Formazione

Aumenti di capitale: l’informazione condiziona la Borsa

Lo rivela uno studio della Bocconi che analizza 26 aumenti di capitale realizzati tra l'1 giugno 1998 e il 31 dicembre 2000

di Francesco Maggio

In occasione degli aumenti di capitale di società quotate, il mercato italiano tende a scontare l?informazione prima che essa sia di dominio pubblico. E? quanto emerge dalla ricerca Il rischio informativo nelle operazioni di aumento di capitale, presentata oggi nell?ambito del Progetto Comunicazione Finanziaria e Valore d?Impresa del CREA, Centro di ricerche economico aziendali e sull?imprenditorialità ?Furio Cicogna? dell?Università Bocconi. Lo studio analizza i 26 aumenti di capitale realizzati tra l?1 giugno 1998 e il 31 dicembre 2000, considerando l?andamento dei titoli nei 30 giorni precedenti e successivi all?annuncio dell?operazione, e confronta il caso italiano con quelli francese e spagnolo. E? stato rilevato come in 9 casi su 26 (35%) si assiste a violente oscillazioni nei giorni antecedenti l?annuncio (soprattutto per i titoli sottili e in alcune sedute di Borsa, forse in concomitanza di rumours) e non nei giorni successivi. In 6 di questi casi le extraperformance (oscillazioni di prezzo superiori a quelle del mercato) realizzate dai titoli sono positive, negli altri 3 casi negative. In 5 casi (19%) si assiste ad extraperformance nei giorni successivi l?annuncio, ma non in quelli antecedenti. In 10 casi (38,5%) il trend, crescente o decrescente che sia, rimane costante prima e dopo l?annuncio, mentre nei restanti 2 casi (7,5%) si assiste a un?inversione di tendenza tra il comportamento antecedente e successivo all?annuncio di aumento di capitale. Se l?orizzonte temporale passa dai 30 ai 90 giorni antecedenti e successivi all?annuncio, rimane molto consistente la quota di aumenti contraddistinti da extraperformance prima e non dopo l?annuncio e si notano società che passano da una a un?altra delle quattro classi di andamento appena descritte. Tali caratteristiche distinguono decisamente il caso italiano da quelli francese e spagnolo, contraddistinti da tempi più brevi di assimilazione dell?informazione. “Le cause”, ha detto il curatore della ricerca, Giorgio Bertinetti, “possono essere individuate in una maggiore presenza di titoli sottili, e perciò più volatili, sul mercato italiano e in tempi giuridici più lunghi. Mentre in Francia il cda che ratifica l?aumento di capitale si riunisce spesso poche ore dopo l?assemblea che l?ha deliberato e il collocamento si realizza in 20-50 giorni, in Italia non è raro che il processo duri 120-150 giorni, creando così spazi per comportamenti speculativi e per la diffusione di rumours strumentali”. Una seconda parte della ricerca individua le determinanti delle extraperformance nei 30 giorni successivi l?annuncio (che si fa coincidere con la riunione del cda). Le sei determinanti che seguono spiegano il 90% delle extraperformance evidenziate dal campione. 1. Il mercato premia le operazioni combinate, soprattutto quelle che, accanto alle azioni oggetto dell?aumento, propongono obbligazioni convertibili, che sembrano segnalare fiducia nelle possibilità di crescita del titolo. 2. Il mercato premia le operazioni di dimensione relativa maggiore rispetto al capitale quotato prima dell?aumento. Per gli aumenti maggiori sono necessarie, e vengono diffuse, più informazioni e le società coinvolte mettono maggiormente in gioco il proprio capitale-reputazione. 3. Il mercato penalizza le operazioni con giustificazioni multiple, come la riduzione dell?indebitamento ed “eventuali” nuovi investimenti. 4. L?andamento del titolo prima dell?annuncio dell?aumento è un buon predittore del suo andamento successivo. 5. Il mercato preferisce gli aumenti delle società industriali e di servizi rispetto a quelli delle società finanziarie e delle holding. 6. Il mercato premia gli aumenti delle società di dimensioni maggiori, per il maggior capitale-reputazione e per la maggiore liquidità dei titoli. Per quel che riguarda le politiche di sconto attuate dalle società, si rileva che gli sconti sono tanto inferiori quanto maggiore è la dimensione, assoluta o relativa, dell?operazione. L?analisi del flottante alla fine dell?anno in cui si è verificato l?aumento evidenzia un?interessante relazione, soprattutto per i titoli minori: tanto più è aumentato il flottante (ovvero: quanto meno il gruppo di controllo ha partecipato all?aumento), tanto più alto era stato lo sconto.


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