Welfare

Immigrazione: Consulta, grave malattia blocca espulsione

La Cassazione ha esaminato il ricorso di una clandestina espulsa dalla Prefettura di Massa Carrara

di Giampaolo Cerri

Un immigrato sprovvisto di permessoo di soggiorno può legittimamente non essere espulso dal nostro territorio a patto che le condizioni di salute siano così gravi da richiedere ”cure ospedaliere urgenti o comunque essenziali”. Solo a queste condizioni lo straniero, entrato clandestinamente, può ottenere di rimanere da noi. Parola di Cassazione che, con la sentenza 15830, si è occupata del caso di una cittadina immigrata, Helen A., entrata clandestinamente in Italia e trattenutavisi senza lavoro. Di qui l’immediato provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Massa Carrara. A nulla sono valse le giustificazioni della straniera -davanti al Tribunale di Massa Carrara- che ha rivendicato il diritto alla non espulsione a causa del suo stato di tossicodipendenza che la rendeva – a suo dire- bisognosa di cure. Si è opposta in Cassazione Helen A. ma la Prima sezione civile, dichiarando la legittimità dell’espulsione, ha stabilito il principio secondo il quale: «In tema di provvedimenti di espulsione emessi dal Prefetto per mancata richiesta del permesso di soggiorno, l’eventuale stato di tossicodipendenza dello straniero entrato clandestinamente nel territorio nazionale e qui trattenutosi senza lavoro, non può essere equiparato ad una malattia o ad un infortunio, vicende per le quali l’art. 35 comma 3 del decreto legislativo 286/98 assicura anche al soggetto privo di permesso di soggiorno il diritto a cure ambulatoriali o ospedaliere urgenti o comunque essenziali».


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