Non profit

Datemi un’idea, vi darò un’impresa

Il diritto per tutti all’accesso al credito e il diritto alla formazione continua. Intervista a Carlo Borgomeo che lascia Sviluppo Italia dopo 15 anni

di Francesco Agresti

Se nel Guinness dei primati ci fosse un sezione dedicata alla creazione d?imprese, quel posto non glielo leverebbe nessuno. Grazie a lui, negli ultimi 15 anni ne sono state avviate circa 30mila e per di più in zone economicamente depresse. Carlo Borgomeo è giunto al termine della sua esperienza in Sviluppo Italia, in cui ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato, dopo essere stato per 6 anni presidente della Società per l?imprenditoria giovanile. Suoi il progetto e l?attuazione della legge 44 dell?86 (modificata dalla legge 95 del ?95; oltre 6mila e 500 domande presentate e 1.624 progetti approvati); sua la paternità della legge 608 del ?96, che ha istituto il Prestito d?onore (oltre 125mila domande presentate, 29mila quelle ammesse al finanziamento). Senza dubbio uno dei principali innovatori nell?ambito delle politiche attive del lavoro. Vita: Cos?è per lei l?innovazione? Carlo Borgomeo: È trovare le modalità procedurali, organizzative e amministrative per rendere concrete e valutabili delle idee. Per introdurre innovazioni nell?ambito delle politiche attive del lavoro bisogna trasformare le idee in fatti, interpretando la domanda. Vita: Faccia un esempio. Borgomeo: I risultati raggiunti con il Prestito d?onore sono eccezionali. Siamo riusciti attraverso un efficiente sistema di procedure e un?adeguata struttura organizzativa a esaminare migliaia di domande. La rilevanza del Prestito d?onore è dovuta non solo all?aspetto burocratico amministrativo, ma soprattutto alle condizioni che hanno stimolato la sua ideazione. L?idea non è scaturita da studi ma dalla constatazione che le soglie previste per poter usufruire dei vantaggi offerti dalla legge 44 erano troppo alte. Accertata questa difficoltà abbiamo rilevato, analizzato e interpretato i segnali che venivano dalla domanda, non abbiamo cercato solo di imporre una nostra idea di sviluppo, ma assecondato la domanda latente. Il successo di questa formula sta nell?aver avuto la capacità di intercettare la domanda e anticipato un mutamento culturale mettendo a sua disposizione degli strumenti per favorirne la crescita. Vita: Quali sono le esperienze più innovative fra quelle avviate? Borgomeo: Il numero è troppo elevato. Potrei invece classificare le esperienze innovative in due categorie. La prima è quella delle realtà imprenditoriali che producono beni e servizi a elevato contenuto tecnologico. La seconda riguarda invece l?innovazione sociale. Vita: Vale a dire? Borgomeo: Tutte quelle iniziative imprenditoriali che hanno permesso a soggetti dichiaratamente esclusi di reinserirsi. Potrei citare decine di esempi di innovazioni sociali. È l?innovazione che preferisco. Vita:Quale ruolo per il non profit? Borgomeo: Il Terzo settore è inevitabilmente in bilico tra due condizioni. La prima, secondo me negativa, è quella di una realtà complessa e articolata con cui si cerca di governare la diversità. In questo modo si rischia di creare un recinto in cui far sfogare gli ?sfigati?, cercando solo di conquistare delle garanzie. La seconda, quella positiva, rappresenta invece una grossa occasione per tutti i soggetti del sistema economico. Per realizzarla è necessario continuare a rivendicare pari opportunità. In questo modo anche il concetto stesso di sviluppo riuscirebbe a essere permeato dai valori che ispirano chi si presta volontariamente. Vita: Quali sono le condizioni per un effettivo sviluppo del Sud? Borgomeo:Le cose da fare sono molte. C?è veramente bisogno di scelte politiche che non vomitino denaro a pioggia ma che sappiano premiare la domanda di riscatto con sistemi di scelta discrezionali. Nel nostro meridione c?è bisogno di premiare il senso di responsabilità e sostenere l?autoimprenditorialità. Occorre fare in modo che si abbia la percezione di trovarsi in un luogo in cui è possibile realizzare sviluppo. Chi conosce bene il Sud sa che in molte zone, grazie al lavoro sommerso, all?illegalità, alle aziende che vengono dal Nord, c?è ricchezza ma non sviluppo. Vita: Gli strumenti? Borgomeo: Due le priorità: credito e formazione. Agendo su queste leve si creano i presupposti. Vita: E gli ostacoli? Borgomeo: La resistenza al cambiamento. Paradossalmente proprio dove servirebbe si registra una maggiore inerzia. Ci sono casi, come quello delle regole del mercato del lavoro, in cui la resistenza sfiora la patologia. Vita: Ma non occorrerebbero processi culturali? Borgomeo: Certo. Ma devono essere assecondati, non imposti. Chi ha la responsabilità di avviarli deve prima cogliere i germi del rinnovamento, dimostrare che è possibile realizzare qualcosa. È la migliore operazione culturale che può essere fatta al Sud. Vita: C?è un?azione che è fallita perché non si è tenuto conto della domanda? Borgomeo: Lo Sportello unico: uno strumento che avrebbe dovuto semplificare la vita degli imprenditori. È servito solo a mettere in fila una serie di adempimenti amministrativi. Tener conto della domanda richiede processi lunghi e poco eclatanti ma alla lunga paga. Vita: Cosa farà, adesso? Borgomeo: Ho ricevuto diverse proposte, le sto valutando. Probabilmente, dopo aver speso gli ultimi 15 anni a dire agli altri di creare delle imprese, deciderò di mettermi alla prova con una società di servizi per lo sviluppo economico e imprenditoriale.


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