nella battaglia quotidiana per i diritti per i bambini. Laureato in Teologia e filosofia, in Giurisprudenza e diritto, pedagogista, nel 1990 De Florio La Rocca ha fondato Axé, un progetto rivoluzionario, e ormai noto in tutto il mondo, che ha restituito una speranza di vita a 7.700 bambini di strada nella zona più difficile del Brasile, Salvador de Bahia. «Molti mi chiedono cosa vuol dire Axé», dice De Florio La Rocca. «è una parola africana che significa energia, forza creatrice: la forza di credere nel futuro, di superare le brutture della strada e costruirsi una vita migliore». A Salvador, per intenderci, un milione di persone vive in condizioni di estremo degrado; il tasso di analfabetismo e di mortalità infantile sono elevatissimi; oltre 270mila bambini sono costretti a rinunciare a tutto e a fare lavori durissimi per una paga infima. Per molti di loro la strada diventa l?unica fonte di sopravvivenza. Il bisogno economico e la prepotenza della criminalità ne spingono a migliaia nel circuito della prostituzione, organizzata per soddisfare le esigenze dei turisti sessuali. «Se il destino dei bambini di strada è triste, infinitamente più drammatico è quello delle bambine», commenta De Florio La Rocca. «In una società maschilista e ipocrita, dove si vieta a una bambina di inginocchiarsi davanti a un uomo per lucidargli le scarpe, ma non di andare con lui in albergo a prostituirsi. Questo è il crimine più grande che possa compiere l?umanità, eppure viene ancora tollerato». De Florio La Rocca, che era stato anche coordinatore Unicef per il progetto ?alternative di supporto ai bambini di strada?, a Salvador ha trovato una sfida durissima. «All?inizio, il nostro sforzo di aiutare questi bambini sembrava cadere nel vuoto. Non c?erano metodi pedagogici che funzionassero. Cosa potevamo fare davanti a piccoli di dieci anni che avevano già subito di tutto e ti dicevano: ?Io non ho niente da perdere?? Allora ci siamo rimessi sui libri, abbiamo mobilitato i sociologi delle università, gli psicologi, persino gli psicanalisti, e abbiamo trovato la chiave per riaprire i loro cuori: il desiderio, il sogno. Il miracolo è avvenuto scatenando la loro voglia di sognare: vorresti essere una ballerina? E allora balla! Vorresti fare un ritratto, suonare la chitarra, fare una scultura? Puoi farlo benissimo, e sei bravo!». All?Axé si lavora così: si fa scuola in strada. Gli educatori arrivano con l?Axebuzù, un autobus adattato per lo svolgimento di attività artistiche e culturali, provvisto di una piccola biblioteca e una videoteca. Poi c?è l?aula dei desideri, uno spazio di accoglienza per bambini dai 5 ai 12 anni, dove il gioco e l?istruzione si mescolano. Quando il bambino ha preso confidenza e fiducia in se stesso e in un gruppo di adulti ?positivi?, inizia a costruire un progetto di vita che, grazie al lavoro degli educatori, viene orientato verso una formazione professionale. Nel 1999 è stata fondata nell?estrema periferia di Salvador la scuola Ilé Ori, la ?casa del sapere?, una scuola della seconda opportunità che offre istruzione ai bambini esclusi dai circuiti didattici tradizionali. Oltre all?attività di alfabetizzazione, Axé interviene nella lotta agli abusi sessuali con un?unità mobile di operatori specializzati, realizza un programma di difesa dei diritti e di educazione alla salute, sostiene la famiglia e la comunità «anche attraverso adozioni a distanza», dice De Florio La Rocca. «Perché i bambini hanno diritto a crescere nel loro ambiente familiare, anche se povero e deprivato». La battaglia per i loro diritti, dunque, continua: per sostenere le attività di Axé, Unicef ha lanciato il progetto ?bambini nella notte?. «Non credevo che avrei visto tanti piccoli human little big bang, tante esplosioni di speranza per il futuro», dice De Florio. «L?incontro tra educazione e arte è stata la combinazione per ridare fiducia e orgoglio. Anzi, direi che alla Convenzione per i diritti del fanciullo andrebbe aggiunto un articolo, quello sul diritto all?estetica, a godere del bello che c?è nel mondo». Per saperne di più Sul progetto Axé: in portoghese, www.peacelink.it/zumbi/org/axe/home.html in italiano, www.s3editora.com.br/projetoaxe/textos/ idiomas/italiano.htm www.onuitalia.it/unicef/SCHEDABR.PDF


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