Welfare

Assistenza, le regioni in austerity

Il governo ha approvato il decreto con la mappa delle prestazioni erogabili dal Ssn. Le Regioni offriranno prestazioni in più solo nell’ambito delle proprie risorse

di Benedetta Verrini

Con l?approvazione, lo scorso 30 novembre, del decreto del presidente del Consiglio dei ministri sui Lea – Livelli essenziali di assistenza, si apre la peannunciata fase di austerity nella spesa sanitaria: le Regioni sono chiamate ad attenersi a criteri di appropriatezza delle prestazioni e razionalizzazione delle risorse, dando una vera e propria mappa delle prestazioni sanitarie garantite. «Fino ad ora si era sempre parlato di livelli uniformi ed essenziali: con questo provvedimento, il criterio dell?uniformità scompare e in ogni Regione i ticket farmaceutici e gli standard sanitari finiranno per essere ancorati alle risorse economiche disponibili. In altre parole, avremo Regioni che offriranno ai cittadini residenti qualche prestazione in più e Regioni che non potranno permetterselo e ricorreranno maggiormente ai ticket e al taglio delle prestazioni non essenziali» commenta Stefano A. Inglese, responsabile delle politiche nazionali del Tribunale per i diritti del malato, con cui Vita ha analizzato i passaggi più importanti del provvedimento. Esclusi dai Lea Le prestazioni totalmente escluse dai Livelli essenziali di assistenza,e quindi a carico dei cittadini in tutte le Regioni, sono le operazioni di chirurgia estetica (non conseguenti a malattie o incidenti); le medicine non convenzionali (tra cui agopuntura, fitoterapia, chiropratica); le vaccinazioni non obbligatorie (ad esempio in occasione di viaggi all?estero); le certificazioni mediche (escluse quelle richieste dalle scuole per la pratica non agonistica degli alunni); alcune prestazioni di medicina fisica (ad esempio idromassoterapia, ionoforesi, laserterapia antalgica). Parzialmente esclusi è stata prevista una classe di prestazioni erogabili solo in base a specifiche indicazioni cliniche, come l?assistenza odontoiatrica (saranno garantiti solo i programmi di prevenzione per l?infanzia e gli interventi a categorie in condizioni di particolare vulnerabilità) e la medicina riabilitativa ambulatoriale (condizionata a particolari presupposti: come l?età degli assistiti, un congruo intervallo di tempo rispetto alle precedenti erogazioni o l?esistenza di un quadro patologico ben definito). Inclusi con ?erogazione appropriata? Verrà tagliata una lunga serie di prestazioni ?non appropriate?, come alcune degenze ospedaliere ordinarie, che saranno trasformate in day hospital. Sono state individuate 43 tipologie di ricoveri ?inappropriati?, che potrebbero condurre a un risparmio di 723 milioni di euro (pari a 1.400 miliardi di lire). «Il taglio dei posti letto è stato previsto nel decreto taglia-spese» dice Stefano Inglese, «a condizione che il minor numero di posti letto destinati agli acuti venisse riconvertito in posti letto per lungodegenti e riabilitazioni. Quello che preoccupa è che in questo provvedimento non c?è traccia di nessun obbligo di riconversione, né dei fondi necessari per attuarlo». Farmaci e prontuari Un altro grande capitolo legato alla riforma dei livelli di assistenza è quello relativo al contenimento della spesa farmaceutica (il ministro Girolamo Sirchia ha fissato un tetto del 13% rispetto alla spesa sanitaria complessiva, considerato ampiamente sottostimato dal Tribunale dei diritti del malato). Sul fronte farmaci c?è la possibilità, per le Regioni, di spostare con atto amministrativo alcuni farmaci dalla fascia A a due nuove sottofasce B: la B-1, che prevede il pagamento del 20% del ticket, e la B-2, che prevede il pagamento del 50% del ticket. «Si reintroducono fasce di farmaci parzialmente a pagamento solo a qualche mese di distanza dalla abolizione della vecchia classe B», commenta Stefano Inglese. «Questo è l?aspetto più significativo della riforma, che aprendo la strada, di fatto, a 21 prontuari regionali, avrà il maggiore impatto sui cittadini».


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