Welfare

Per il Cnca vent’anni di strada: la relazione di don Albanesi

All’assemblea nazionale del CNCA don Albanesi dice “no alla spartizione del disagio e all’assistenzialismo nelle politiche sociali”.

di Redazione

?Crediamo di dover continuare sulla strada iniziata venti anni fa, senza patteggiamenti sulla svendita di dolore e di emarginazione. Ci rifiutiamo di considerare ogni bisogno sociale come malattia da guarire e come disagio da contenere?. Così don Vinicio Albanesi, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ha aperto oggi pomeriggio al Centro Salesianum di Roma l?Assemblea nazionale, che si concluderà domenica prossima. ?Venti anni di strada? è il titolo della sua relazione, che prende posizione sulle attuali politiche governative riguardanti immigrati, tossicodipendenti, psichiatria e volontariato, delineando alcune proposte in preparazione del ventennale del CNCA, in programma nel 2002. ?Viviamo in un?atmosfera nella quale ciascuno bada a se stesso: a chi è ai margini, perché limitato o trasgressivo, non resta che farsi curare e, in assenza di guarigione, farsi rinchiudere in appositi contenitori che lo rendano innocuo. La droga non è più un disagio, ma una incapacità; la sofferenza psichiatrica una semplice malattia; la solitudine infantile una famiglia sbagliata, le irregolarità un delitto?, ha proseguito don Albanesi. Nello scenario italiano ?l?economia, le leggi, la sicurezza, l?ordine sono i capisaldi della società di ricchi e regolari: tutto è piegato alla loro felicità. Per gli ?altri? non c?è posto?. E il nuovo governo ?è animatore e risultato del clima prevalente nel Paese. La linea intrapresa è quella dell?interesse di pochi. Tutto il mondo della problematicità e dell?irregolarità sarà gestito secondo i criteri dell?ordine, della disciplina, della delega?. Il disegno di legge sull?immigrazione viene definito ?una forma raffinata di colonialismo inclusivo e di vero e proprio schiavismo. Colonialismo perché ?attrae? l?immigrato affamato e giovane esclusivamente in meccanismi produttivi; schiavismo perché egli non ha nessun titolo di contrattazione. È il datore di lavoro il suo padrone, in quanto dalla sua volontà occupazionale dipende l?esistenza sul territorio italiano?.. Per quanto riguarda le tossicodipendenze, secondo Albanesi il Governo ha optato per il ?contenimento, perché il tossico è un incapace e come tale va trattato: in questo contesto le comunità ?severe? e ?forti? sono la giusta risposta. Non una parola sui nuovi fenomeni del narcotraffico, del disagio degli adolescenti, dei problemi psichiatrici emergenti tra i tossicodipendenti, degli oltre 15 mila tossici nelle carceri?.. Anche sulla psichiatria viene riproposto ?il binomio salute-contenimento. Poco sulla prevenzione, nulla sull?inserimento. Lo schema è sempre lo stesso: sono malati, vanno guariti. Se non possono essere guariti, siano contenuti?. Per il Governo ?il volontariato deve rinunciare alle forme di intervento sia sulle cause, che sulle proposte. La bontà si esplica con le buone azioni e con il compimento di politiche che altri, addetti ai lavori, faranno ? prosegue il presidente del CNCA -. Il disegno complessivo risulta dunque essere quello della spartizione del disagio. Alle organizzazioni del sociale vengono attribuiti i compiti di assistenza; al pubblico spettano i provvedimenti che riguardano le normalità?. Ma si tratta di una concezione del sociale ?pietistica, assistenzialistica, negatrice di diritti?, a cui il CNCA risponde rifiutandosi di ?considerare ogni bisogno sociale come malattia da guarire e come disagio da contenere?: infatti le comunità, ?paradigma della convivenza?, si fanno portavoce ?di risposte che, se hanno la specificità di agire nei settori del disagio sociale, hanno la pretesa di essere progetto per la convivenza civile?. Albanesi ha concluso il suo intervento proponendo di intitolate alla ?popolazione vulnerabile? il ventennale del CNCA che si celebrerà nel 2002 e vedrà tre momenti importanti di riflessione: il primo a Milano, dedicato alla spiritualità che alimenta le motivazioni dell?impegno; il secondo grande incontro, sui contenuti specifici dell?educazione come ?prevenzione e in carico del disagio?, potrebbe svolgersi a Bari. Infine, una manifestazione pubblica a Roma ?con rappresentanti della cultura e della società civile?. Nel 2002 il Coordinamento delle Comunità di Accoglienza festeggerà vent?anni di strada


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