Politica

Azzardo e Legge di Stabilità, arrivano gli emendamenti del Governo

Erano attesi e sono arrivati. Nella tarda serata di ieri, gli emendamenti del Governo sugli articoli che, nella Legge di Stabilità 2016, trattano del controverso settore del gioco d'azzardo legale sono stati presentati alla Camera. Ecco alcuni nodi critici

di Marco Dotti

Era attesi e sono arrivati. Nella tarda serata di ieri, gli emendamenti del Governo sugli articoli che, nella Legge di Stabilità 2016, trattano del controverso settore del gioco d'azzardo legale sono stati presentati alla Camera. La Commissione Bilancio affronterà già oggi la questione e gli eventuali sub-emendamenti.

Tre sono i punti ai quali prestare attenzione: 1) il passaggio di competenze dall' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al Ministero dell'Economia e delle Finanze; 2) il rapporto Stato-enti locali (Regioni, Comuni); 3) il divieto di pubblicità.

Vediamo questi punti, partendo dal più ostico e meno popolare, ma anche dal più critico.

1) L'Agenzia dei Monopoli si salva in corner

La prima stesura della Legge di Stabilità 2016 avevano previsto il passaggio della regolamentazione "tecnica" di giochi e scommesse dai Monopoli al Ministero dell'Economia. Ora, un emendamento apparentemente neutro ("tecnico", lo si direbbe), nascosto dietro la consueta riformulazione e i consueti rimandi, sembra vanificare questo passaggio, tagliando il passaggio dove si prevedeva che – citiamo dalla prima bozza della Legge di Stabilità 2016 – "le modalità tecniche dei giochi, delle scommesse e dei concorsi a premi sono stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze su proposta del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli". Di questo passaggio non c'è più traccia. Che fine ha fatto? Ai lettori il giudizio.

Oggi, ricordiamo, sulla disciplina e le modalità di svolgimento di giochi, scommesse e concorsi a premio l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli decide con un suo strumento che ha natura di fonte secondaria: il decreto direttoriale. In sostanza, si lasciano nelle mani dell'Agenzia le decisioni su modalità formalmente qualificate come "mere modalità tecniche" di svolgimento dei giochi.

Chi conosce anche solo superficialmente il settore, sa che in questo ambito i decisori fanno spesso scudo alle loro decisioni col paravento dell' "approvazione di mere modalità tecniche". In realtà, come diceva il buon Richelieu, nulla è più politico di ciò che non ama definirsi tale.

2) Forti con i deboli, deboli con i "soggetti economici"

Secondo snodo, forse più chiaro, ma non meno decisivo del primo. Qui qualcosa c'è, anche se un punto appare poco chiaro. Dopo vari e ripetuti tentativi di depotenziare il ruolo degli enti locali riducendoli a meri distributori di bandierine e adesivi col marchietto farsesco "gioca per la legalità", anchegli emendamenti governativi alla Legge di Stabilità 2016 entrano nel merito del rapporto Stato-enti locali (Regioni, Comuni). In particolare, l'emendamento 543-bis, stabilisce che

Entro il 30 aprile 2016, in Conferenza Unificata Stato, Regioni e enti locali, sono definite le caratteristiche dei punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori di età. Le intese raggiunte in Conferenza Unificata Stato, Regioni e enti locali sono recepite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentite le commissioni parlamentari competenti.

Emendamento governativo alla Legge di Stabilità 2016 (comma 534-bis)

Il coinvolgimento della Conferenza Unificata Stato-Regioni e Enti Locali pare un punto interessante, perché finalmente apre il confronto, in una sede non ufficiosa, con i territori e i loro rappresentati. Anche con quelle Regioni e quei comuni che ancora per il fonte No Slot non si sono pronunciati e si troverebbero, in tal modo, a confrontarsi e pronunciarsi in merito. Potremmo, di conseguenza, trovarci con un'Italia ancor più schierata su quel fronte.

Meno buono è il consueto tentativo di mettere sullo stesso piano tutela della saluta e tutela di soggetti portatori di interessi. L'articolo, buonissimo nella sua formulazione oltre che nelle intenzioni, ha però il consueto particolare schizofrenico, forse inserito "da tecnica mano".

Proviamo dunque a focalizzare l'attenzione su questo nesso stabilito dall'emendamento: TUTELA ►dei SOGGETTI ECONOMICI.

Di che "soggetti" stanno parlando? Ovviamente di Concessionari di Stato, ma anche di tutti i portatori di interessi economici nel settore del gambling che, pur senza un rapporto concessorio con lo Stato, nel corso degli anni si sono variamente accreditati come portatori di interessi "tutelabili".

Perché farli rientrare dalla finestra, per farli sedere a un tavolo dove – come Concessionari di Stato, ribadiamo: di Stato, lo Stato già siede?

La nostra opinione, qui, non conta. Conta quanto stabilisce la Costituzione italiana che vincola la libera iniziativa economica alla tutela di dignità, rispetto, salute e integrità della persona umana. In sostanza, articolo 3, articolo 32, articolo 41, articolo 47 della Costituzione parlano chiaro.

Tutta una serie di principi costituzionali, che vanno dalla tutela della salute alla promozione della persona, la libertà di iniziativa privata purché non in contrasto con la dignità umana e ai principi chiave del nostro ordinamento, fino alla tutela del risparmio e un sistema tributario informato alla progressività vengono sopraffatti da questo gioco d'azzardo di massa.

La Corte Costituzionale in una sentenza, la numero 237 del 22 ottobre 1975 (la trovate in formato pdf in calce all'articolo), ribadendo con chiarezza il principio di divieto dell'apertura di sale da gioco, motivò la propria decisione proprio in base all'articolo 41 della Costituzione che prevede che l'iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi a danno della salute.

Testualmente, la Corte dispose che “non contrastano con l'autonomia e l'iniziativa privata quei limiti che a questa la legge ponga, in funzione dell'utilità sociale e per impedire che possa derivarne danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”. Avanzando anche la convinzione, espressa dall'Avvocatura di Stato, che:

"la partecipazione al gioco d'azzardo costituirebbe, invero, proprio l'antitesi del concetto espresso dall'art. 41 della Costituzione. Tale partecipazione, oltre a danneggiare la sicurezza e la dignità di chi vi prende parte, costituirebbe anche un attentato alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana e alla utilità sociale, e ciò in piena antitesi col fondamento dell'iniziativa economica, che presuppone pur sempre una attività operativa non solo diretta a creare e costituire una azienda, ma anche inerente alla vita e allo svolgimento di essa."

In sostanza:

dovremmo finirla di parlare di "soggetti economici" da tutelare. Da tutelare, qui, c'è solo dignità, libertà, sicurezza e integrità dei soggetti umani. I più deboli in primis.

Sub-emendare, come si dice in gergo, questo articolo, semplicemente togliendo il riferimento ai "soggetti economici" sarebbe cosa buona e giusta.

In sostanza, lo si potrebbe rendere in questa forma: "…garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori di età. Le intese raggiunte in Conferenza Unificata Stato, Regioni e enti locali sono recepite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentite le commissioni parlamentari competenti".

3) Divieto di pubblicità

Divieto sì, divieto no, divieto forse, divieto non so. Il balletto delle posizioni, specie al Mef è continuato per mesi, dal dicembre scorso quando dicevano imminente – ma in Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio ammoniva il buon Prezzolini – una legge che avrebbe "riformato tutto". Abbiamo visto come è andata a finire: convegni, tartine, conferenze stampa, riposizionamenti continui. E il solito nulla di fatto.

Ma fino a pochi mesi or sono, il problema della pubblicità del gioco d'azzardo veniva derubricato a iniziativa volontaristica, ma senza grande rilevanza. Ricordiamo le parole della senatrice De Biasi (PD, area Dem), che in Senato, durante il dibattito sulla proposta di Giovanni Endrizzi (M5S), affermò testuale che vietando la pubblicità, si sarebbe favorito il gioco illegale. Bene, prendiamo atto che finalmente il divieto di pubblicità entra nell'agenda del Governo. Evidentemente, non ci eravamo sbagliati.

Entriamo però nel merito di quest'ultimo punto. Oggi, al di là di quanto si racconta, divieti molto blandi vengono costantemente disattesi, in mancanza di un adeguato sistema sanzionatorio. In sostanza, è una giungla, soprattutto nel mercato televisivo che si prende quasi i 2/3 degli investimenti pubblicitari legati all'azzardo.

Il 14 luglio (data esemplare, la si direbbe) del 2014, la Commissione Europea si è espressa in medito ai "Principi per la tutela dei consumatori e degli utenti dei servizi di gioco d'azzardo on line e per la prevenzione dell'accesso dei minori ai giochi d'azzardo on line", dando però alcune interessanti indicazioni generali sul tema della pubblicità del gioco d'azzardo. Scriveva la Commissione:

Esistono numerosi mezzi d'informazione che contribuiscono all'esposizione alle comunicazioni commerciali relative al gioco d'azzardo, come ad esempio la stampa, la posta diretta, i mezzi audiovisivi, la pubblicità esterna e le sponsorizzazioni. La conseguenza può essere che gruppi vulnerabili come i minori siano attratti dal gioco d'azzardo (…) Alcune persone dedite al gioco d'azzardo possono avere problemi dovuti al loro comportamento, arrivando al punto di compromettere i rapporti personali o familiari, mentre altre possono subire danni molto gravi causati dal gioco d'azzardo (…).

Raccomandazione della Commissione Europea del 14 luglio 2014

Non solo, parlando delle scommesse sportive e del rapporto tra "figure trainanti" (calciatori, soubrette, sportive, cantanti) e induzione all'azzardo, la Commissione specificava che "i minori sono frequentemente esposti al gioco d'azzardo (…) i minori assistono a gare sportive sponsorizzate da società legate al gioco d'azzardo o che propongono pubblicità che rimandano ad attività di gioco d'azzardo. Pertanto, la presente raccomandazione è anche intesa a impedire che i minori siano danneggiati o sfruttati dal gioco d'azzardo".

Nell'emendamento al comma 534-ter, il Governo si richiama proprio alla Raccomandazione della Commissione Europea del 14 luglio. Un punto interessante, ricordando che il sottosegretario Baretta, prima di cambiare opinione, nel marzo scorso sostenne che non si potesse procedere con divieti restrittivi perché l'Europa non ce l'avrebbe permesso.

Comunque, sia, nell'emendamento governativo alla Legge di Stabilità 2016 si prevede che, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della Legge di Stabilità, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, ci si dovrà adeguare alla raccomandazione della Commissione Europea.

L'emendamento alla Legge di Stabilità, comma 534-quinquies è un passo avanti, perché la fa finita con l'inutile discussione sulle "fasce protette" e prevede un'unica fascia, sulle tv e le radio generaliste, dalle 7 del mattino alle 22 di sera. Ma al passo avanti – segnato in verde nell'immagine – si aggiunge un passo indietro, o meglio: uno star fermi lì, forse per tenersi – da parte di chi? – una finestra aperta. Come dire: non ci volete far entrare dalla porta? Vi rientriamo dalla finestra, sponsorizzando maratone benefiche e raccolte fondi.

Nella norma leggiamo che "sono fatte salve" le forme di "comunicazione indiretta" derivanti da sponsorizzazione. Che cosa significa? Si salva anche il product placement?

Perché legittimare, inoltre, forme di sponsorizzazione indiretta – spesso ancor più odiosa – nei settori dell'assistenza, della sanità, dell'istruzione e dello sport?

Questa forma di schizofrenia istituzionale – si ammette che l'azzardo nuoce alla salute, ma si permette che finanzi la sanità – è intollerabile.

Sembra che, al Governo, qualcuno abbia correttamente fatto pressione sull'acceleratore, ma altri abbiamo tirato il freno a mano. Detto altrimenti: bisognerebbe avere il coraggio di andare fino in fondo, come chiesto, d'altronde, proprio da quella Raccomandazione della Commissione Europea richiamata dalla Legge di Stabilità. Perché disgiungere comunicazione diretta e indiretta, sponsorizzazione e advertising non è più possibile. L'epoca benemerita di Carosello è finita. Passare oltre è una necessità-

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