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Legge Lunardi, i cantieri sono contro natura
Al via la superdelega per il rilancio delle infrastrutture che rivoluziona le precedenti leggi sullimpatto ambientale. Ma Legambiente prepara un ricorso
Definitivamente approvata il 6 dicembre scorso dall?assemblea di Palazzo Madama, la legge Obiettivo per il rilancio delle infrastrutture dispone una drastica accelerazione nella realizzazione delle grandi opere pubbliche. Primo passo, il 19 dicembre con la presentazione, da parte del ministro competente, Pietro Lunardi, al Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica, del piano attuativo della legge per il 2002, con l?elenco di circa 80 opere da realizzare. Ma se il governo utilizza toni trionfalistici per annunciare la partenza di nuovi cantieri e annuncia una ricaduta positiva per l?intero settore economico, le associazioni ambientalistiche sono estremamente critiche. Il Wwf ha fatto appello al presidente della Repubblica, perché non promulghi il provvedimento, e Legambiente sta preparando un ricorso alla Corte Europea. Ce ne parla Edoardo Zanchini, responsabile trasporti e costruzioni di Legambiente.
Dopo molte polemiche e una ?blindatura? sul testo sostenuta dalla maggioranza, la legge Obiettivo muove i suoi primi passi, e promette di cambiare completamente le procedure d?appalto e quelle di realizzazione delle opere pubbliche.
Il provvedimento toglie al ministero dell?Ambiente i poteri di rilascio della Valutazione d?impatto ambientale, trasferendola in mano al Cipe, il quale avrà pieni poteri sul rilascio delle autorizzazioni e sul controllo della realizzazione delle opere. In questi giorni, il Cipe deve individuare le prime 80 opere da realizzare, tra cui almeno dieci considerate prioritarie e finanziate con i primi fondi disponibili (che dovrebbero ammontare a sei miliardi di Euro).
«L?enorme potere affidato al Cipe e quindi, sostanzialmente, al governo stesso, nell?individuazione e nella realizzazione delle grandi opere ci appare del tutto incostituzionale» spiega Zanchini. «La legislazione federalista, che dovrebbe affidare la materia dei lavori pubblici agli enti locali, qui va a farsi benedire. I Comuni non avranno più voce in capitolo nella realizzazione e nel controllo di queste opere». Nell?elenco delle opere da realizzare, ci sono molte autostrade. «Sembra che per risolvere il problema della viabilità il governo veda come soluzione solo la costruzione di nuove autostrade» aggiunge Zanchini. «C?era più bisogno di adeguare l?esistente, eppure l?Anas si è vista ridurre fino a un terzo i fondi per la manutenzione delle strade normali, e per il trasporto metropolitano sono stati previsti in Finanziaria appena 75 miliardi di investimenti».
Oltre a questo, la legge obiettivo introduce un?altra novità, quella del general contractor, un soggetto (dai confini ancora indefiniti) cui verranno affidati la progettazione e la realizzazione delle grandi opere: «Chi sarà? Sostanzialmente un consorzio di banche e società che avrà potere di definire il progetto e diritto di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, realizzando espropri, preparando la Valutazione d?impatto ambientale senza che i cittadini e gli amministratori locali abbiano alcun potere di opposizione. Dal general contractor, in pratica, il governo pretende solo la consegna dell?opera finita, lasciando carta bianca su tutte le fasi di costruzione, al punto che questo soggetto potrà subappaltare anche l?intero lavoro». Con buona pace di tutte le procedure di trasparenza necessarie negli appalti e regolate dalle stesse direttive europee.
Altro aspetto che preoccupa fortemente le associazioni, è la sostanziale deregulation nello smaltimento dei rifiuti (che porta con sé anche la sanatoria per i cantieri della Tav sulla Firenze-Bologna, bloccati dalla precedente legislazione). In attesa del varo dei diversi decreti attuativi, nelle prossime settimane Legambiente presenterà ricorso alla Corte europea, sottolineando l?irregolarità della nuova legge sia nelle disposizioni che regolano la valutazione d?impatto ambientale, sia sugli appalti.
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