Mondo

Sudafrica: cinquemila persone ai funerali di padre D’Annucci

Il missionario, assassinato l'8 dicembre scorso, viveva nel Paese da 34 anni ed era stato in prima liena nel processo di trasformazione e di lotta all'apartheid

di Benedetta Verrini

Una folla di 5mila persone ha dato l’ultimo saluto a padre Michele D?Annucci, il missionario ucciso l’8 dicembre scorso in Sudafrica. Lo ha riferito all’agenzia Misna padre Silvano Nicoletto, provinciale della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo: “Tre vescovi e sessanta sacerdoti hanno fatto corona al feretro ? ha raccontato ? dimostrando la loro grande ammirazione per padre D’Annucci, intrepido missionario apostolico proprio come il fondatore, San Gaspare Bertoni, voleva che fossero i suoi stimmatini”. Il sindaco di Pretoria, padre Smangaliso Mkhatshwa (un sacerdote che ha ricevuto il permesso di partecipare al partito dell?Anc, African National Congress, per la trasformazione del Sudafrica) ha presentato padre D’Annucci come “apostolo completo sul piano spirituale, umano e sociale”. Ha ricordato come il religioso, attivo in Sudafrica da 34 anni, abbia anche “pagato di persona il coinvolgimento con i movimenti di trasformazione e di lotta all’apartheid ? continua il provinciale, – un impegno che lo ha portato ad opporsi alla polizia e alle autorità segregazioniste. Lo ha poi presentato come modello ai giovani che hanno bisogno di grandi ideali fondati sulla Parola del Vangelo per fare del mondo un pianeta più umanizzato”. Durante l?omelia l’arcivescovo di Pretoria, monsignor George Francis Daniel, ha ripercorso le “numerose tappe dell?apostolato multiforme di padre Michele mettendo in risalto la provvidenzialità della missione del religioso che, giunto dall?Italia nel 1967, fu ordinato sacerdote due anni dopo rivelandosi quasi come un ‘messia’ per le popolazioni meno fortunate del Sud Africa”. Padre D’Annucci, che al momento della morte era superiore del suo istituto per Sudafrica, Botswana e Tanzania, è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco da alcuni uomini che si sono poi appropriati della sua auto e del cellulare che aveva con sé. Il missionario, nato ad Atella (Pz) 60 anni fa, era coinvolto in molteplici attività apostoliche, educative e di sviluppo sociale. Era stato fra l’altro l?animatore di centri di catechismo, formazione laicale, apostolato familiare, giovanile e ministeriale. Un?altra dimensione delle attività del religioso era stata la costruzione di chiese, centri, scuole e abitazioni per persone bisognose. Info: www.misna.org


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