Cultura

Chiude PortoLavoro a Genova

Finisce PortoLavoro: la banca dati dei curricula presa in carico dallo Sportello Giovani della CISL

di Mario Pesce

Genova – Con la consegna allo Sportello Giovani della CISL della banca dati, che aveva raccolto circa millesettecento curricula di giovani in attesa di lavoro, si è conclusa definitivamente l’esperienza di PortoLavoro. L’ iniziativa promossa dal Consorzio Sportivo Arci Pianacci aveva favorito, dal 25 ottobre 1999 ad oggi, l’assunzione di trenta persone a tempo indeterminato e circa un centinaio a tempo determinato nelle aziende attive nel porto di Genova.

La delusione traspare dalle parole di Carlo Besana, presidente del circolo: “ci aspettavano più aiuto, da parte delle istituzioni e dei sindacati che comunque avevano sottoscritto l’accordo col quale avevamo dato il via a questo servizio”.

Il protocollo d’intesa, siglato oltre che dal Pianacci anche dalle organizzazioni sindacali, dal Comune di Genova, dalla Provincia e dall’ Autorità portuale, prevedeva lo sviluppo di un’iniziativa rivolta a persone in cerca di lavoro nell’area metropolitana di Genova, con la costituzione di una banca dati in cui inserire, sulla base di schemi comuni, gli elementi dei curricula. Questi sarebbero stati poi resi accessibili alla consultazione delle aziende operanti all’interno del porto. La raccolta dei dati era resa possibile non solo dall’impegno dei volontari del circolo, ma anche tramite la rete cittadina delle molte associazioni, circoli Arci e non, che avevamo aderito all’iniziativa. Il Comune per parte sua aveva concesso l’utilizzo dei locali di una biblioteca come sede del progetto mentre i computer necessari alla gestione e all’inserimento dei dati erano arrivati grazie alla Fondazione Carige.

Il successo dell’iniziativa stava soprattutto nel rivolgersi a persone che non dispongono di curricula caratterizzati da particolari specializzazioni, e dal suo essere un servizio svolto a partire dalle associazioni presenti sul territorio e quindi completamente gratuito, sia per gli aspiranti sia per le aziende. Una accusa rivolta ultimamente a PortoLavoro era stata quella di porsi come un’intermediazione tra azienda e candidato, attività che deve essere svolta solo da agenzie autorizzate, ma Besana la respinge decisamente: “l’intermediazione privata presuppone tariffe, una preselezione effettuata dall’agenzia sulla base dei curricula, e noi non facevamo niente di questo: tutti i dati di tutti i candidati venivano soltanto registrati e resi accessibili gratuitamente.”

Inoltre l’accordo di programma prevedeva il collegamento di questo servizio col sistema informativo del lavoro per il quale è competente la Provincia, la quale però ancora prima a febbraio e poi a settembre del 2001 comunicava che questo “non è ancora disponibile, e non se ne prevede l’attuazione in tempi brevi da parte del Ministero del Lavoro”.

Malgrado lo sviluppo dei contatti e delle collaborazioni attivate nel tempo con altri soggetti, tra cui scuole e istituti professionali “non siamo più in grado di garantire questo servizio, che non può dipendere soltanto dall’ impegno di volontari saltuari o dell’obiettore di coscienza di turno” continua Carlo “avevamo proposto di utilizzare lo spazio in comune con tutti i sindacati, ma ci e’ stato risposto che era un’utopia.” In seguito si era anche tentato di appoggiarsi a un’azienda privata, la quale però dopo poco tempo si era dichiarata disinteressata a mantenere attività no profit, e quest’ultimo episodio, giudicato comunque un errore anche al Pianacci, unito al “disinteresse di alcuni firmatari il protocollo d’intesa” ha portato alla chiusura definitiva.

Ulteriori informazioni:

  • www.pianacci.it/offrlav.htm
  • www.pianacci.it
  • Cosa fa VITA?

    Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.