Famiglia
Minori: congresso mondiale contro sfruttamento sessuale
Apre oggi a Yokoama, in Giappone il secondo "Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali"
Si è aperto oggi a Yokoama, in Giappone, e durerà fino al 20 dicembre, il secondo ‘Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali’. Il primo congresso si era tenuto a Stoccolma, in Svezia, cinque anni fa. Questo secondo appuntamento avrà anche il compito di stabilire quali passi concreti sono stati fatti nell’arco di questi cinque anni per affrontare un dramma che ormai vede coinvolti circa un milione di bambini ogni anno.
Il Congreso è stato promosso dal governo giapponese, dall’Unicef (Fondazione per l’infanzia delle Nazioni unite), dall’Ecpat, organizzazione che lotta contro ogni forma di sfruttamento sessuale commerciale dei minori, e dalle organizzazioni non governative che aderiscono al protocollo per i diritti del bambino. Tra ii circa 3mila partecipanti spiccano le ong giapponesi, con 1419 delegati. Le ong straniere e internazionali sono 148 provenienti da 126 paesi diversi. I governi che hanno mandato delegati sono 119. “L’ampia partecipazione al congresso di Yokohama” ha detto Samuel Koo, direttore della sede giapponese dell’Unicef “è segno che ha tutti i livelli, governativo, intergovernativo e non governativo, c’è una reale intenzione a compiere sforzi per affrontare questa sfida”. Dal gennaio 2002, in base alla ratifica del decimo protocollo opzionale alla convenzione sui diritti dell’infanzia, i governi firmatari avranno l’obbligo di combattere con apposite procedure legislative gli abusi sessuali. Al congresso di Yokohama partecipano anche le ong italiane che mirano ad “arrivare ad un manifesto comune, con impegni precisi, sottoscritto dai soggetti interessati”
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.