Non profit

Senza fini di lucro, mica in perdita

Un’azienda profit che non guadagna è destinata a chiudere, una non profit può anche risorgere moltiplicando l’impegno di risorse economiche. Ma non all’infinito

di Giovanni Marangoni

La curva del ciclo vitale di una organizzazione descritta nel box ci serve per introdurre alcuni concetti semplici, ma molto importanti. L?organizzazione è un?entità dinamica che nasce, cresce, si sviluppa, può ammalarsi al punto da rischiare di morire, ma – e lo sottolineiamo – può anche essere curata. È perciò importante capire quale fase evolutiva sta attraversando e quali sono i suoi bisogni attuali e futuri. I bisogni sui quali ci soffermeremo in questo articolo sono quelli di natura finanziaria. Finalità delle risorse finanziarie A differenza del settore profit che ha come scopo l?ottenimento di un utile, nelle organizzazioni non profit le risorse finanziarie rivestono una finalità strumentale rispetto ai fini, servono cioè a creare le condizioni affinché l?organizzazione raggiunga i suoi scopi. Tornando al concetto di curva vitale, ogni organizzazione avrà esigenze finanziarie diverse a seconda della fase di vita che sta attraversando e dei progetti che sta mettendo in campo: all?inizio della propria attività l?esigenza finanziaria potrà essere più limitata, mentre se si predispone un?importante campagna di informazione sociale c?è bisogno di una disponibilità finanziaria notevole che va ricercata nel mercato. Risorse potenzialmente illimitate A partire dalle ?finalità alte? – gli scopi sociali che l?organizzazione si propone – le organizzazioni nonprofit riescono a calamitare una quantità notevole di contributi finanziari sotto forma di una molteplicità di contributi volontari occasionali o regolari, trasferimenti da enti pubblici e donazioni di beni patrimoniali. Alcuni di questi beni vengono direttamente impiegati per lo svolgimento dell?attività, mentre altri possono produrre un reddito che verrà poi utilizzato per finanziare l?attività. Un?azienda profit costantemente in perdita è destinata a chiudere, mentre se è un?organizzazione non profit a trovarsi in questa situazione questa non solo potrà continuare ad operare e a ricevere contributi dai suoi sostenitori, vecchi e nuovi, ma, paradossalmente, i contributi potranno addirittura aumentare. Infatti quando un progetto fallisce, spesso la reazione comune è quella di raddoppiare gli sforzi, fornendo tutto il sostegno finanziario possibile per una attività di cui si riconosce l?utilità sociale. Gestione ?ecologica? delle risorse Affermare che le risorse finanziarie sono praticamente illimitate non significa però accettare che queste possano essere sprecate impiegandole in attività inconcludenti. Ed è qui che spesso cominciano i guai. Infatti l?organizzazione nonprofit non deve diventare sinonimo di antieconomico e pertanto i principi e i criteri della razionalità economica e della corretta amministrazione vanno applicati anche a queste aziende. In altre parole esiste una economicità ecologica intesa come impiego delle risorse con il più alto rendimento dei fattori produttivi e soprattutto come eliminazione degli sprechi: produrre senza scopi di lucro non significa affatto produrre male e senza curarsi del costo che la collettività è chiamata direttamente o indirettamente a sopportare. Sprecare risorse finanziarie è, da questo punto di vista, assimilabile ad un?attività di vero e proprio inquinamento della società. Gestione efficiente ed efficace Le organizzazioni non profit devono pertanto imparare a dare maggiore importanza alle funzioni manageriali e al contributo che esse danno in termini di efficienza anche se è ancora raro che un?organizzazione non profit ragioni in termini di benefici finanziari che un manager maggiormente retribuito potrebbe procurarle: occorre mantenere ben chiaro l?orizzonte davanti a sé che è quello di massimizzare il servizio, ma è altrettanto utile attenersi maggiormente ad alcune delle regole tipiche del settore profit che tendono ad eliminare l?improduttivo, l?obsoleto, l?indesiderato. Occorre pertanto curare al massimo l?economicità intesa come: impiego col più alto rendimento dei fattori e dei processi produttivi necessari e convenienti, eliminazione di ogni spreco e riduzione al minimo dei costi da sostenere per il raggiungimento dei fini assegnati all?impresa. Ancora una volta ritornano in primo piano gli obiettivi ultimi e le finalità dell?organizzazione che devono essere definiti con chiarezza mentre i capitali e le altre risorse finanziarie devono essere considerati come mezzi per raggiungere questi obiettivi che vanno presentati nel modo più concreto possibile.


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