Famiglia

Economia: risorse umane, il vero capitale

Anche Business Week lo considera il fattore più strategico per un’impresa, come aveva profetizzato Gary Becker, Nobel per l’economia nel 1992.

di Francesco Maggio

Gli innovatori nel 2002 per l?economia? A nostro avviso, un gruppo che opera da oltre vent?anni in diversi comparti della finanza come quello dei fondi comuni di investimento, dei fondi pensione, delle gestioni patrimoniali, del brokeraggio (per un ammontare complessivo di oltre 12 miliardi di euro di patrimonio gestito). Eptaconsors, questo il nome della società nella cui compagine societaria figurano banche di primo piano come Carifirenze, Cardine, Carige, Banco di Sardegna. Perché la scelta è caduta su questo gruppo? Per via di un bilancio. Assolutamente innovativo. Che non è contabile, non è sociale, ma è dedicato agli intangible asset, ossia al capitale umano.

Più 78,5 per cento
Ma che cos?è il capitale umano? è l?insieme di conoscenze e competenze delle persone, spiega la dottrina, che assieme al capitale relazionale (il patrimonio di relazioni che l?azienda instaura con il mercato ed i clienti) e al capitale organizzativo (il know how, le capacità di innovazione e l?efficienza della struttura e dei processi) costituisce il cosiddetto capitale intellettuale. Ma, soprattutto, è oggi il più importante fattore strategico di successo per le imprese. Come insegna Gary Becker (e tanti altri, ormai) che nel 1992, teorizzandolo, ha vinto il Nobel per l?economia. E come dimostrano le aziende che hanno preso alla lettera i suoi ?suggerimenti?.
Per esempio, la Skandia Afs, una sussidiaria del gruppo finanziario-assicurativo svedese Skandia, che nel 1994 pubblicò il suo primo Intellectual capital report e che negli ultimi tre anni ha visto le azioni crescere del 78,5 per cento a fronte di una performance media dell?indice di Borsa nazionale del 6,5. «La decisione di presentare al mercato dati non solo quantitativi ma relativi alla valutazione dei propri asset intangibili» sottolineava recentemente al riguardo, sul Sole 24 Ore, Riccardo Ruggeri, chairman di Nova Innovazione nel management, «ha sicuramente contribuito alla crescita del valore del titolo». E aggiungeva, citando Steven Wallman, ex commissario della Sec (l?autorità di vigilanza sulla Borsa americana): «Nella new economy, le forme di reporting tradizionali sono non soltanto inefficienti, ma soprattutto fuorvianti. Le informazioni più utili, relative ai reali drivers della creazione attuale di valore non sono presenti all?interno dei bilanci tradizionali che concentrano la loro attenzione su aspetti sempre meno rilevanti».

Non chi ma che cosa
Forse è anche per questo che sono appena comparsi in libreria due pregevoli volumi significativamente intitolati Il capitale (a cura di Antonio Calabrò, Il Sole 24 Ore) e Il capitale sociale (di Bagnasco, Piselli, Pizzorno Trigilia, Il Mulino). Proprio in quest?ultimo volume, Alessandro Pizzorno, sociologo di Harvard, scrive: «Come non averci pensato prima? Sembra l?uovo di Colombo. Chi non sapeva che le relazioni servono ad andare avanti nella vita, a trovare lavoro, a far carriera, a combinare affari, insomma secondo il detto antico e cinico, che val molto di più chi uno conosce che non che cosa uno conosce?». Ebbene, il capitale umano sfata proprio questo mito. Privilegia le cose che si conoscono a chi si conosce. E, francamente, non ci sembra poco, come innovazione.

Parola di Gary Becker
Venticinque anni fa ho esitato un po? prima di decidermi a intitolare il mio libro Il capitale umano e ho persino aggirato l?ostacolo ricorrendo a un lungo sottotitolo. Quest?espressione e l?analisi che sottendeva, venne criticata da molti studiosi, perché ritenevano che vi fosse una considerazione delle persone alla stregua di schiavi o macchine. Ma il mondo oggi è molto cambiato, il concetto, infatti, è entrato nell?uso comune non solo nella sfera delle scienze sociali, ma persino nei mass media. Sono rimasto stupito, alcuni mesi fa, nel vedere che su Business Week l?apertura era proprio: il Capitale umano. Cosa ancora più sorprendente, questa si è rivelata la loro storia di copertina più famosa da diversi decenni a questa parte. E l?istruzione e la formazione sono i più importanti investimenti in capitale umano.
Gary Becker, Nobel 1992 per l?economia

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