Cultura

Ecco perché il Caravaggio deve restare a Napoli

Dalla capitale lo chiedono in prestito per una mostra. Ma la sezione napoletana di Italia Nostra è inamovibile e scrive a Mattarella «l’opera non può essere spostata dal Pio Monte della Misericordia». Guido Donatone presidente della sezione napoletana dell’associazione annuncia: «Siamo sicuri che Mattarella sia al corrente della richiesta? Se sarà necessario chiederemo la sollevazione cittadina». L’intervista

di Anna Spena

È una delle più spettacolari opere d’arte al mondo. Le Sette Opere della Misericordia, la tela realizzata tra il 1606 e il 1607 da Caravaggio conservata al Pio Monte della Misericordia di Napoli, un museo in via dei Tribunali, una della arterie principali del centro storico della città. Le Scuderie del Quirinale l’hanno chiesta in prestito per una mostra, ma Italia Nostra, associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali, ha rivolto un appello al Presidente Mattarella affinché l’opera resti a Napoli. Vita.it intervista Guido Donatone, presidente della sezione napoletana dell’associazione fin dal 1985, che spiega i motivi della inamovibilità dell’opera. «Se dovesse essere necessario», dichiara Donatone, «chiederemo una sollevazione cittadina. Le Sette Opere di Misericordia deve restare a Napoli».


Perché il Caravaggio non può e non deve essere spostato dalla Cappella Pio Monte della Misericordia?
Questo è un quadro inamovibile. Nello statuto della fondazione del Pio Monte sono stati gli stessi fondatori a stabilire, nel 1613, che quello della cappella è l’unico luogo in cui la tela può essere custodita.

Non è mai stata spostata dalla locazione attuale?
Forse due tre volte. Ma mai negli ultimi anni e sicuramente mai dopo il 2004. A quell’anno risale la pubblicazione della legge del codice dei beni culturali dove si stabilisce che le opere di grandissima importanza sono inamovibili.

Le Sette Opere della Misericordia furono commissionate dai fondatori del Pio Monte…
Infatti sono stati loro a realizzare la cappella dove è esposto il quadro. Anzi tutta la cappella come anche l’altare maggiore sono stati realizzati proprio in funzione all’opera di Caravaggio. Quindi diventa condizione imprescindibile all’opera stessa.

L’opera di fatto è consustanziale alle cappella?
Sì. I beni di straordinaria importanza non possono essere decontestualizzati.

Come mai questa richiesta di spostare l’opera?
Probabilmente la vogliono utilizzare per una mostra alle Scuderie proprio sul tema della misericordia. Abbiamo mandato due raccomandate a Mattarella anche se, onestamente, siamo un po’ sconcertati…

In che senso?
Continuiamo ad opporci nel dare l’opera in prestito. Però ci sembra strano che una richiesta di questo tipo sia arrivata dal Quirinale. In realtà supponiamo che il Presidente Mattarella non sia a conoscenza della richiesta stessa…

Le Sette opere della Misericordia è stata chiesta in prestito anche nel 2014 da parte di Expo Milano…
Sì. Ma dopo la ferma protesta dei maggiori storici dell’arte il trasferimento del dipinto non venne consentito dal ministro delle Belle Arti, Dario Franceschini.

Luciano Garella, direttore della soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per il comune di Napoli e provincia ha dichiarato di essere favorevole allo spostamento dell’opera d’arte. Anzi l’ha definita un’opportunità per la città, un’occasione di visibilità.
Le dichiarazioni di Garella sono sconcertanti. Lui si occupa di beni architettonici. In quanto architetto non ha nessuna competenza in merito. Chiederemo che venga trasferito. Se acconsente a questi spostamenti non può essere a capo della sovraintendenza napoletana.

Tra i firmatari dell’appello a Mattarella c’è anche Tomaso Montanari che da pochi giorni si è dimesso dal Consiglio Nazionale dell'Associazione. Come sono i rapporti con lui?
Si è dimesso in accordo con la sezione napoletana dell’associazione. Anche noi, non condividiamo la gestione che avviene da parte della presidenza attuale, che è quella milanese.

Cosa farete per evitare il prestito del Caravaggio alle Scuderie del Quirinale?
Abbiamo già fatto appello agli uomini di cultura, agli stori dell’arte. Faremo appello ai politici. Se questo non dovesse bastare chiederemo la sollevazione cittadina. Questo quadro deve essere visto nel centro storico di Napoli. Nel suo contesto.

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