Volontariato
Dall’editrice di padre Balducci, libro contro servizio civile
Arriva in libreria il pamphlet "Servizio incivile" di Valentina Piattelli, Edizioni cultura di pace
Un libro contro il servizio civile. Lo ha scritto Valentina Piattelli per le Edizioni cultura di pace di Firenze. ?Il servizio incivile. Gli obiettori negli enti e nel volontariato: usi e abusi? (192 pagne, 10,33 euro).
Un pamphlet che farà discutere e che arriva da un editore forse inaspettato, essendo le Edizioni cultura di pace, la casa editrice fondata da padre Balducci che dell’obiezione di coscienza fu un paladino (fino a essere processato).
«È giusto imporre un servizio civile?», recita una la scheda di presentazione del libro, «esistono delle zone d’ombra nel mondo del volontariato? Decine di migliaia di ragazzi ogni anno sono obbligati a prestare il loro servizio nelle istituzioni e nelle associazioni più disparate, senza formazione, competenze, preparazione. Chi ci guadagna? Chi ne fa le spese? Qual è il vantaggio per la società? È eticamente accettabile che una massa di giovani sia costretta, senza avere gli strumenti per farlo, a riempire i buchi lasciati vuoti dallo Stato? La prima inchiesta sul servizio civile che tenta di rispondere a queste domande. Una denuncia, una foto impietosa della situazione attuale. Tutto quanto è indispensabile sapere prima di parlare di servizio civile».
Il libro della Piattelli propone anche un florilegio di obiettori o ex-obiettori arrabbiati. Eccone un estratto.
«Lo sfruttamento della mia persona dura dal 21 febbraio e continuerà fino al 20 dicembre. Quanti soldi ha risparmiato il mio comune grazie al lavoro del sottoscritto che fino ad ora s?è fatto 12 domeniche in museo, 3 sabati per manifestazioni varie e OTTO mesi a sollevare scatoloni, a catalogare 3.400 libri […]. alla luce della mia esperienza mi permetto di criticare tutti coloro che a destra, sinistra, centro, sopra, sotto continuano, imperterriti a reclamare il mantenimento di questo servizio INCIVILE considerandolo un?utile esperienza di socialità e umanità verso i più deboli (quali deboli?)».
«Credo che creare una generazione di giovani incazzati sia un danno. Perché la gente non dimentica, […] ribadisco: l’unica cosa che si impara mediante la coscrizione è che vale più la pena gabbarlo il prossimo che aiutarlo», «Io sono tecnico software e potrei andare a lavorare in diverse aziende di informatica […], ma nessuno mi ha preso perché a nessuno interessa un giovane che da un momento all’altro deve partire […]. E così ogni mattina posso vedere MacGyver…»; «Laureato in fisica […] vado avanti a contratti e borse varie […]: sono 14 mesi che NON posso mandare curriculum, NON posso fare colloqui, NON posso pensare al mio futuro […] da quando ti laurei a quando finisci il servizio passano 2 anni abbondanti, NON sei più giovane, NON sei più neolaureato, NON puoi essere più formato dato che a 27-28 anni l’industria si aspetta che tu sia GIÁ formato!»; «Compio 27 anni a marzo, 1 anno di servizio civile, 3 anni di tirocinio… forse a 31 anni inizio a lavorare e a guadagnare qualche soldo. Poi si lamentano che non si fanno figli, che non ci si sposa, e l’età media della popolazione aumenta?»
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