Famiglia

Cena ribelle in corsia

È quella che organizzano i cinque protagonisti del nuovo film di Vincenzo Terracciano. Commedia sul diritto alla dignità anche di fronte alla malasanità

di Antonio Autieri

Natale al cinema non è solo divertimento e distrazione. Può essere anche un divertimento con riflessione su un tema importante. Fra i tanti film usciti nelle sale per il periodo natalizio ce n?è uno che rischia di passare inosservato. E che invece merita attenzione. Ribelli per caso, questo il titolo, prova a ritagliarsi un suo spazio in un panorama cinematografico che quest?anno, sotto l?albero, consiste in proposte tendenzialmente di puro svago (ma con qualche sfumatura interessante, si vedano schede qui sotto). Il secondo film di Vincenzo Terracciano (esordì nel 1998 con Per tutto il tempo che ci resta, sul dramma della pedofilia) ha per protagonisti cinque uomini di mezza età, di estrazione sociale differente (si va dal professore al bancario, dall?impiegato a due piccoli commercianti), che si ritrovano insieme nella stessa camera di un ospedale napoletano. Sofferenti di mali diversi, ben presto si accorgono di essere capitati in un ambiente a dir poco pittoresco. Un problema è il cibo, davvero sgradevole. Ma la fame mal soddisfatta è solo l?aspetto più vistoso: ancora più gravi sono gli infermieri incapaci, i dottori arroganti, le diagnosi lentissime, le informazioni richieste e mai ottenute. Insomma, piccole e grandi offese alla loro dignità. Un duro rimprovero di un primario al professore fa scattare un sentimento di rivolta: i pazienti della stanza 104 decidono di organizzare, di nascosto dal personale medico, una grande cena in totale libertà. E una volta scoperti, si barricheranno nella stanza, assediati da medici, infermieri, poliziotti e giornalisti, continuando a mangiare, a rischio della propria salute. Perché? Per riaffermare il diritto alla propria dignità. Con interpreti molto versati nella commedia come Renato Scarpa (presente in molti film di Troisi e Nichetti), Antonio Catania (era in Mediterraneo e Chiedimi se sono felice), Antonio Petrocelli (attore caro a Nuti e Albanese) e Giovanni Esposito, Ribelli per caso non poteva che essere una commedia, per quanto surreale e intelligente. «Non è un film sulla malasanità», spiega il regista Terracciano, «piuttosto un inno alla vita: i personaggi ricoverati in corsia diventano i protagonisti, loro malgrado, di una ribellione inconsapevole, di cui prendono coscienza man mano. Pur nella forma della commedia, con le sue gag, è un film su un?utopia che come tale ha in sé non solo un sogno, ma anche una protesta contro lo stato delle cose».


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