Famiglia

Volontariato: cala impegno ambientale dei giovani

Lo rivela una ricerca dello Iard

di Gabriella Meroni

Ambiente cenerentola fra gli impegni dei giovani italiani: la tutela della natura ha un ruolo sempre piu’ secondario rispetto ad altre attivita’ ed e’ una scelta di pochi che coinvolge un giovane su dieci mentre le associazioni sportive coinvolgono un ragazzo su tre (32,3%), quelle di tipo religioso un giovane su cinque (21,3%), quelle culturali il 12,3% e quelle di tifosi il 12,5%. Il dato emerge da una ricerca dell’Istituto Iard secondo il quale nel 2000 si e’ registrata una netta riduzione dell’impegno ambientalista dei giovani con il 3,8% di presenza nelle organizzazioni ambientaliste (contro il massimo di 7,1% raggiunto nel ’96) e con l’8,5% per la partecipazione alle manifestazioni (contro il 15,4% raggiunto nel ’92). Una riduzione che lo Iard collega al livello di coinvolgimento nelle manifestazioni ed associazioni di altro tipo come scuola, pace o diritti umani. Nell’arco di tempo che va dal 1983 al 2000, solo il 4,2% dei giovani fra i 15 e 24 anni ha partecipato almeno una volta all’anno a qualche forma di attivita’ promossa dalle associazioni ecologiste: l’8,7% ha preso parte invece a qualche manifestazione per la difesa della natura. Secondo la ricerca su ”i giovani e l’ambiente, 1983-2001”, l’ecologismo e’ presente in misura leggermente superiore fra i giovani appartenenti al ceto superiore e con un livello culturale familiare alto e che studiano rispetto ai giovani che lavorano. Lo Iard ha diviso i giovani in quattro categorie. Inanzitutto ci sono gli ‘ecologisti radicali’ (45%), coloro che si impegnano per la difesa della natura: molti sono studenti e risiedono prevalentemente nel centro-sud. Poi ci sono gli ‘inconsapevoli’ (38,1%), categoria costituita in prevalenza da ragazze del centro-sud o dalle isole: in maggior parte non lavorano o non studiano ed il loro numero cresce con l’aumentare dell’eta’. I ‘modernisti’ (8,8%), infine, sono i giovani che nutrono grande fiducia negli industriali e nel progresso: in maggioranza sono maschi, lavorano e provengono soprattutto da famiglie di livello culturale medio e del ceto superiore o autonomo, abitano piu’ al nord. Poi ci sono gli eco-pessimisti (8,1%), quelli che credono poco nelle proprie capacita’ di migliorare la situazione dell’ambiente: sono per oltre 2/3 ragazze e giovani di eta’ compresa fra 15 e 17 anni, provenienti per lo piu’ dalle isole e da famiglie con livello culturale elevato. Chi partecipa con maggiore fervore alle battaglie per la difesa della natura evidenzia, in generale di prediligere un uso piu’ selettivo e culturalmente impegnato dei mezzi di comunicazione. Gli ecologisti radicali -spiega lo Iard- si differenziano dai loro coetani soprattutto per la lettura, che preferiscono al mezzo televisivo anche come fonte per tenersi informati su quanto succede ogni giorno nel mondo: il 56,8% ha letto negli ultimi sei mesi dai 2 ai 6 libri (contro il 45,1% per gli eco-pessimisti, il 45,7% per gli inconsapevoli e il 45,4% per i modernisti). Classifica che si inverte quando si parla di televisione: il 21,7% dei giovani ‘modernisti’ guarda il piccolo schermo oltre 3 ore al giorno contro il 21,9% degli ‘inconsapevoli’, il 25,6% degli ‘eco-pessimisti’ e il 16% degli ‘radicali’. Per quanto riguarda il futuro, il 39% dei ‘modernisti’ ha fiducia nelle istituzioni contro l’11,9% dei ‘ecologisti radicali’, il 10,5% degli ‘inconsapevoli’ e il 9,2% degli ‘pessimisti’.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA