Politica
Tribunali dei Minorenni, la palla passa al Senato
Approvata ieri alla Camera la legge delega sulla riforma del processo civile, che sopprime i Tribunali per i Minorenni sostituendoli con sezioni specializzate. Ma le associazioni del Gruppo CRC tornano a chiedere garanzie di specializzazione e di multidisciplinarietà
La Camera dei deputati ha approvato ieri il disegno di legge A.C. 2953-A, che delega il Governo a effettuare un'ampia riforma del processo civile, in un'ottica di specializzazione e semplificazione dell'offerta di giustizia. Il disegno di legge passa ora al Senato.
Si tratta del testo che – fra le altre cose – cambia radicalmente la giustizia minorile, sopprimendo i Tribunali dei Minorenni: verranno sostituiti da sezioni specializzate presso i tribunali distrettuali e le corti d'appello, cui andrà la competenza sulle controversie relative alla persona, alla famiglia e ai minori. La parola “soppressione”, in questi giorni rifiutata da alcuni politici, è utilizzata anche nel comunicato ufficiale della Camera, che dice come «nell'ottica della specializzazione va letta anche la soppressione del tribunale per i minorenni (soppressione che opera non solo in riferimento alle competenze civili, ma anche per le competenze penali)».
Il disegno è questo: le sezioni specializzate circondariali, istituite presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d'appello, si occuperanno delle controversie attualmente di competenza del tribunale ordinario relative a stato e capacità delle persone, separazioni e divorzi, rapporti di famiglia e minori; dei procedimenti civili attualmente di competenza del tribunale per i minorenni (con limitate eccezioni); e dei procedimenti attribuiti oggi al giudice tutelare in materia di minori ed incapaci. Funzioni di primo grado avranno anche le sezioni specializzate distrettuali, istituite – sul modello delle sezioni lavoro – presso le Corti d'appello e le sezioni distaccate di corti d'appello: queste sezioni si occuperanno dei procedimenti previsti dalla legge sulle adozioni; dei procedimenti previsti dagli articoli 330, 332 e 333 c.c.; dei procedimenti relativi ai minori non accompagnati ed ai minori richiedenti asilo; dei procedimenti attualmente devoluti al tribunale per i minorenni, diversi da quelli previsti dall'art. 38 disp.att. c.c. (che vengono attribuiti alle sezioni circondariali), tanto in materia civile, quanto in materia penale e amministrativa. Per il secondo grado, ulteriori apposite sezioni specializzate dovranno essere istituite presso le Corti d'appello e le sezioni distaccate delle Corti d'appello, con garanzia che le funzioni siano esercitate in via esclusiva da parte dei magistrati o che, ove ciò non sia possibile, questi procedimenti vengano comunque assegnati a un collegio specializzato. Le competenze per i procedimenti penali a carico di minorenni, oggi del Tribunale per i minorenni, dovranno essere attribuite alle sezioni specializzate distrettuali.
«Spiace che ogni volta che si avvia un percorso di riforma nell’interesse dei cittadini vi sia chi si erge a difensore della conservazione e dello status quo», ha scritto nei giorni scorsi Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia della Camera e autrice dell'emendamento, approvato a fine gennaio in Commissione Giustizia, contestato da gran parte di chi si occupa di tutela dell’infanzia. «Al contrario di quanto sostiene Sandra Zampa, vicepresidente della Bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, il testo sul processo civile, messo a punto dopo un’istruttoria lunga e approfondita dalla commissione Giustizia insieme al ministro Orlando, valorizza professionalità e competenze dei tribunali e delle procure per i minori superando, attraverso l’accorpamento e l’istituzione di sezioni specializzate presso i tribunali ordinari e le corti d’appello competenti in via esclusiva per persone, famiglia e minori nonché presso le procure della Repubblica, l’attuale frammentazione di competenze in materia civile e penale minorile».
Ieri in Aula, al momento delle dichiarazioni di voto, molti hanno ribadito le perplessità sul fatto che con le riforma in discussione «possa effettivamente essere garantita una giurisdizione specializzata in materia di famiglia e minori». Luca D’Alessandro (Misto) ha detto che benché la riforma dei Tribunali dei Minori sia attesa da anni e necessaria, «il rischio è quello di disperdere quel po’ di esperienza maturata in tanti anni, nonostante, per fortuna, la delega contenga disposizioni per l’accesso dei nuovi magistrati con obbligo di formazione in materia di famiglia e minori» mentre al contrario Andrea Mazziotti Di Celso (Scelta Civica per l’Italia) ha detto invece «ho sentito delle difese strenue del tribunale dei minori, io invece penso che sia giustissimo sopprimere quel tribunale e creare delle sezioni di tribunale specializzate, con competenze specializzate in materia di famiglia, di minori, di persone», come pure Antonio Marotta (AP), che ha ribadito come «non è che andiamo a sopprimere questi magistrati o questa specializzazione o specialità che hanno acquisito: andiamo solamente ad evitare che ci siano delle strutture parallele, perché il Tribunale per i minorenni era una struttura parallela al tribunale ordinario». David Ermini, Responsabile nazionale del PD con delega Giustizia, ha assicurato che «verrà mantenuta la specializzazione del giudice minorile e del pubblico ministero minorile, nonché la composizione mista del collegio, con togati ed esperti in psicologia».
Fra gli emendamenti approvati ieri in Aula, il fatto che «l'attività delle sezioni specializzate distrettuali sia esercitata in ambienti e locali separati, adeguati ai minori di età e alle esigenze che ne derivano»o il prevedere l’ascolto del minore che «abbia compiuto dodici anni o, quando siano capaci di discernimento, anche di età inferiore».
Proprio ieri però è arrivato una nuova presa di posizione da parte di 32 associazioni aderenti al Gruppo CRC, un network composto da associazioni da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che critica la riforma, in particolare «il doppio binario di competenza territoriale in materia civilistica – distinta tra sezioni specializzate circondariali (punto 5) e sezioni distrettuali (punto 6)», in quanto «il Gruppo CRC ritiene imprescindibile il rispetto di principi irrinunciabili quali quello di unitarietà, specializzazione, multidisciplinarietà, prossimità, formazione». Per le associazioni del Gruppo CRC «appare irrinunciabile la specializzazione di tutti gli operatori coinvolti in una materia che, per sua natura, esige conoscenze e professionalità particolari. In tal senso preoccupa che non sia stata espressamente prevista l’esclusività delle funzioni dei pubblici ministeri che andranno a costituire il gruppo specializzato in materia di persona, famiglia e minori». Un punto importante è anche la multidisciplinarietà, nel senso che «sia nel processo penale minorile che nei collegi giudicanti civili, le competenze del giudice o del collegio giudicante necessitano in questa materia di un supporto interdisciplinare, quindi si ritiene importante la presenza della componente privata specializzata, affinché i provvedimenti adottati siano proporzionati alle circostanze e alla gravità del reato, alla situazione del minore ed alla tutela delle relazioni familiari, conservata con la composizione attualmente prevista per i Tribunali per i minorenni».
L’auspicio del Gruppo CRC, alla vigilia del passaggio al Senato, è quindi «che gli interventi di riforma sulla Giustizia consentano la possibilità di istituire un tribunale e un ufficio specializzato della Procura in materia di persona, famiglia e persone minori che mantenga accorpate le competenze civili e penali minorili, soluzione ottimale per attuare i principi di unitarietà, specializzazione, multidisciplinarità, prossimità e formazione continua connaturate a queste materie».
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