«Al di là delle sofferenze e delle carenze che contraddistinguono gran parte della vita quotidiana nei nostri villaggi, noi vediamo in queste piccole comunità il centro di una solidarietà concreta e misurabile, di un’energia capace di respingere stabilmente l’ombra della precarietà che offusca lo splendore di una vita serena. Ma per fare questo, è necessaria la mobilitazione di tutte le forze vive del Paese: imprese, cittadini e poteri pubblici». Così Emmanuel Brochot, cofondatore, insieme al fratello Christophe Brochot, di Bouge Ton Coq. Movimento cittadino e solidale, fondato in Francia all’inizio del 2020, ha creato un modello di finanziamento innovativo, per progetti associativi e a interesse generale destinati alle aree rurali francesi, che unisce i cittadini, i poteri pubblici e le imprese. «Siamo convinti della necessità assoluta di rinnovare l’approccio alla lotta contro tutte le precarietà e ancora più specificamente nelle aree rurali, che sono spesso all’ombra dell’agenda mediatica», precisa Emmanuel Brochot.
Bouge Ton Coq ha ideato la prima piattaforma basata esclusivamente sul valore del dono, «la cui valenza sociale è molto importante per noi», spiega Emmanuel Brochot, sottolineando come il dono debba durare nel tempo ed essere “indolore”. I cittadini possono infatti donare sulla piattaforma a partire da due euro al mese. Il progetto si rivolge a paesi in tutta la Francia con meno di 3500 abitanti e ha l’obiettivo di riqualificare e fare crescere le zone rurali. «Abbiamo fatto germogliare l’idea di un movimento cittadino, basato localmente nei villaggi ma di ambizione nazionale, dotato di una piattaforma digitale per permettere ai progetti dei piccoli centri rurali di essere sostenuti da chiunque, ovunque in Francia», spiegano gli ideatori del progetto.
Bouge Ton Coq collabora con l’associazione dei sindaci rurali della Francia (Association des maires ruraux de France), che riunisce più di 10 mila sindaci di paesi con meno di 3500 abitanti. «È un organo chiave nella riqualificazione dei piccoli comuni. Lavoriamo insieme per questo scopo e per fare uscire dalla precarietà e dall'isolamento questi territori dimenticati», illustra Brochot. Le aree variano dalla mobilità, alla salute, al legame sociale, all’educazione, alla cultura. «Le nostre prime azioni riguardano il piccolo commercio, dal momento che è la base stessa del legame sociale, della lotta contro la precarietà e l’isolamento».
Durante il primo lockdown, a marzo 2020, Bouge Ton Coq (che si traduce come: "Sposta il tuo gallo!") ha lanciato la sua prima iniziativa: C’est Ma Tournée, per aiutare le piccole imprese, gli artigiani e i piccoli produttori, distribuendo loro fondi per fare fronte alle misure del lockdown. Sostenuta da numerose imprese e cooperative e da 40.000 cittadini, e realizzata in collaborazione con l’associazione dei sindaci rurali della Francia, quest’iniziativa ha finora aiutato più di 250 imprese e artigiani in tutte le regioni del Paese, grazie a più di 300 mila euro in doni. Ciascun beneficiario ha ricevuto una somma fino a 1500 euro, che può essere raddoppiata attraverso un fondo dello Stato. C’est Ma Tournée ha vinto il premio della solidarietà civile conferito dal Comitato economico e sociale europeo a progetti della società civile per il loro eccezionale contributo alla lotta contro le conseguenze economiche e sociali della pandemia di Covid-19. A novembre 2020 Bouge ton CoQ ha lanciato le épiceries citoyennes (negozi di alimentari gestiti dai cittadini), un sistema commerciale senza scopo di lucro che si basa sul rendere autonomi i cittadini nell’organizzazione dei loro circuiti di alimentazione e di consumo.
Emmanuel Brochot ha parlato a Vita di Bouge Ton Coq e dei progetti per il futuro delle aree rurali.
Come è nato Bouge Ton Coq? Qual è il percorso dei cofondatori?
Dopo aver lavorato in grandi agenzie di pubblicità e nel fundraising di una grande associazione per le persone anziane per quanto riguarda Christophe, e un percorso di direzione generale e marketing in grandi catene specializzate per quanto mi riguarda, abbiamo voluto creare un’agenzia di comunicazione, specializzata nella rete di distribuzione. L’abbiamo sviluppata (con 45 persone a Parigi) per più di 10 anni e l’abbiamo poi venduta a un grande gruppo di comunicazione. Ci siamo ritrovati, a più di 50 anni, a riflettere sul nostro futuro, che volevamo fosse utile per l’interesse generale. Veniamo da una famiglia tradizionale dove l’educazione ci ha portato verso gli altri, fin dalla più giovane età. Originari di un piccolo villaggio ai confini della regione dell’Auvergne, abbiamo avuto l’intuizione che potevamo portare qualcosa di nuovo e dinamico a beneficio dei territori rurali, dei piccoli villaggi che rendono la Francia così attraente. Con un approccio molto imprenditoriale abbiamo costruito questo progetto: Bouge Ton Coq, il cui nome porta i valori che ci motivano: fare un passo a lato per vedere meglio ciò che è evidente, e agire, riunendo le principali componenti del Paese (cittadini, imprese, e poteri pubblici) in una dinamica di ricostruzione… sempre con un’impertinenza umile e gioiosa!
In cosa risiede l'originalità del vostro modello di finanziamento?
Il cuore della nostra innovazione è la capacità di iniziare nuove collaborazioni tra le tre componenti essenziali della società- le imprese, i cittadini e i poteri pubblici- per costruire un’economia sociale di prossimità.
Qual è la vostra missione e il vostro ruolo?
Identificare i principali problemi delle zone rurali e gli attori che permettono di portare una soluzione concreta a livello locale, che noi facciamo emergere a livello nazionale. Il nostro ruolo consiste dunque nell’ideare, coordinare, animare e attuare grandi operazioni nazionali a servizio della lotta contro la precarietà nlle aree rurali.
Qual è la visione e l‘ambizione di Bouge Ton Coq?
Siamo convinti della necessità assoluta di rinnovare l’approccio alla lotta contro tutte le precarietà e ancora più specificamente negli spazi poco visibili che stanno ai bordi delle nostre grandi città: le aree rurali, che sono spesso all’ombra dell’agenda mediatica. Le conseguenze economiche, sociali e umane della pandemia in questi territori rivelano nuove spaccature all’origine dei drammi umani, che suscitano in noi un’inquietudine grande quanto la voglia di cambiare la situazione. Questa è la scommessa, la visione e l’ambizione di Bouge Ton CoQ, a partire dalle sue recenti origini, all’inizio del 2020. Al di là delle sofferenze e delle carenze che caratterizzano gran parte della vita quotidiana nei nostri villaggi, vediamo in queste piccole comunità il centro di una solidarietà concreta e misurabile; di un’energia capace di resistere stabilmente all’ombra della precarietà che offusca lo splendore di una vita serena. Ma per fare questo, è necessaria la mobilitazione di tutte le forze vive del Paese: imprese, cittadini e poteri pubblici.
Quando avete utilizzato per la prima volta questo tipo di finanziamento?
Questo modello, che si basa sulla diversità dei finanziamenti, è stato sperimentato durante il primo lockdown, con il nostro primo progetto: “C’est ma tournée!”. Non potevamo rimanere inattivi: ci sono giunti numerosi messaggi dei sindaci rurali e delle associazioni locali per avvertirci della catastrofe economica e sociale di lungo periodo che si preparava se non avessimo agito immediatamente. In un villaggio, quando un bar o un’attività commerciale chiudono, tutto il tessuto locale e la coesione sociale del territorio si ritrovano lacerati, e per molti anni. La mancanza di risorse finanziare rischiava di far sprofondare migliaia di famiglie in un’emergenza economica che si sarebbe unita all’emergenza sociale di una località senza luoghi di vita comune. Nel giro di qualche settimana abbiamo organizzato un collettivo composto dall'associazione dei sindaci rurali della Francia (Association des Maires Ruraux de France), dal marchio responsabile “C’est qui le patron?!”e da un collegio di aziende patrocinanti per dare un aiuto finanziario diretto di 1500 euro, su convalida del sindaco, ai piccoli commercianti, artigiani e produttori locali situati in comuni di meno di 3500 abitanti, che hanno realizzato un volume d'affari inferiore a 100 mila euro nel 2019. In tre mesi abbiamo potuto aiutare più di 250 commercianti a superare la crisi e a preparare la ripresa in 115 centri rurali in tutte le regioni della Francia. Quest’iniziativa ha vinto il premio europeo della solidarietà civile conferito dal Comitato economico e sociale europeo, che ha riconosciuto l'operato di un’organizzazione della società civile che ha dato uno straordinario contributo alla lotta contro le conseguenze economiche e sociali della pandemia di Covid-19.
Che aspetto ha portato alla luce l’iniziativa “C’est ma tournée!”?
Quest’operazione ci ha offerto un punto di vista molto documentato su una delle cause maggiori dell’impoverimento dei territori rurali in via di desertificazione commerciale. Il modello tradizionale del commercio di prossimità non permette più di creare le risorse necessarie per dinamizzare i nostri villaggi. Esiste quindi una soluzione di un genere tutto nuovo e già sperimentata in più di 70 comuni che propone un modello sostenibile perché efficace: i negozi di alimentari gestiti dai cittadini (le épiceries citoyennes).
Che cosa sono le épiceries citoyennes?
Un sistema di commercio non lucrativo che si basa sull’autonomia dei cittadini nell’organizzazione dei loro circuiti di alimentazione e di consumo. Con una somma di investimento minima, di 2000 euro, è possibile aprire un negozio di alimentari che funzionerà poi senza alcun apporto finanziario esterno durante tutta la sua durata, dal momento che la gestione è associativa. Inoltre non ci sono costi per il personale perché ciascuno dona due ore al mese del suo tempo, il comune presta il locale e gli ordini sono riuniti in modo che non ci sia nessun costo fisso eccessivo che potrebbe minacciare la sostenibilità dell’iniziativa. I prezzi sono dal 15% al 30% meno cari di quelli della grande distribuzione e sono i produttori locali (che si trovano in media a 15 km dal negozio di alimentari) che fissano il prezzo giusto, dal momento che non è imposto loro nessun margine commerciale. Questo modello va a vantaggio dei consumatori, soprattutto dei più precari, e dell’economia del territorio nel suo insieme, offrendo un nuovo sbocco commerciale, con una filiera corta di prossimità, agli imprenditori locali.
L’obiettivo è ambizioso e necessario: aprire 2000 negozi di alimentari di questo tipo entro il 2022 in tutti i villaggi che ne hanno maggiormente bisogno. Il contributo che chiediamo in occasione di questa call rivolta a tutta la collettività a presentare i loro progetti ci permetterà di garantire il 50% del progetto.
Che cosa rappresenta per Bouge Ton Coq il premio della solidarietà civile conferito dal Comitato economico e sociale europeo?
Oltre alla soddisfazione e alla motivazione della nostra squadra, il premio del Cese rappresenta innanzitutto un riconoscimento ufficiale della nostra azione pionieristica, cosa che faciliterà i nostri scambi con i poteri pubblici, quali essi siano, e permetterà di realizzarne di altri. Il riconoscimento dell’Europa ha un peso non trascurabile nell’intermediazione nazionale.
In che modo questo premio vi aiuterà ad agire per il mondo rurale?
La storia che stiamo scrivendo è un intreccio di cause ed effetti che, ce lo auguriamo, non si fermeranno. Questo premio apre delle porte che ne apriranno delle altre, e così via. Per mobilitare e unire il più gran numero di persone intorno a una causa, per quanto nobile essa sia, è necessaria la visibilità e il riconoscimento delle istituzioni che ci governano. Questo premio, molto istituzionale, mette in luce la causa della ruralità, dell’aiuto reciproco e della solidarietà. È decisivo!
Qual è la vostra visione della ruralità in Europa e la vostra ambizione?
Come abbiamo studiato le caratteristiche della ruralità francese, così ci siamo interrogati sulle possibili similitudini nel resto dell’ Europa. La constatazione, un po’ caricaturale ma vera, è che l’Europa occidentale è rurale! Inoltre esistono meccanismi di defiscalizzazione simili (doni dei cittadini, mecenatismo d’impresa) un po’ ovunque. Questa constatazione rende non solamente possibile, ma anche fortemente auspicabile, la replicabilità del nostro modello in altre parti d’ Europa. Siamo convinti che l’Italia, e anche la Spagna, potrebbero essere dei modelli eccellenti per lo sviluppo di Bouge Ton Coq. Siamo disposti a incoraggiare tali iniziative “cugine” in questi paesi, condividendo il nostro approccio metodologico e proponendo l’utilizzo gratuito del nostro logo tradotto. La generosità, l’interesse generale devono avere le loro “multinazionali”, che mostrano che il progetto europeo è basato su valori comuni di condivisione e di solidarietà. La causa rurale, che include la causa del mondo contadino, dell’alimentazione di qualità e l’ecologia, deve avere un volto europeo!
Foto di apertura: Joakim Weiler/Unsplash
Foto nel corpo dell'intervista: pagina Facebook Bouge Ton Coq
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