Mondo

Sapelli: «Quella tra Usa e Germania è solo l’inizio di una enorme crisi diplomatica»

L’economista non ha dubbi, «per gli americani la colpa della crisi della crescita sia da imputare all’arresto della crescita europea, dovuto alle politiche tedesche. E sono passati al contrattacco»

di Lorenzo Maria Alvaro

«La Germania sull’orlo del baratro, Merkel se ne deve andare così che il suo Paese e l’intero continente da lei guidato possano evitare di pagare un prezzo troppo alto per la sua follia di nobili principi e ideali». Così scriveva nel suo editoriale sul New York Times Ross Douthat. Partendo da quanto accaduto a Colonia la notte di Capodanno, giudicava «folle» la scelta della cancelliera di accogliere, senza porre limiti, l’afflusso di centinaia di migliaia di migranti.


Faceva quindi riferimento al romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione, in cui si immagina appunto la sottomissione all’Islam della popolazione e sosteneva che questo scenario «ha buone probabilità di realizzarsi nel futuro della Germania». Si tratta solo di un articolo ma in qualche modo ricalca l’atmosfera che si respira da mesi. La Germania, e frau Merkel sono sotto attacco. Sia dall’esterno, ad opera degli Usa, che dall’interno, ad opera delle forze di destra. Ne sono testimonianza le dichiarazioni dei premier dei paesi storicamente filo Usa, come ad esempio Renzi, il caso Volskwagen e per finire i fatti di Colonia. Ne abbiamo parlato con l’economista Giulio Sapelli.

Cosa sta succedendo professore?
La Merkel è finita nel mirino degli Usa? Certo che si. Ma non tanto Angela Merkel quanto porprio la Germania

Perché?
Il problema è che il redde rationem è giunto. La stagnazione secolare è ormai alle porte. Ormai tutti sanno che c’è una crisi fondamentale della crescita. Gli Usa pensano che la causa fondamentale sia l’arresto della produttività e della crescita europea, causata dagli squilibri commerciali dovuti in primo luogo dalla politica inflazionistica delle Germania, imposta dalla tecnocrazia europea. In sostanza la Germania impone a tutti gli altri Paesi, che sono fornitori di beni alla Germania a livelli che vano dal 30% al 60%, deflazione e depressione della domanda interna.

Fatto indigesto agli americani…
Certo, gli americani indicano al mondo la via opposta: l’aumento della domanda interna. Alti salari e piena occupazione. Poi certo anche la Merkel ci ha messo del suo

Si spieghi…
La Cancelliera, nel luglio 2014, attacco frontalmente gli Usa, dopo il caso intercettazioni, dichiarando da Pechino, al fianco del premier cinese Li Keqiang, che la Cia la spiava. Un fatto che gli americani si sono legati al dito. E adesso le stanno facebndo pagare. Ecco spiegato lo scandalo emissioni.

Perché pensa che i fatti di Colonia siano parte di una opposizione interna?
Tutti sanno che le polizie nordiche sono filo fasciste. Quelle aggressioni non hanno nulla a che vedere con l’islam. Basterebbe sapere che i musulmani non bevono per capire quanto sia assurdo pensare che ci sia una matrice religiosa. E poi che tipo di attività sarebbe quella di organizzarsi per palpeggiare in massa donne per strada? L’organizzazione di questi avvenimenti è stata della polizia stessa, che poi ha lasciato fare. Una mossa mirata contro il Governo.

Questa crisi diplomatica tra Stati Uniti e Germania come potrebbe ricomporsi?
Non credo sia possibile. L’unica chance è che vinca un presidente repubblicano. Ma che non sia Hillary Clinton. Ed è uno scenario praticamente impossibile.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.