Economia

Jubilee: L’Argentina non deve rimborsare il FMI

Riceviamo dalla campagna Sdebitarsi-Jubilee 2000, e diffondiamo.

di Redazione

La comunità internazionale deve dichiararsi subito a favore della sospensione immediata dei pagamenti del debito estero da parte dell?Argentina. E? la prima cosa da fare per offrire una concreta via di uscita da una situazione che sta rapidamente evolvendo in una profonda crisi sociale ed istituzionale. Il Fondo Monetario Internazionale, con l?intervento del Capo Economista Kenneth Rogoff, ha ammesso che l?attuale strategia economica portata avanti dal governo argentino non funziona: ?E? chiaro che la combinazione di politica fiscale, di debito e di un regime di cambi (il peso argentino è convertibile con i dollaro,ndc) non è sostenibile?. Il Fondo non ammette però le sue responsabilità, che oramai nessuno più nega: le politiche di riduzione della spesa pubblica, di aumento delle tasse e di controllo del sistema bancario sono state perseguite proprio per corrispondere alle condizioni del Fondo. La decisione del 5 dicembre di non concedere il previsto finanziamento di $1,26 miliardi, in assenza di ?una piano sostenibile?, ha innescato l?attuale fase esplosiva. Il ruolo del Fondo Monetario Internazionale sarà nuovamente messo in discussione dopo la crisi messicana del 1994 e quella coreana del 1997. La considerazione che la crisi attuale non avrà conseguenze sugli altri debitori (Messico e Brasile), poiché era largamente prevedibile, rende ancora più dura la valutazione sulle attività del Fondo. Esistono oggi le condizioni per imporre alla comunità internazionale il blocco dei pagamenti da parte dell?Argentina. E? stato proprio il Fondo Monetario a rilanciare questa opzione lo scorso 26 novembre con un discorso del Vicepresidente Anne Kruger.Secondo le intenzioni espresse dalla Kruger il 26 novembre, (http://www.imf.org/external/np/speeches/2001/112601.htm), il FMI dovrebbe assumere la capacità di imporre un blocco (standstill) dei pagamenti del debito per favorire il negoziato fra governi e creditori privati. Nelle trattative non ci sarebbe la partecipazione diretta del Fondo Monetario, che però assicurerebbe ai governi indebitati la protezione da una possibile azione legale da parte dei creditori e la possibilità di imporre misure per impedire la fuga dei capitali. Il Fondo farebbe la parte del leone: oltre ad essere una parte fra le altre nella sua qualità di creditore, vuole oggi diventare giudice. Siamo lontani dalla costruzione di un processo trasparente e neutrale che difenda gli interessi dei paesi indebitati. L?Italia, per l?importanza dei rapporti con l?Argentina e per la posizione all?interno del gruppo dei G7 può e deve prendere un?iniziativa in questo senso. Campagna Sdebitarsi-Jubilee 2000


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