L’incontro con Maria Salvia, dirigente dell’ IC Amerigo Vespucci di Vibo Valentia, Istituto che comprende undici plessi del territorio marino della città capoluogo di provincia avviene a due passi dal mare e a poche settimane dall’ avvio del nuovo anno scolastico.
Il 20 settembre è lo start previsto per la Calabria ed è il giorno in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro dell’ Istruzione Patrizio Bianchi saranno proprio in Calabria, nella vicina Pizzo, per inaugurare l’avvio delle lezioni.
«L'amore vero, pieno, completo, muove l'educazione e l’ apprendimento corrisposto. La mia, la nostra scuola è fatta di esperienze quotidiane. Che tendono a valorizzare i talenti di ognuno. Nella mia scuola non esiste il lessico che procura differenze: integrazione, inclusione sono banditi dal nostro vocabolario».
È lapidaria Maria Salvia e parte proprio dal valore dalle parole per raccontare come la scuola, che dirige da 14 anni, sia intesa nel suo complesso: insegnati, alunni, personale ATA, genitori, risorse territoriali e patti di comunità che «promuovono una relazione, un patto educativo capace di andare oltre gli steccati e contro le etichette». 850 alunni, circa 200 tra docenti e collaboratori scolastici. Sono i numeri dell’ IC Amerigo Vespucci .
«La nostra scuola- mi dice la Dirigente Maria Salvia – ha all’ attivo un’ orchestra stabile di 80 elementi con una sala registrazione a disposizione, un relax point, uno spazio ZeroSei con laboratori di cucina internazionale, lettura e di igiene. Una lavanderia sociale che permette alle famiglie di utilizzare lavatrici e lavasciuga. Una barca a vela in comodato d’ uso gratuito per imparare a navigare non solo il mare ma anche tra le discipline scientifiche e il valore della fratellanza universale. Due alunne insignite dell'onorificenza di Alfiere della Repubblica e un attivo economico di oltre un milione di Euro».
E allora le chiedo subito, vista la sua capacità di creare spazi efficienti di apprendimento e relazione, che cosa manchi alla scuola di oggi, secondo lei, per affrontare le sfide dell’ imminente e del futuro?
«Negli ultimi 20 anni la scuola, forse ha abdicato le responsabilità. Non riuscendo a consegnare una scuola che insegni l’autonomia e il pensiero critico. La scuola deve muoversi e andare verso la conoscenza e verso la competenza. È compito della scuola rendere i ragazzi e le ragazze autonomi di pensiero. formare adulti in grado di sapere scegliere».
«La parola chiave è proprio scelta, e in questo la legge sull’autonomia scolastica mi aiuta a seguire i processi educativi più all’ avanguardia». È fiera quando dice «Siamo una scuola di avanguardia educativa».
È un fiume in piena Maria Salvia. Lei è partita dalle aule e, racconta, che non passa giorno «prima di andare nelle stanze fredde», così chiama le stanze del dirigente, non passi in aula a fare lezione con le maestre ei professori della Scuola. È un vizio antico, capisco, ma che le fa ancora brillare lo sguardo.
«La scuola, quella di ciascuno, quella garantita dalla Costituzione, deve valutare e non giudicare. – dice convinta – . Noi proponiamo una valutazione narrativa che si evince da un diario di bordo che ci consente di capire se i percorsi intrapresi siano quelli adatti a valorizzare e sviluppare le competenze dei nostri alunni».
Come avete lavorato durante la pandemia?
«Non ci siamo mai fermati. Abbiamo fatto scuola outdoor: in giardino, nelle aree di verde pubblico e in barca a vela e poi – anche in questo esce dagli steccati (ndr)- c’è stata la grande opportunità della Dad, che ha dovuto rompere tutti gli schemi». Continua – «Eravamo preparati a questa forma di apprendimento e insegnamento perché purtroppo avevamo vissuto casi di gravi malattie a carico di alcuni alunni e quindi siamo partiti immediatamente». «La Dad voleva dire visitare il mondo. Era l’ opportunità. E l’ abbiamo colta».
Un esempio?
«L’ esame di licenza media è stato il racconto dei singoli sulla loro esperienza scolastica legata al tempo del Covid che è diventata una pubblicazione in e-book illustrata da Sergio Staino».
E per il nuovo anno scolastico cosa si prospetta?
«La magia dell' apprendimento! – dice sorridendo convinta – . Il messaggio di Herry Potter farà da guida alla nostra proposta scolastica». «Sostenibilità, lealtà, amicizia i messaggi del maghetto nati dalla penna e dalla fantasia di Joanne Kathleen Rowling saranno da sfondo nella progettazione didattica educativa per ridare agli alunni un pensiero felice e che non trascuri conoscenza».
«La narrazione fantastica – continua – accompagnerà nel mondo reale gli alunni, fin dal primo ciclo di istruzione. I saperi disciplinari saranno scanditi dall’ insegnamento del coraggio, l’ amore per la giustizia, il potere magico di fare le cose con le parole, i limiti dell’ uomo, l’ amore come forma di rispetto per se e per gli altri».
E come gestirete greenpass e sicurezza sanitaria?
« Non sono molto felice di fare l' Ispettore sanitario, ma rispetto le norme dello Stato».
Poco prima di salutarci si avvicina una giovane donna, «Sono tornata. Ho avuto l’ assegnazione nella tua scuola. Insegnerò strumento musicale.- le dice felice –
«Lei è stata mia alunna, una delle prime a sperimentare la musica come strumento pedagogico e didattico. Ha fatto il conservatorio. È giovane, ma è una musicista affermata. E da quest’ anno torna da dove è partita ma con un bagaglio di maturità professionale e umano che farà bene a tutti. Anche questa è una magia». – mi dice emozionata la Dirigente.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.