Volontariato

Capodanno: balletti con classici di Chaikowskji

Si rinnova come ogni anno, durante le feste, l'appuntamento con la grande danza nei teatri d'opera italiani. In programma, sino al 31 dicembre, i classici del repertorio ciaikovskiano

di Paolo Manzo

Si rinnova come ogni anno, durante le feste, l’appuntamento con la grande danza nei teatri d’opera italiani. In programma, sino al 31 dicembre, i classici del repertorio ciaikovskiano. Schiaccianoci (al Regio di Torino con il Bolscioi di Mosca e al Comunale di Firenze nell’interpretazione della compagnia di casa, “MaggioDanza”), “Il Lago dei cigni” nella versione Nureyev che ha chiuso la stagione scaligera a Milano, prima che lo storico teatro sia “imballato” per un restyling che si protrarrà sino al 2005. Botteghini sold out per “Il Lago” di Jurij Grigorovic, ritornato a “giocare” in casa al Bolscioi dopo 30 anni di indiscusso e incontrastato potere (e alcuni anni di esilio forzato voluto dai vertici del teatro moscovita). Stelle di prima grandezza si sono esibite per la prima volta in Italia (Anastasija Volockova, Anna Antoniceva, Andrej Uvarov, Sergej Filin, Nikolaj Tsiskaridze, Vladimir Neporoznij) testimonianza del nuovo corso del Bolscioi (diretto oggi da Boris Akimov) dopo anni di gestioni fallimentari, crisi economiche e querelle, di cui è stato protagonista anche il presidente Putin. Successo nel capoluogo piemontese anche per “La Bella addormentata nel bosco” e per lo “Schiaccianoci”, che concluderà le repliche del complesso russo la notte di Capodanno e che ha fatto registrare il tutto esaurito al botteghino prima del debutto delle rappresentazioni. Non è un caso che il Regio abbia deciso di chiudere il 2001 con lo “Schiaccianoci”, balletto-simbolo del Natale con tanto di gigantesco albero in scena, riunioni conviviali e doni per i più piccoli, tra i quali un insignificante schiaccianoci che la fiaba e i sogni della protagonista, Maria, trasformeranno in principe azzurro. Parla italiano la danza scaligera, in trasferta sino al fine dicembre con Excelsior al Carlo Felice di Genova e subito dopo all’Opera di Parigi (dal 9 al 12 gennaio nella sede di Palais Garnier). Balletto di fine ottocento firmato Romualdo Marenco (musiche) e Luigi Manzotti (libretto), che racconta il riscatto dell’umanità dall’oscurantismo e dalle tenebre con continue citazioni e rimandi alle più recenti scoperte e avventure nel campo della tecnica e dell’industria (la pila di Alessandro Volta, il taglio dell’Istmo di Suez). Ospiti della Scala due star della danza internazionale, la giovane etoile Roberto Bolle e l’astro argentino Maximiliano Guerra. “Mi sento particolarmente a mio agio nei ruoli romantici”, spiega Roberto Bolle, in scena Genova per un’unica serata domani e reduce dagli applausi della Scala con “Il Lago” “Non bisogna sottovalutare però Excelsior, un balletto che ha un suo fascino, anche se datato, che rappresenta l’unico esempio di spettacolo made in Italy, uno dei più clamorosi successi di fine Ottocento. Forse perché inaspettato. Alcuni passaggi del balletto oggi possono apparire ridondanti, barocchi, eccessivi per lo sfarzo e il dispiegamento di forze in scena. Rappresentano i gusti di un’epoca, l’insorgere di un benessere improvviso, la fiducia illimitata nell’essere umano. L’importante è che il balletto possa essere rappresentato al massimo”, conclude Bolle. “Accade così raramente nei nostri teatri”.


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