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Divieto di fumo: Sirchia sposa la linea dura
Pubblicata la nota del ministero della Salute che spiega le sanzioni per i trasgressori, previste nella Finanziaria
Applicazione del divieto di fumare: il ministro della Salute Girolamo Sirchia segue la linea dura impostata dal suo predecessore, Umberto Veronesi. A pochi giorni dalla pubblicazione della legge finanziaria 2002 che contiene le nuove pesanti multe in euro, viene emessa una nota ufficiale ricca di particolari sia sulle sanzioni che sulle modalità operative. Tra l’altro il controllo e l’applicazione delle sanzioni sono state affidate all’Arma dei Carabinieri. Ecco il testo della nota diffusa dal ministero:
Nota del ministero della Salute n. 8 del 9 gennaio 2002. Divieto di fumo: fino a 500 Euro di multa per chi trasgredisce
Il Ministero della Salute informa che dal 1° gennaio sono notevolmente aumentate le multe per chi trasgredisce i vigenti divieti di non fumare. L’articolo 52 della Legge Finanziaria 2002, comma 20, porta infatti “la sanzione amministrativa del pagamento” a una somma che varia da Euro 25 (Lire 48.407) a Euro 250 (Lire 484.068 )” e dispone che tale importo sia raddoppiato “qualora la violazione sia commessa in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o in presenza di lattanti o bambini fino a dodici anni”.
Inasprite anche le sanzioni nei confronti di chi, pur avendone la responsabilità, non appone gli appositi cartelli “vietato fumare” secondo le norme di legge oppure non fa rispettare il divieto. Queste persone sono soggette al pagamento di una somma da Euro 200 (Lire 387.254) a Euro 2.000 (Lire 3.872.540) e tale importo viene aumentato della metà nel caso in cui nei locali e sui mezzi del trasporto pubblico gli impianti di condizionamento dell’aria non funzionino o non siano perfettamente efficienti.
I controlli e l?applicazione delle sanzioni saranno in primo luogo affidate ai Carabinieri della Salute.
Rivolta ad accrescere la tutela dei non fumatori dal fumo passivo, la norma della Finanziaria 2002 aggiorna quanto già disposto dalla Legge 584/1975 e successive modificazioni, che prevedevano una sanzione da Lire 4.000 a Lire 10.000.
Il fumo, sia attivo che passivo, costituisce infatti uno dei principali fattori di rischio per le patologie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare (circa 90mila morti l?anno). Dal fumo dipendono il 90 per cento dei decessi per tumore polmonare (30mila l?anno) e l’esposizione al fumo passivo fa sì che le persone che convivono abitualmente con almeno un fumatore in famiglia presentino un maggior rischio di malattie delle vie respiratorie ma anche di tumori e infarti.
Secondo l’Istat, nel nostro Paese i fumatori passivi sono oltre 15 milioni, dei quali uno su quattro ha meno di 14 anni. Autorevoli studi internazionali indicano nell’esposizione al fumo passivo dei genitori il fattore di rischio ambientale più importante soprattutto per i bambini affetti da patologie allergiche e respiratorie.
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