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Genova: ignoti bruciano “altare” per Carlo Giuliani

Il cippo era stato eretto in piazza Alimonda, luogo della morte del ragazzo

di Gabriella Meroni

E’ andata a fuoco la scorsa notte parte dell’ altare laico – fiori, messaggi, oggetti, candele – composto in piazza Alimonda, a Genova, nel luogo in cui il 20 luglio scorso, durante il G8, fu ucciso da un carabiniere Carlo Giuliani, 23 anni, uno degli oltre 200.000 manifestanti che in quei giorni protestarono contro il vertice. Il rogo, tra l’ altro, e’ avvenuto a una settimana esatta dalla manifestazione nazionale – domenica 20 gennaio – organizzata dal movimento italiano contro la globalizzazione liberista che si terra’ proprio in piazza Alimonda per ricordare Carlo Giuliani. Sono stati i vigili del fuoco – a cui era stato segnalato un cassonetto dei rifiuti in fiamme – a spegnere il fuoco. Non e’ ancora chiaro se si tratti di un incendio di origine dolosa – e quindi di matrice politica – oppure se si sia sviluppato accidentalmente. Ma, viste le polemiche che a Genova quell’ altare provoca da mesi, sarebbe piu’ accreditata la prima ipotesi. Della vicenda si sta occupando anche la Digos. La scorsa notte, intorno alle 4 – secondo le prime notizie – il fuoco s’e’ sviluppato nella parte centrale dell’ altare che si e’ via via composto, dal giorno della morte di Carlo Giuliani, a ridosso della cancellata che delimita la chiesa. In questi sei mesi, migliaia di persone, in primo luogo gli amici, vi hanno lasciato messaggi, oggetti-ricordo, fiori, articoli di giornale, candele, bottiglie. Molti sono andati distrutti dal fuoco: le fiamme hanno lambito gli oggetti posti lateralmente senza pero’ distruggerli. Stamane, sui resti anneriti dell’ incendio qualcuno ha lasciato un cartello su cui e’ scritto: ”La memoria non si cancella, Carlo vivra’ nei nostri cuori”.


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