Mondo
“Donne crocifisse”, Via crucis dedicata alle nuove schiave
Venerdì 26 febbraio lungo le strade di Roma la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato un momento di preghiera e riflessione sulle migliaia di donne e ragazzine che ogni giorno subiscono violenza da chi gestisce e sfrutta il mercato della prostituzione
Sono oltre 100mila. Sono donne e sono le nuove schiave, le vittime della tratta che in grande maggioranza si incontrano sulle strade, costrette a prostituirsi, a esercitare quello che Don Oreste Benzi definiva non il mestiere, ma «l’ingiustizia più antica del mondo». Ed è proprio a loro alle “donne crocifisse” che è dedicata una Via crucis vivente e straordinaria lungo le strade di Roma. L’associazione Papa Giovanni XXIII ha organizzato per venerdì 26 febbraio un cammino lungo le strade della capitale per pregare e riflettere sulle migliaia di donne e ragazze che ogni giorno subiscono violenza da chi gestisce e sfrutta il mercato della prostituzione.
«In questo periodo in cui la Chiesa vive la Quaresima, nell’Anno straordinario della misericordia voluto da Papa Francesco, vogliamo scendere in strada con le donne e le ragazzine che ogni giorno subiscono la violenza di sfruttatori e clienti per elevare con loro un grido rivolto a Dio ma anche alle coscienze di tutti e in particolare di chi ha incarichi istituzionali, perché questo mercato di esseri umani venga fermato», dichiara Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII.
La realtà fondata da don Benzi è impegnata al fianco delle vittime della prostituzione da 25 anni e ha liberato oltre 7mila donne da questa moderna forma di schiavitù. Nelle strutture della Comunità sono accolte attualmente circa 200 ragazze, le Unità di strada che escono ogni settimana in tutta Italia lungo le vie per incontrare le donne e offrire loro una via d’uscita.
Da dati forniti dall’associazione si stimano in 9 milioni i clienti, con un giro d’affari di 90 milioni di euro al mese. In Italia il 65% delle vittime di prostituzione stimate tra le 75mila e le 100mila sono in strada, il 37% è minorenne tra i 13 e i 17 anni.
Quella organizzata in collaborazione con la Pastorale Vocazionale della Diocesi di Roma per il 26 febbraio, partendo dalla chiesa di Santo Spirito in Sassia (ore 19,30) vuole essere una “Via Crucis di solidarietà e preghiera per le giovani donne vittime di tratta, prostituzione coatta e violenza”.
Sette le “stazioni” previste, da Borgo Santo Spirito alla Chiesa Nuova, passando per Ponte Sant’Angelo, con altrettanti momenti di preghiera, meditazioni e testimonianze delle vittime salvate dalla tratta.
«Sarà una via crucis vivente, molto coinvolgente», spiega don Aldo Buonaiuto, coordinatore dell'iniziativa. «È prevista la partecipazione di attori e musicisti, sentiremo inoltre la testimonianza diretta di ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di vera schiavitù, che anche oggi esiste, nelle nostre città, anche se sembriamo non rendercene conto».
Tra le adesioni giunte fino ad ora vi sono quelle di: Diocesi di Roma, Unitalsi, Azione Cattolica Italiana, Rinnovamento nello Spirito Santo, Comunità Gesù Ama, Nuovi Orizzonti, Forum delle famiglie, Oratorium, Cisl.
Previsti inoltre gli interventi di alcuni testimonial tra i quali figurano il cardinal Agostino Vallini, vicario generale del Papa; Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII; don Fabio Rosini, direttore dell'Ufficio Vocazioni “10 comandamenti”; Matteo Truffelli, presidente di Azione Cattolica; Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito; Giulietta Astiaso, del Cammino Neocatecumenale; suor Eugenia Bonetti, responsabile dell'Ufficio nazionale tratta dell'Usmi; padre Maurizio Botta, de “I 5 passi”.
In apertura la bellissima immagine scelta come copertina dell'iniziativa , in allegato la locandina con le tappe della via Crucis
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