Salute

Hiv: il Sudafrica nega l’Azt a chi viene violentato

A sollevare il caso è stata la violenza su una bimba di 9 mesi. E la denucia di un medico tedesco, licenziato.

di Carlotta Jesi

Il governo del Sudafrica nega l’Azt, un farmaco anti Hiv, alle persone vittime di violenza sessuale. Compresi i bambini. A darne la notizia è il quotidiano Daily mail & Guardian, che con l’aiuto di Beatrix Weber, medico tedesco di stanza in Sudafrica, ha ricostruito una vicenda allarmante. Tutto inizia lo scorso mese di novembre, quando una bambina di appena nove mesi viene rapita e violentata a Upington. La televisione segue la sua storia per settimane, ed è proprio attraverso i telegiornali che il ministero della salute scopre che la bambina, ricoverata all’ospedale di Kimberly, viene curata con Azt. Secondo Beatrix Weber, appena saputa la notizia, il ministero telefona al direttore dell’ospedale Deon Madyo intimandogli di non distribuire più il farmaco. Madyo conferma la notizia, e anche le voci secondo cui da tempo i medici africani distribuiscono farmaci antiretrovirali anche se il governo lo vieta. Il caso della piccola violentata, però, ha fatto troppo scalpore: il 4 dicembre, l’ospedale di Kimberly è costretto a diramare questa nota a tutto il suo personale: «In accordo con la politica anti Hiv del Dipartimento nazionale per la salute, i farmaci antiretrovirali non possono essere somministrati alle vittime di violenza sessuale». Le associazioni di sieropositivi protestano, e alla dottoressa Beatrix Weber, sospesa dall’ospedale, non rimane che denunciare la vicenda.

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